La politica agricola perseguita nel corso della XVI Legislatura si è caratterizzata per un'attenzione particolare ad alcune tematiche, quali la riforma della politica agricola comune, la tutela della qualità delle produzioni agroalimentari italiane, anche attraverso la discussione di proposte per la conservazione della biodiversità agricola e la tutela dei prodotti locali, l'aumento della competitività del settore, tramite l'introduzione di nuovi strumenti a maggiore tutela dell'agricoltore nelle transazioni commerciali, la riforma di alcuni enti del settore in un processo di revisione della spesa che ha visto coinvolta complessivamente l'amministrazione pubblica nonché la previsione di alcune novità dal punto di vista fiscale, tra le quali, l'introduzione dell'IMU in agricoltura.
La Commissione europea il 12 ottobre 2011 ha presentato un pacchetto di proposte relative alla riforma della politica agricola comune (PAC ) per il periodo 2014-2020. Il 31 luglio 2012 la Commissione agricoltura della Camera dei deputati, nell'ambito della procedura che consente alla Camera di partecipare alla formazione delle politiche europee, ha approvato un documento finale sul pacchetto di proposte.
Con riguardo alla politica comune della pesca (PCP ), la Commissione europea nel mese di luglio 2011 ha presentato un pacchetto di proposte, tuttora in corso di discussione presso le istituzioni UE, volto a gestire il settore della pesca con un approccio globale, garantendo la sopravvivenza sia degli stock ittici che dei mezzi di sussistenza dei pescatori, frenando l’eccessivo sfruttamento e il depauperamento degli stock, utilizzando il più possibile le conoscenze scientifiche, assicurando il decentramento a livello delle regioni e dei bacini marittimi, definendo migliori norme di governance nell’Unione e a livello internazionale tramite accordi di pesca sostenibile.La XIII Commissione agricoltura, nell'ambito della procedura che consente alla Camera di partecipare alla formazione delle politiche europee, il 31 luglio 2012 ha approvato un documento finale sul pacchetto di proposte.
Particolarmente rilevante per l’Italia è stato il confronto con l’Unione europea in merito alle politiche di tutela della qualita' delle produzioni agroalimentari.
La politica europea della qualità dei prodotti agricoli è associata a tre regimi prevalenti: le denominazioni di origine e indicazioni geografiche protette, l’agricoltura biologica e le specialità tradizionali garantite. Al di fuori di tale ambito, l’Europa considera l'indicazione di origine come elemento distorsivo della libera concorrenza, non ritenendo che la stessa configuri un valore aggiuntivo rispetto alla materia agricola commercializzata, in quanto non inerente le caratteristiche organolettiche del prodotto.
Questa impostazione è stata da sempre contrastata dall’Italia che, oltre ad avere il primato delle produzioni di origine, considera l’informazione sull’origine del prodotto fornita al consumatore nell’etichetta una garanzia per tutelare la qualità delle sue produzioni, anche in contrasto con i numerosi tentativi di falsificazione e contraffazione perpetrati a danno del prodotto italiano.
Ultimamente l’Unione europea ha assunto sempre maggiore consapevolezza del fatto che la qualità e la varietà della produzione agricola rappresentano un punto di forza ed un vantaggio competitivo per i produttori dell’Unione europea.
A tal fine il 10 dicembre 2010 la Commissione europea ha presentato un insieme di proposte di riforma, note come pacchetto qualita' , che per la prima volta definiscono in maniera complessiva i sistemi di certificazione, di indicazione delle proprietà dei prodotti agricoli e di commercializzazione. Dopo una lunga trattativa in sede europea, la riforma in esame è stata approvata con il regolamento CE 21 novembre 2012, n. 1151 . La XIII Commissione agricoltura della Camera ha dedicato numerose sedute all’esame delle proposte di modifica e, dopo aver ascoltato numerosi soggetti competenti sulla tematica, ha approvato 16 marzo 2011 una risoluzione in merito
Data, comunque, l’importanza ed il ruolo strategico delle produzioni di qualità per il settore primario italiano, nel corso della Legislatura sono state approvate numerose disposizioni volte a rafforzarne la tutela contro ogni tentativo di contraffazione e a valorizzarne la produzione.
In primo luogo è stata approvata la legge n. 4 del 2011, che, al fine di assicurare una completa informazione ai consumatori, ha disposto l’obbligo, per i prodotti alimentari posti in commercio, di riportare nell’etichetta anche l’indicazione del luogo di origine o di provenienza . La definizione delle modalità applicative è stata rinviata all’adozione di decreti interministeriali, non ancora emanati proprio in ragione dei possibili contrasti con la normativa europea. Infatti, le disposizioni nazionali devono essere definite anche alla luce della normativa approvata dall'Europa che, prima con la direttiva 2000/13/CE, poi con il regolamento (CE) n. 1169/2011, ha regolato la fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori, e si applica agli operatori del settore alimentare in tutte le fasi della catena alimentare.
E' stato, inoltre, introdotto un regime facoltativo di etichettatura dei prodotti della pesca che consente di indicare la provenienza del prodotto nella fase di vendita al dettaglio e somministrazione: la dicitura può essere "prodotto italiano", o altra che indichi l'origine nazionale o con precisione la zona di cattura.
