La L. 7/2013, pubblicata nella GU del 30 gennaio 2013 (A.C. 5613), modifica l'art. 182 del d.lgs. 42/2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio), in materia di disciplina transitoria per il conseguimento delle qualifiche di restauratore e di collaboratore restauratore di beni culturali.
Per entrambe le figure professionali, la legge prevede, in presenza di determinati requisiti, l'acquisizione diretta in esito ad una procedura di selezione pubblica basata sulla valutazione di titoli e attività, ovvero, in presenza di altri requisiti, l'acquisizione previo superamento di una prova di idoneità.
La qualifica di restauratore di beni culturali in esito alla procedura di selezione pubblica - che doveva essere indetta entro il 31 dicembre 2012 e che si deve concludere entro il 30 giugno 2015 - si consegue con un punteggio (derivante dai titoli di studio e dalle esperienze professionali indicate nell'allegato) pari a 300.
Le modalità di svolgimento della prova di idoneità dovevano essere definite con un decreto MIBAC-MIUR da emanare, d'intesa con la Conferenza unificata, entro il 31 dicembre 2012.
La qualifica riguarda uno o più settori di competenza, fra quelli indicati nell'allegato.
Anche per la qualifica di collaboratore restauratore di beni culturali la procedura di selezione pubblica doveva essere indetta entro il 31 dicembre 2012.
Le modalità di svolgimento della prova di idoneità sono, invece, definite con decreto MIBAC da emanare, d'intesa con la Conferenza unificata, entro il 30 giugno 2014.
Al momento, non è intervenuto alcuno degli adempimenti previsti dalla legge. Il Mibac ha comunicato sul proprio sito che l'8 febbraio 2013 si è insediato il Gruppo di Lavoro “Qualifiche professionali in materia di restauro”, che ha il compito di curare gli adempimenti propedeutici, amministrativi e tecnici necessari per avviare l’apposita procedura di selezione pubblica.
In materia, inoltre, con DM 2 marzo 2011 è stata definita la classe di laurea magistrale in restauro dei beni culturali.
La VII Commissione aveva avviato anche l'esame dell'Atto C. 1614, recante disposizioni in materia di esercizio della professione dei soggetti impegnati nelle attività di tutela, vigilanza, ispezione, protezione, conservazione e fruizione dei beni culturali, a tal fine prevedendo (in via transitoria) l'istituzione di registri nazionali ai quali sono tenuti ad iscriversi i professionisti idonei allo svolgimento degli interventi.
L'esame non è stato concluso entro la fine della legislatura.