Mediante appositi regolamenti compresi nel six pack, è stata introdotta una procedura per la sorveglianza sugli squilibri macroeconomici che include meccanismi di allerta e di sanzione ricalcati su quelli del Patto di stabilità.
Gli squilibri macroeconomici sono definiti nei regolamenti in questione come ogni tendenza che possa determinare sviluppi negativi sul corretto funzionamento dell'economia di uno Stato, dell'Unione economica e monetaria o dell'intera Unione).
La Commissione prepara una relazione annuale contenente una valutazione economica e finanziaria qualitativa basata su un quadro di controllo con una serie di indicatori, nella quale vengono segnalati gli Stati che,secondo la Commissione, possono presentare squilibri o correre il rischio di presentarli. Per ciascuno di questi Stati, la Commissione prepara una relazione approfondita, in cui analizza la fonte degli squilibri, considerando, se del caso, le politiche previste dallo Stato interessato, specificate nel suo programma nazionale di riforma e nel programma di stabilità e di convergenza.
Qualora la Commissione ritenga che uno Stato presenti squilibri, ne informa il Consiglio e l'Eurogruppo, nonché il Parlamento europeo, avviando una procedura che prevede l’attuazione, da parte dello Stato in questione, di un piano d’azione correttivo. In caso di inadempienza, il Paese membro può essere condannato al pagamento di un’ammenda pari allo 0,1% del PIL realizzato nell'anno precedente.
Nel 2012 l’Italia è stata oggetto di una relazione approfondita, che si è tuttavia conclusa con la constatazione che gli squilibri macroeconomici dell’Italia non sono eccessivi (tali dunque da attivare una procedura e l’eventuale sanzione), ma devono essere affrontati nell’ottica di sfruttare tutto il potenziale di sviluppo dell’economia nazionale.