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Temi dell'attività Parlamentare

Quadro finanziario UE 2014-2020
Nel luglio del 2011 è stato avviato, a seguito della presentazione, il 29 giugno 2011, delle proposte legislative della Commissione in materia, il negoziato sul quadro finanziario e sul sistema di risorse proprie dell'UE per il periodo 2014-2020,essendo in scadenza quelli vigenti relativi al 2007-2013.

Ai sensi dell’art. 312 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE) il quadro finanziario pluriennale – che fissa, in relazione a ciascuna delle grandi aree di spesa dell’UE, il massimale degli stanziamenti per il periodo 2014-2020 e in ognuno degli anni in esso ricompresi, vincolando le decisioni annuali di bilancio delle Istituzioni europee – è stabilito dal Consiglio dell’UE attraverso un regolamento adottato all’unanimità, previa approvazione del Parlamento europeo, che si pronuncia a maggioranza dei membri che lo compongono.

Le risorse proprie – i mezzi di finanziamento del bilancio europeo, riscossi direttamente dall’Unione o tramite gli Stati membri, di cui, per lo stesso periodo di riferimento del quadro finanziario, viene decisa la natura e il massimale - in base all’articolo 311 del TFUE, sono invece stabilite con una decisione del Consiglio che delibera all'unanimità previa consultazione del Parlamento europeo. La decisione entra in vigore soltanto previa approvazione degli Stati membri secondo le rispettive norme costituzionali.

Il negoziato avviato dopo la presentazione, il 29 giugno 2011, delle proposte legislative della Commissione in materia ed è proseguito nel corso delle Presidenze di turno dell’UE di Polonia, Danimarca, Cipro e Irlanda.

A luglio 2012 la Commissione europea aveva presentato una proposta modificata che prevedeva, per il periodo 2014-2020, una dotazione massima complessiva, a prezzi 2011, di 1.033miliardi di euro in termini di impegno, pari al 1,08% del RNL complessivo dell’UE e di 987 miliardi di euro in termini di pagamento,pari al 1,03% del RNL.

A fronte della forti difficoltà emerse nel negoziato per le forti divergenze tra gli Stati membri il 22-23 novembre 2012 si è svolto un Consiglio europeostraordinario che tuttavia nonè riuscito a raggiungere un accordo unanime.

Il Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013 ha raggiunto un accordo che prevede la cifra massima di spesa per l’UE a 28 (sulla base dell’ipotesi che la Croazia aderisca all’UE nel 2013) per il periodo 2014-2020 pari a 959 988 milioni di euro in stanziamenti per impegni, corrispondente al 1,00% del reddito nazionale lordo (RNL) dell’UE (contro 1 033 000 proposti dalla Commissione europea) e a 908 400 milioni di euro in stanziamenti per pagamenti, corrispondenti allo 0,95% del RNL dell’UE (contro i 987 000 milioni di euro proposti dalla Commissione europea).

Le prospettive finanziarie in scadenza per il periodo 2007-2013 prevedono 975 777 milioni di euro in stanziamenti di impegni, corrispondenti al 1,12% RNL dell’UE e 925 576 milioni di euro in stanziamenti di pagamento, corrispondenti al 1,06% del RNL dell’UE.

Rispetto alle proposte iniziali della Commissione europea, sostenute anche dal Parlamento europeo i tagli si concentrano sulla politica agricola (-11%, rispetto al 2007-2013) e sulla politica di coesione (-8,3% rispetto al 2007-2013) che pur rimanendo le politiche sulle quali si concentrano la maggior parte dei finanziamenti (cumulativamente circa il 72% degli stanziamenti complessivi) subiscono, rispetto alle ultime proposte della Commissione europea, un taglio di 13 293 milioni di euro (politica agricola) e 44 000 milioni di euro (politica di coesione). Risultano, inoltre, particolarmente ridimensionati gli stanziamenti per il “Meccanismo per collegare l'Europa” l’iniziativa volta a finanziare le reti infrastrutturali energetiche, digitali e di trasporto, che dagli iniziali 50 000 milioni di euro proposti dalla Commissione europea sono scesi a 29 299 milioni di euro.

Aumentano (+37% rispetto al 2007- 2013), invece gli stanziamenti per la crescita e l’occupazione con, in particolare, la previsione di uno stanziamento di 6 000 milioni di euro per l’occupazione giovanile.

Il Parlamento europeo si dovrà ora esprimere l’accordo raggiunto in sede di Consiglio europeo, potendo solo approvarlo o respingerlo a maggioranza dei suoi membri.

