Nella seduta del 25 gennaio, l'Assemblea della Camera ha approvato le mozioni 1-00512 (a prima firma dell'on. Amici), 1-00534 (a prima firma dell'on. Binetti) e 1-00538 (a prima firma dell'onoreole Saltamartini) che sollecitano al Governo iniziative per contrastare la violenza nei confronti delle donne. E' stata invece respinta la mozione 1-00532 (a prima firma dell'onorevole Mura).
La mozione 1-00512 impegna il Governo ad adottare un piano organico di intervento volto al contrasto della violenza contro le donne, a individuare risorse economiche adeguate per la copertura del piano e per la rete dei centri antiviolenza e delle case rifugio, a definire una politica di prevenzione, formazione ed informazione e a porre in essere misure di tutela delle vittime della violenza. La mozione 1-00534, oltre che più generali politiche di contrasto e di prevenzione della violenza nei confronti delle donne e di tutela delle vittime, chiede l'adozione di un sistema di monitoraggio a livello di sanità pubblica, atto ad individuare e ridurre le conseguenze della violenza sulle donne, sia sul piano assistenziale che organizzativo, e pone il tema del rispetto dell'immagine femminile da parte della televisione e degli altri mezzi di informazione; a tal fine, sollecita la rapida conclusione del nuovo contratto di servizio tra RAI e Ministero dello sviluppo economico. La mozione 1-00538, infine, impegna il Governo a proseguire nelle numerose iniziative già avviate in materia in questa legislatura e a promuovere presso la Conferenza Stato-regioni azioni volte ad incentivare la realizzazione di misure a favore delle vittime di violenza, coinvolgendo le stesse in percorsi di formazione e di inserimento.
Si ricorda che il Parlamento, sulla stessa materia, aveva approvato il 28 gennaio 2009 alcuni atti di indirizzo, presentati da gruppi diversi (cfr. nuove formulazioni delle mozioni Pollastrini ed altri n. 1-00070, Mura ed altri n. 1-00083, Cicchitto, Cota, Iannaccone ed altri n. 1-00085), che impegnavano il Governo a presentare al più presto in Parlamento il Piano del Dipartimento pari opportunità contro la violenza alle donne e a prevedere per la sua attuazione risorse adeguate. Il Piano nazionale contro la violenza di genere e lo stalking è previsto dalla legge finanziaria 2007 e finanziato dalla legge finanziaria 2008 attraverso l'istituzione di uno specifico Fondo; come comunicato dal Ministro delle pari opportunità nella seduta del 25 gennaio, il Piano, attualmente in attesa di registrazione da parte della Corte dei conti, è finanziato con risorse pari nel complesso a 23 milioni di euro.
A fronte dell'allarmante crescita di episodi collegati alla violenza sessuale, il decreto-legge 11/2009 (convertito dalla legge 38/2009) ha previsto:
Il decreto-legge 11/2009 ha inoltre introdotto nel nostro ordinamento il reato di Atti persecutori(“stalking”). Per la sussistenza della nuova fattispecie delittuosa si richiede la ripetitività della condotta, nonché l’idoneità dei comportamento a provocare nella vittima un perdurante e grave stato di ansia o di paura ovvero a ingenerare un fondato timore per l’incolumità propria o di un prossimo congiunto o di persona alla medesima legata da relazione affettiva ovvero a costringere la stessa ad alterare le proprie abitudini di vita. La pena è della reclusione da sei mesi a quattro anni.
Si segnala, inoltre, che è in corso di esame al Senato un testo unificato di numerosi progetti di legge, approvato dalla Camera, che reca un organico intervento in materia di violenza sessuale (A.S. 1675).
Più in generale, in materia di reati a sfondo sessuale (su cui tema Contrasto all'omofobia e reati a sfondo sessuale), il Parlamento sta attualmente esaminando anche il disegno di legge di ratifica della Convenzione di Lanzarote per la protezione dei minori contro lo sfruttamento e l'abuso sessuale (su cui vedi Lotta alla pedofilia), due proposte di legge dell'opposizione in materia di omofobia (A.C. 1658 e A.C. 1882) e alcuni progetti di legge (tra cui un disegno di legge del Governo, A.S. 1079), che, nell’ambito di più generali misure in materia di prostituzione, intervengono anche in materia penale.