Ai sensi dell’art. 312 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) il quadro finanziario pluriennale – che fissa, in relazione a ciascuna delle grandi aree di spesa dell’UE, il massimale degli stanziamenti per il periodo 2014-2020 e in ognuno degli anni in esso ricompresi, vincolando le decisioni annuali di bilancio delle Istituzioni europee – è stabilito dal Consiglio dell’UE attraverso un regolamento adottato all’unanimità, previa approvazione del Parlamento europeo, che si pronuncia a maggioranza dei membri che lo compongono.
Le risorse proprie – i mezzi di finanziamento del bilancio europeo, riscossi direttamente dall’Unione o tramite gli Stati membri, di cui, per lo stesso periodo di riferimento del quadro finanziario, viene decisa la natura e il massimale - in base all’articolo 311 del TFUE, sono invece stabilite con una decisione del Consiglio che delibera all'unanimità previa consultazione del Parlamento europeo. La decisione entra in vigore soltanto previa approvazione degli Stati membri secondo le rispettive norme costituzionali.
Il negoziato avviato dopo la presentazione, il 29 giugno 2011, delle proposte legislative della Commissione in materia ed è proseguito nel corso delle Presidenze di turno dell’UE di Polonia, Danimarca, Cipro e Irlanda.
A luglio 2012 la Commissione europea aveva presentato una proposta modificata che prevedeva, per il periodo 2014-2020, una dotazione massima complessiva, a prezzi 2011, di 1.033miliardi di euro in termini di impegno, pari al 1,08% del RNL complessivo dell’UE e di 987 miliardi di euro in termini di pagamento,pari al 1,03% del RNL.
A fronte della forti difficoltà emerse nel negoziato per le forti divergenze tra gli Stati membri il 22-23 novembre 2012 si è svolto un Consiglio europeostraordinario che tuttavia nonè riuscito a raggiungere un accordo unanime.
Il Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013 ha raggiunto un accordo che prevede la cifra massima di spesa per l’UE a 28 (sulla base dell’ipotesi che la Croazia aderisca all’UE nel 2013) per il periodo 2014-2020 pari a 959 988 milioni di euro in stanziamenti per impegni, corrispondente al 1,00% del reddito nazionale lordo (RNL) dell’UE (contro 1 033 000 proposti dalla Commissione europea) e a 908 400 milioni di euro in stanziamenti per pagamenti, corrispondenti allo 0,95% del RNL dell’UE (contro i 987 000 milioni di euro proposti dalla Commissione europea).
Le prospettive finanziarie in scadenza per il periodo 2007-2013 prevedono 975 777 milioni di euro in stanziamenti di impegni, corrispondenti al 1,12% RNL dell’UE e 925 576 milioni di euro in stanziamenti di pagamento, corrispondenti al 1,06% del RNL dell’UE.
Rispetto alle proposte iniziali della Commissione europea, sostenute anche dal Parlamento europeo i tagli si concentrano sulla politica agricola (-11%, rispetto al 2007-2013) e sulla politica di coesione (-8,3% rispetto al 2007-2013) che pur rimanendo le politiche sulle quali si concentrano la maggior parte dei finanziamenti (cumulativamente circa il 72% degli stanziamenti complessivi) subiscono, rispetto alle ultime proposte della Commissione europea, un taglio di 13 293 milioni di euro (politica agricola) e 44 000 milioni di euro (politica di coesione). Risultano, inoltre, particolarmente ridimensionati gli stanziamenti per il “Meccanismo per collegare l'Europa” l’iniziativa volta a finanziare le reti infrastrutturali energetiche, digitali e di trasporto, che dagli iniziali 50 000 milioni di euro proposti dalla Commissione europea sono scesi a 29 299 milioni di euro.
Aumentano (+37% rispetto al 2007- 2013), invece gli stanziamenti per la crescita e l’occupazione con, in particolare, la previsione di uno stanziamento di 6 000 milioni di euro per l’occupazione giovanile.
Il Parlamento europeo si dovrà ora esprimere l’accordo raggiunto in sede di Consiglio europeo, potendo solo approvarlo o respingerlo a maggioranza dei suoi membri.
Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha espresso delle riserve sull’accordo raggiunto dal Consiglio europeo ed i Presidenti del gruppo parlamentare del Partito popolare europeo, del gruppo dei Socialisti e democratici, del gruppo dei liberali e dei democratici e del gruppo dei Verdi in una nota congiunta hanno espresso critiche nei confronti dell’accordo raggiunto dal Consiglio europeo, giudicato insufficiente a rafforzare la competitività dell’Unione europea.
Spese
Le spese saranno suddivise in sei rubriche intese a rispecchiare le priorità politiche dell'Unione:
Rimangono fuori dagli stanziamenti previsti dal quadro finanziario pluriennale alcuni strumenti sui quali pure il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sul loro finanziamento. Si tratta di:
Entrate
Per quanto riguarda il sistema delle risorse proprie, il Consiglio europeo ha accolto in parte le proposte della Commissione europea volte ad una riforma profonda di tale sistema, ma ha deciso di mantenere i sistemi di correzione a favore di alcuni Stati membri.
L’importo totale delle risorse proprie attribuite al bilancio dell’Unione per gli stanziamenti annuali per i pagamenti non supera l'1,23 % della somma degli RNL di tutti gli Stati membri. L’importo totale degli stanziamenti per gli impegni iscritti nel bilancio dell’Unione non supera l'1,29 % della somma degli RNL di tutti gli Stati membri.
L’Italia, secondo quanto indicato il 14 febbraio 2013 dal Ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanese, nel corso dell’audizione presso il Senato sugli esiti del Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013, migliorerebbe la sua posizione nell’ambito del cosiddetto “saldo netto” (la differenza tra i contributi dell’Italia al bilancio UE ed i fondi ricevuti) che pur restando negativo passerà dagli attuali 4 500 milioni di euro l’anno per il periodo 2007-2013, corrispondenti allo 0,28% del RNL, a 3 850 milioni di euro l’anno per il periodo 2014-2020, corrispondenti allo 0,23% del RNL, con una riduzione media annuale di 650 milioni di euro per l’intero periodo 2014-2020. L’Italia diverrebbe il terzo minor contribuente netto, dopo Belgio e Spagna. Il miglioramento della situazione del saldo netto dell’Italia è stato ottenuto in gran parte grazie ad un aumento netto delle risorse destinate all’Italia nell’ambito della politica di coesione, in controtendenza rispetto ad una generalizzata riduzione dei finanziamenti (tra l’8% e il 10 % a seconda degli Stati membri) per la politica di coesione per gli altri Stati membri.
Esame parlamentare
Le Commissioni riunite bilancio e politiche dell'Unione Europea il 28 marzo 2012 hanno approvato un documento finale relativo al quadro finanziario pluriennale dell'UE (QFP) e al sistema delle risorse proprie per il 2014-2020.
Il documento finale è stato approvato in esito ad una articolata serie di audizioni di rappresentanti delle Istituzioni dell’UE, del Governo, delle regioni, di categorie produttive nonché di esperti, nel corso delle quali sono stati acquisiti elementi di valutazione e conoscenza sul pacchetto di proposte legislative presentate dalla Commissione europea in materia il 29 giugno 2011 e sullo stato e le prospettive del negoziato in corso a livello europeo.