Il Presidente del Parlamento europeo, Martin Schulz, ha espresso delle riserve sull’accordo raggiunto dal Consiglio europeo ed i Presidenti del gruppo parlamentare del Partito popolare europeo, del gruppo dei Socialisti e democratici, del gruppo dei liberali e dei democratici e del gruppo dei Verdi in una nota congiunta hanno espresso critiche nei confronti dell’accordo raggiunto dal Consiglio europeo, giudicato insufficiente a rafforzare la competitività dell’Unione europea.

 Spese

Le spese saranno suddivise in sei rubriche intese a rispecchiare le priorità politiche dell'Unione:

  • sottorubrica 1a "Competitività per la crescita e l'occupazione", con un finanziamento complessivo di 125 614 milioni di euro. Nell’ambito di tale sottorubrica 29 299 milioni di euro sono previsti per il “Meccanismo per collegare l'Europa” volto a finanziare reti energetiche, digitali e di trasporto, così suddivisi: 23 174 milioni di euro per i trasporti; 5 126 milioni di euro per l’energia; 1 000 milioni di euro per le telecomunicazioni. Ai tre grandi progetti infrastrutturali Galileo, ITER e GMES sono destinati 12 793 milioni di euro cosi suddivisi: Galileo, 6 300 milioni di euro; ITER, 2 707 milioni di euro e GMES 3 786 milioni di euro;
  • sottorubrica 1b "Coesione economica, sociale e territoriale", con un finanziamento complessivo di 325 149 milioni di euro, di cui 313 197 milioni di euro destinati agli investimenti a favore della crescita e dell’occupazione (e di questi, 6 000 milioni di euro per una iniziativa appositamente dedicata all’occupazione giovanile e 330 milioni di euro al settore dello sviluppo urbano sostenibile); 8 948 milioni di euro alla cooperazione territoriale europea; lo 0,35% delle risorse globali è riservato all’assistenza tecnica della Commissione europea. All’interno dello stanziamento complessivo di tale sottorubrica sono previste delle dotazioni supplementari per alcuni Stati membri particolarmente colpiti dalla crisi economica: per l’Italia sono previsti 1 500 milioni di euro, per le regioni meno sviluppate, di cui 500 milioni per le zone non urbane;
  • rubrica 2 "Crescita sostenibile: risorse naturali", con uno stanziamento complessivo di 373 179 milioni di euro, di cui 277 851 milioni di euro per le spese connesse al mercato e i pagamenti diretti (cosiddetto primo pilastro), mentre 84 936 milioni di euro sono destinati allo sviluppo rurale (cosiddetto secondo pilastro); all’interno di questo stanziamento e al di fuori della ordinaria ripartizione tra Stati membri secondo criteri oggettivi, sono previste delle dotazioni supplementari ad hoc per un numero limitato di Stati membri che sono confrontati a particolari sfide strutturali nel settore agricolo: per l’Italia sono previsti 1 500 milioni di euro;
  • rubrica 3  "Sicurezza e cittadinanza", con uno stanziamento complessivo di 15 686 milioni di euro;
  • rubrica 4 "Ruolo mondiale dell'Europa", con uno stanziamento complessivo di 58 704 milioni di euro;
  • rubrica 5 "Amministrazione", con uno stanziamento complessivo di 61 629 milioni di euro, di cui 49 798  milioni di euro per le spese amministrative delle istituzioni (escluse quelle per le pensioni e le scuole europee);
  • rubrica 6 "Compensazioni" con uno stanziamento di 27 milioni di euro.

Rimangono fuori dagli stanziamenti previsti dal quadro finanziario pluriennale alcuni strumenti sui quali pure il Consiglio europeo ha raggiunto un accordo sul loro finanziamento. Si tratta di:

  • il fondo di solidarietà, destinato a gravi catastrofi, con uno stanziamento annuale di 500 milioni di euro;
  • lo strumento di flessibilità, destinato a spese impreviste, con uno stanziamento annuale di 471 milioni di euro;
  • la riserva per gli aiuti di emergenza a favore di paesi terzi (interventi umanitari, gestione civili delle crisi e pressioni migratori), con uno stanziamento di 280 milioni di euro;
  • il fondo europeo di adattamento alla globalizzazione, con uno stanziamento annuale di 150 milioni di euro;
  • il margine per imprevisti, come strumento di ultima istanza per rispondere a circostanze impreviste, con uno stanziamento pari allo 0,03 del RNL dell’UE;
  • il fondo europeo di sviluppo, a favore dei paesi ACP, con uno stanziamento di 26 984 milioni di euro (a cui l’Italia contribuirà per il 12,53%).