Nel corso del 2012 la Commissione Agricoltura ha avviato inoltre l'esame di talune proposte volte ad aumentare il contenuto di frutta fresca nelle bevande di frutta o a base di frutta, con la previsione dell’obbligo di indicare in etichetta l’origine o la provenienza del prodotto (ovvero il luogo dove è avvenuta l’ultima trasformazione sostanziale), l’origine o provenienza della frutta utilizzata (luogo di coltivazione), nonché la percentuale del frutto naturale contenuto. Il contenuto della proposte, che non hanno completato l’iter parlamentare, è stato in parte trasposto nel decreto legge n. 158/12, cosiddetto "decreto salute", che ha elevato il contenuto di frutta delle bevande analcoliche con il nome di uno o più frutti dai precedenti 12 gr. per 100 ad una presenza minima del 20%.
E' stato infine approvato il 18 dicembre 2012, proprio allo spirare della legislatura, il disegno di legge con il quale sono state definite le norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini. La legge contiene un articolato complesso di disposizioni tese a tutelare e valorizzare la produzione nazionale di maggior pregio.
In merito alle politiche di riforma del comparto, oltre ad una riduzione delle spese di funzionamento del Dicastero agricolo, si è, in parte riorganizzato il sistema degli enti pubblici collegati al comparto , riformando alcune competenze dell’Agea, sopprimendo l’INRAN e la società Buonitalia, le cui funzioni sono state trasferite, rispettivamente al CRA e all’Agenzia per la promozione all’estero- ICE. Anche il settore dell’ippica è stato profondamente riformato, dapprima istituendo l’ASSI, Agenzia per lo sviluppo del settore ippico, poi sopprimendola ed attribuendo le relative funzioni al Ministero delle politiche agricole e all’Agenzia delle dogane.
In termini di competitività del settore, sono state approvate nuove disposizioni in materia di disciplina delle relazioni commerciali per la cessione dei prodotti agricoli ed agroalimentari; è stato previsto che i contratti abbiano la forma scritta e debbano indicare la durata, le quantità e le caratteristiche del prodotto venduto, il prezzo e le modalità di consegna e di pagamento.
Nel campo fiscale , il comparto primario è stato interessato da una profonda riforma che ha visto l’introduzione dell’IMU sui fabbricati rurali, con una distinzione di aliquota tra quelli ad uso abitativo e quelli ad uso strumentale; per questi ultimi si prevede un’aliquota ridotta allo 0,2 per cento, con facoltà dei comuni di diminuirla ulteriormente fino allo 0,1 per cento. Ulteriore importante intervento è stato inserito nella legge di stabilità 2012, con l’abrogazione, a decorrere dal 2015, delle disposizioni che consentono alle società agricole di optare per l'applicazione di un regime fiscale più favorevole e che attribuiscono carattere agricolo a quelle società che esercitano esclusivamente le attività di manipolazione, conservazione, trasformazione, commercializzazione e valorizzazione di prodotti agricoli ceduti dai soci.
L'assegnazione di nuove quote di produzione lattiera all'Italia ha indotto il Governo a definire nel 2009 nuovi criteri per il riparto del contingente tra i produttori del settore, concedendo nel contempo una nuova possibilità di rateizzare il prelievo non versato. Negli anni successivi sono state approvate ulteriori norme che hanno dilazionato i tempi di versamento delle rate, hanno delineato una nuova ipotesi di rateizzazione ed hanno più volte modificato il sistema di riscossione.
Nell'ambito del processo di semplificazione della normativa vigente, il Governo ha presentato alle Camere per il parere una proposta di riforma complessiva della normativa sull'attività agricola (c.d. codice dell'attività agricola) . Tale provvedimento non ha completato l'iter previsto ed è, quindi, rimasto allo stato di proposta.
In ordine alle problematiche relative alla disciplina della caccia , mentre al Senato sono state discusse talune proposte di riforma complessiva del settore, alla Camera, presso la XIII Commissione Agricoltura, si è svolta un'indagine conoscitiva sui danni provocati agli agricoltori dalla fauna selvatica; dalle conclusioni contenute nel documento è stato avviato l'esame in sede referente di talune proposte volte proprio ad introdurre nell'ordinamento quelle modifiche necessarie a risarcire gli agricoltori e a monitorare con maggiore consapevolezza la pressione faunistica nelle diverse zone a vocazione agricola. Nella legge comunitaria 2009 sono state, poi, approvate talune disposizioni di modifica della legge quadro in materia di caccia (legge n. 157 del 1992), anche nel tentativo di fornire una risposta alle contestazioni che la Commissione Europea ha avanzato all’Italia con numerose procedure di infrazione per incompleto o cattivo recepimento della normativa comunitaria.
Per la prima volta è stato affrontato il tema riguardante l'agricoltura sociale, l'attività, cioè, svolta dall'agricoltore e consistente nella fornitura di servizi di assistenza sociale a persone in condizioni di disagio fisico e psichico; tale assistenza può trovare la sua esplicazione sia nella stessa attività di coltivazione dei campi sia nel fornire alloggio e cura in un contesto agricolo. La XIII Commissione ha svolto al riguardo un'indagine conoscitiva ed ha avviato l'esame di talune proposte di legge, arrivando all'approvazione, nella seduta del 17 ottobre 2012, di un testo base.