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Temi dell'attività Parlamentare

Sintesi delle sedute dell'indagine conoscitiva sugli esiti della Conferenza sulla sicurezza alimentare mondiale

L'indagine conoscitiva sugli esiti della Conferenza sulla sicurezza alimentare mondiale

Le Commissioni esteri e agricoltura di Camera e Senato hanno condotto, nella seconda metà del 2008, una Indagine conoscitiva sugli esiti della Conferenza sulla sicurezza alimentare mondiale con lo scopo di analizzare le cause strutturali della crisi alimentare ed individuare le misure che andrebbero intraprese a livello internazionale per rispondere alle richieste di assistenza alimentare. L’Indagine conoscitiva, che ha messo in evidenza con grande rilievo la fragilità del sistema mondiale di approvvigionamento del cibo e la sua vulnerabilità ad eventuali shock, intendeva inoltre acquisire elementi informativi sull'attività che le organizzazioni ed agenzie internazionali competenti, aventi sede in Roma (FAO, PAM e IFAD), stanno svolgendo per contribuire al raggiungimento dell'obiettivo del dimezzamento della popolazione sottonutrita entro il 2015 (Obiettivo n. 1 degli MDGs -Millennium Development Goals).

 

L’indagine conoscitiva è stata inaugurata, il 15 luglio 2008, dall’audizione del direttore esecutivo del PAM (Programma Alimentare Mondiale), Josette Sheeran, che ha affrontato il tema dell'aumento dei prezzi dei beni alimentari e del suo impatto sulle popolazioni più vulnerabili. La signora Sheeran ha sottolineato come tale fenomeno si sia ripercosso fortemente sulla capacità di fornire aiuti alle popolazioni bisognose che, in taluni casi, dipendono per sopravvivere, unicamente dalla possibilità di ricevere un pasto “salvavita” dalle organizzazioni internazionali come il PAM. Il vertiginoso aumento del prezzo del riso, l’alimento che costituisce la dieta base delle popolazioni più povere, ha causato il dimezzamento delle razioni erogate a quelle persone, già gravemente sottoalimentate.

Come ha illustrato il suo direttore esecutivo, il PAM è la più grande agenzia dell’ONU, l’unica a basarsi interamente su finanziamenti volontari, in grado di raggiungere tempestivamente le situazioni di emergenza ad ogni capo del mondo. Il PAM distribuisce medicinali, oltre agli alimenti, servendosi di migliaia di elicotteri e navi, ma anche di asini e cammelli, essendo un’organizzazione molto presente sul territorio e molto duttile, capace di utilizzare tutti gli strumenti a disposizione. Inoltre, il PAM, sempre secondo quanto riportato dalla signora Sheeran, è anche un’agenzia poco costosa dato che, a differenza delle altre agenzie delle Nazioni Unite, spende per la propria sopravvivenza solo il 7 per cento delle donazioni.

Il PAM adotta una politica definita “80-80-80”, in base alla quale l'80 per cento delle risorse finanziarie viene impiegato per l'acquisto di alimenti nei Paesi in via di sviluppo, l'80 per cento dei servizi di trasporto e stoccaggio vengono acquistati in questi stessi Paesi – producendo quindi un miglioramento della loro base tecnologica – e anche l'80 per cento dello staff è reclutato localmente nei Paesi in via di sviluppo. Una politica che dunque non si limita alla semplice erogazione di derrate alimentari indispensabili alla sopravvivenza delle popolazioni più bisognose, ma che si propone anche di favorire il loro sviluppo in vista di un loro futuro affrancamento dagli aiuti dei paesi più ricchi.

 

Il 17 luglio 2008 è stato audito Lennart Båge, Presidente dell'IFAD International Fund for Agricultural Development (IFAD), che è, al contempo, un’istituzione finanziaria internazionale e un’agenzia specializzata dell'ONU.