Entrate

Per quanto riguarda il sistema delle risorse proprie, il Consiglio europeo ha accolto in parte le proposte della Commissione europea volte ad una riforma profonda di tale sistema, ma ha deciso di mantenere i sistemi di correzione a favore di alcuni Stati membri.

L’importo totale delle risorse proprie attribuite al bilancio dell’Unione per gli stanziamenti annuali per i pagamenti non supera l'1,23 % della somma degli RNL di tutti gli Stati membri. L’importo totale degli stanziamenti per gli impegni iscritti nel bilancio dell’Unione non supera l'1,29 % della somma degli RNL di tutti gli Stati membri.

  • Risorse proprie tradizionali: Il sistema di riscossione delle risorse proprie tradizionali resterà invariato. Tuttavia, dal 1º gennaio 2014, gli Stati membri trattengono, a titolo di spese di riscossione, il 20% degli importi da essi riscossi.
  • Risorsa propria basata sull'IVA: il Consiglio europeo ha invitato il Consiglio a proseguire i lavori sulla proposta della Commissione europea concernente una nuova risorsa propria basata sull'imposta sul valore aggiunto (IVA) al fine di renderla quanto più semplice e trasparente e che potrebbe sostituire l'attuale risorsa propria basata sull'IVA;
  • Risorsa propria basata sull'imposta sulle transazioni finanziarie: il Consiglio europeo ha invitato gli Stati membri che partecipano alla cooperazione rafforzata nel settore dell'imposta sulle transazioni finanziarie, autorizzata con la decisione del Consiglio del 22 gennaio 2013 ad esaminare la possibilità che essa possa servire da base per una nuova risorsa propria del bilancio UE;
  • Risorsa propria basata sull'RNL: Il metodo consistente nell'applicare un'aliquota uniforme per determinare i contributi degli Stati membri all'attuale risorsa propria basata sul reddito nazionale lordo (RNL) resterà invariato;
  • Correzioni: gli attuali meccanismi di correzione per il Regno Unitocontinueranno ad applicarsi.  Limitatamente al periodo 2014-2020: l'aliquota di prelievo della risorsa propria basata sull'IVA per la Germania, i Paesi Bassi e la Svezia è fissata allo 0,15%; la Danimarca, i Paesi Bassi e la Svezia beneficeranno di riduzioni lorde del proprio contributo RNL annuo pari rispettivamente a 130 milioni, 695 milioni e 185 milioni di EUR. L'Austria beneficerà di una riduzione lorda del proprio contributo RNL annuo pari a 30 milioni di EUR nel 2014 a 20 milioni di EUR nel 2015 e a 10 milioni di EUR nel 2016.

L’Italia, secondo quanto indicato il 14 febbraio 2013 dal Ministro per gli Affari europei, Enzo Moavero Milanese, nel corso dell’audizione presso il Senato sugli esiti del Consiglio europeo del 7 e 8 febbraio 2013, migliorerebbe la sua posizione nell’ambito del cosiddetto “saldo netto” (la differenza tra i contributi dell’Italia al bilancio UE ed i fondi ricevuti) che pur restando negativo passerà dagli attuali 4 500 milioni di euro l’anno per il periodo 2007-2013, corrispondenti allo 0,28% del RNL, a 3 850 milioni di euro l’anno per il periodo 2014-2020, corrispondenti allo 0,23% del RNL, con una riduzione media annuale di 650 milioni di euro per l’intero periodo 2014-2020. L’Italia diverrebbe il terzo minor contribuente netto, dopo Belgio e Spagna. Il miglioramento della situazione del saldo netto dell’Italia è stato ottenuto in gran parte grazie ad un aumento netto delle risorse destinate all’Italia nell’ambito della politica di coesione, in controtendenza rispetto ad una generalizzata riduzione dei finanziamenti (tra l’8% e il 10 % a seconda degli Stati membri) per la politica di coesione per gli altri Stati membri.

Esame parlamentare

Le Commissioni riunite bilancio e politiche dell'Unione Europea il 28 marzo 2012 hanno approvato un documento finale relativo al quadro finanziario pluriennale dell'UE (QFP) e al sistema delle risorse proprie per il 2014-2020.

Il   documento finale è stato approvato in esito ad una articolata serie di audizioni di rappresentanti delle Istituzioni dell’UE, del Governo, delle regioni, di categorie produttive nonché di esperti, nel corso delle quali sono stati acquisiti elementi di valutazione e conoscenza sul pacchetto di proposte legislative presentate dalla Commissione europea in materia il 29 giugno 2011 e sullo stato e le prospettive del negoziato in corso a livello europeo.