Båge ha ricordato che nella Dichiarazione adottata al termine della Conferenza sulla sicurezza alimentare, i capi di Stato e di Governo hanno espresso la necessità di adottare un pacchetto di provvedimenti a medio e a lungo termine per uscire dalla crisi. Tra l’altro, riconoscendo il ruolo fondamentale del piccolo agricoltore, si sono impegnati ad invertire la tendenza alla riduzione degli aiuti e degli investimenti in agricoltura e a promuovere la ricerca in campo agricolo.

L’IFAD è impegnato a rafforzare la produzione agricola per combattere la povertà rurale, attraverso prestiti e donazioni, e a promuovere lo sviluppo proprio delle comunità più povere e più emarginate. Il programma agricolo in Africa, ha riferito il presidente dell’IFAD, ha grosso modo le stesse dimensioni finanziarie di quello della Banca africana di sviluppo, ed è più o meno la metà di quello della Banca mondiale. Anche in considerazione delle stime che attribuiscono alla crescita demografica e dei redditi la previsione di un aumento della domanda di alimenti del 50 per cento per il 2030 e del 100 per cento per il 2050, uno degli obiettivi del Fondo è quello di sostenere i piccoli agricoltori in Africa, sul modello di quanto sta già avvenendo in India e in Vietnam; quest’ultimo Paese, grazie ad un sistema di piccola agricoltura, è passato da una situazione di deficit alimentare ad essere il secondo esportatore mondiale di riso e negli ultimi 25 anni la povertà è scesa dal 58 al 15 per cento.

Båge ha altresì posto l’accento sulla ricerca in agricoltura, importante per determinate coltivazioni e per affrontare situazioni come la siccità, i parassiti, o per sviluppare varietà resistenti alla salinità, e che – come ha dimostrato la “rivoluzione verde” in Asia – può portare benefici molto rilevanti soprattutto in funzione della resa delle coltivazioni.

Fondamentale anche il rafforzamento delle infrastrutture (trasporti ed energia in particolare) e l’accesso al credito. Su quest’ultimo punto il Presidente Båge ha ricordato l’impegno dell’IFAD nel promuovere la microfinanza e la partecipazione, che dura ormai da molti anni, alla Grameen Bank.

Anche l’intervento di Lennart Båge si è concluso con una panoramica di dati riguardanti gli interventi e i finanziamenti dell’IFAD.

 

La terza seduta dell’Indagine ha avuto luogo il 17 settembre 2008 con l’audizione del direttore generale della FAO (Food and Agriculture Organization), Jacques Diouf.

Diouf, che ricopre altresì la carica di vicepresidente di un gruppo di lavoro ad hoc ad alto livello dell’ONU sulla crisi mondiale della sicurezza alimentare, ha ripercorso le tappe della crisi e ha fornito i dati in possesso della FAO sottolineando come dalla Conferenza siano scaturiti impegni finanziari di rilevante entità da parte di Paesi ed istituzioni finanziarie.

Diouf ha messo in evidenza la necessità, peraltro riconosciuta da istituzioni finanziarie e mondo politico, di ritornare ad investire quote importanti nell’aiuto allo sviluppo, e in particolare per la parte destinata al settore agricolo (passata dal 17 per cento nel 1980 al 3 per cento nel 2006).

Inoltre, il direttore generale della FAO, ha dichiarato l’impegno della sua Organizzazione a collaborare con il G8 e la comunità internazionale per costruire il partenariato globale sull’agricoltura e l’alimentazione (proposta avanzata al G8 del luglio 2008 in Giappone), con la partecipazione dei Governi, del settore privato, della società civile e delle istituzioni internazionali. A tale fine il direttore generale della FAO ritiene necessario integrare gli obiettivi di sicurezza alimentare all’interno delle politiche di sviluppo dei Paesi donatori e dei Paesi beneficiari, in accordo con i principi sanciti nella Dichiarazione di Parigi sull’efficacia degli aiuti allo sviluppo.

 

L’Indagine conoscitiva si è conclusa il 5 novembre 2008 con l’audizione di rappresentanti della ONG italiana Action Aid e con l’audizione di due membri del governo: il sottosegretario di Stato per gli affari esteri, Vincenzo Scotti, e il sottosegretario di Stato per le politiche agricole alimentari e forestali, Antonio Buonfiglio.

 

Luca De Fraia, Capo dipartimento Policy & advocacy di Action Aid è tornato sulla proposta della costruzione della cosiddetta global partnership sui temi dell'alimentazione e dell'agricoltura, sulla quale era intervenuto Jacques Diouf. A tale proposito, Action Aid si è detta contraria alla istituzione di nuove strutture, dichiarandosi convinta che una nuova global partnership debba essere fondata sul riconoscimento del valore delle competenze delle istituzioni che già esistono. In consonanza con i propositi del governo italiano, Action Aid ha proposto dunque la leadership delle tre organizzazioni basate a Roma nella nuova iniziativa.

Nicola Borello, Corporate Sector office di Action Aid ha chiesto chiarezza sul coinvolgimento delle imprese nella partnership globale per sapere quali saranno gli effettivi ruoli che il settore privato dovrà svolgere all'interno di questa iniziativa e per essere certi che non si perseguano interessi diversi da quelli degli effettivi beneficiari.

Sulla crisi alimentare, Borello ha ricordato il problema dell’innalzamento dei costi degli input agricoli (semi, macchinari, pesticidi e fertilizzanti) riportando i risultati di uno studio condotto in Guatemala che dimostrava come l'innalzamento dei prezzi dei fertilizzanti sul mercato internazionale stava avendo, a livello locale, un impatto disastroso nel settore del caffé.

 

Il Sottosegretario di Stato per gli affari esteri Vincenzo Scotti ha messo in evidenza come la Conferenza di Roma si fosse svolta prima dell'esplodere della crisi finanziaria e come, in seguito, si fosse prodotto un intreccio perverso fra la crisi alimentare e quella finanziaria.

Dopo essere tornato sulle cause della crisi alimentare, il Sottosegretario ha ribadito che la global partnership è finalizzata ad assicurare un approccio sistemico alla sfida della sicurezza alimentare e che le organizzazioni del c.d. “polo romano” potranno offrire la piattaforma ideale, sia sul piano delle conoscenze sia sul piano logistico, per produrre le sinergie necessarie al successo dell’iniziativa. L'Italia, come ha affermato il Sottosegretario Scotti, è impegnata ad assicurare una rapida conclusione del processo di riforma e il rilancio della FAO e a potenziare la ricerca agricola e la formazione di agronomi nei Paesi in via di sviluppo, proprio a partire dalle istituzioni di eccellenza che ospita.

Ricordando che il 2009 sarebbe stato l’anno di presidenza italiana del G8, il sottosegretario Scotti ha assicurato l’inclusione del tema della sicurezza alimentare nell’agenda dei lavori e lo svolgimento della riunione dei ministri dell'agricoltura in formato G8, dedicata ai temi della sicurezza alimentare, su cui era stato riscontrato l’assenso di tutti i leader del G8.

 

Antonio Buonfiglio, Sottosegretario di Stato per le politiche agricole, alimentari e forestali ha sottolineato come il Vertice FAO del giugno 2008 abbia prodotto un cambiamento culturale riguardo all'agricoltura (fino a poco prima relegata ad attività esclusivamente da Paese terzo) spingendo l’Italia ad occuparsi di più di agricoltura come attività produttiva, e a chiedere in sede di Commissione europea lo sblocco degli aiuti allo sviluppo previsti da fondi di bilancio che erano vincolati. Buonfiglio ha ricordato che, per combattere la crisi alimentare, la Comunità europea ha stanziato un miliardo di euro, destinandolo all'aiuto innanzitutto ai Paesi terzi, e che presso il polo romano delle agenzie dell'ONU è stato creato un tavolo strategico finalizzato alla creazione di risorse e scorte in caso di urgenza.