Cerca nel sito

dal 29/04/2008 - al 14/03/2013

Vai alla Legislatura corrente >>

Per visualizzare il contenuto multimediale è necessario installare il Flash Player Adobe e abilitare il javascript

MENU DI NAVIGAZIONE PRINCIPALE

Vai al contenuto

Fine contenuto

MENU DI NAVIGAZIONE DEL DOMINIO PARLAMENTO

INIZIO CONTENUTO

MENU DI NAVIGAZIONE DELLA SEZIONE

Salta il menu

Strumento di esplorazione della sezione Documenti Digitando almeno un carattere nel campo si ottengono uno o più risultati con relativo collegamento, il tempo di risposta dipende dal numero dei risultati trovati e dal processore e navigatore in uso.

salta l'esplora

Temi dell'attività Parlamentare

La legislazione francese sui cambiamenti climatici

Loi n. 2009-967 du 3 août 2009 de programmation relative à la mise en œuvre du Grenelle de l’environnement (J.O. del 5 agosto 2009)

(http://www.legifrance.gouv.fr/affichTexte.do?cidTexte=JORFTEXT000020949548&dateTexte=)

 

La legge, denominata anche Loi Grenelle I”, costituisce il primo consistente provvedimento promosso dal Governo per realizzare il progetto “Grenelle Environnement”, lanciato dal Presidente Sarkozy nel maggio 2007, per avviare nuove azioni per l’ecologia e la promozione di uno sviluppo sostenibile. Il progetto ha visto il coinvolgimento di rappresentanti dell’amministrazione pubblica e della società civile che, riuniti in gruppi di lavoro, hanno elaborato, tra l’ottobre e il dicembre 2007, una serie di proposte di azioni in materia. (Il Ministero dell’Ecologia ha inoltre attivato un sito internet dedicato al progetto Grenelle: http://www.legrenelle-environnement.fr/).

 

I contenuti della legge "Grenelle"

 

La legge Grenelle, adottata dall’Assemblea Nazionale e poi dal Senato con un voto quasi unanime, è composta da 57 articoli ed è suddivisa in sei titoli.

Il Titolo I riguarda la lotta contro il cambiamento climatico. In tale ambito è in particolare confermato l’impegno preso dalla Francia di ridurre a ¼ le sue emissioni di gas con effetto serra tra il 1990 e il 2050 e di portare l’utilizzo di energie rinnovabili almeno al 23 % del consumo energetico complessivo entro il 2020 (art. 2 ).

Per il settore dell’edilizia è disposto che tutti i nuovi edifici per i quali è richiesto un permesso di costruzione a partire dalla fine del 2012 (e del 2010 per gli edifici pubblici) presentino un piano di consumo di energia primaria inferiore, di media, ad una soglia di 50 Kilowattora per metro quadrato all’anno (art. 4). In particolare lo Stato si fissa come obiettivo di rinnovare l’edilizia pubblica, per ridurne i consumi di energia di almeno il 40 % e l’emissione di gas ad effetto serra di almeno il 50 % entro otto anni (art. 5).La legge stabilisce inoltre che la Francia concorra alla creazione di una piattaforma europea sulla “ecocostruzione” per la realizzazione di edifici a basso consumo energetico (art. 6).

Con riferimento al settore dei trasporti, il provvedimento pone l’obiettivo di raggiungere entro il 2020 una riduzione del 20 % delle emissioni di gas ad effetto serra (art. 10). A tale fine, è favorito lo sviluppo del trasporto ferroviario e di trasporto combinato per offrire un’alternativa ai trasporti su strada; la crescita delle capacità portuarie francesi e lo sviluppo di specifiche “linee di autostrade del mare”; la modernizzazione della rete fluviale; lo stimolo allo sviluppo dei trasporti collettivi per le persone (artt. 11-17).

Il Titolo II è dedicato alla biodiversità, agli ecosistemi e agli ambienti naturali.

In tale settore, sono stabilite nuove regole per combattere il fenomeno della perdita di biodiversità degli ecosistemi, attraverso interventi in diversi campi.

In particolare la legge pone l’obiettivo della creazione entro il 2012 di una rete di “trame verte et bleue”: una “continuità ecologica” tra ambienti limitrofi, al fine di assicurare la tutela globale della biodiversità per le specie di terra e di mare (artt. 23-35).

Il Titolo III riguarda la prevenzione dei rischi per l’ambiente e la salute e in materia di rifiuti. Èprevista, in particolare, la realizzazione, entro il 1° gennaio 2012, di un dispositivo che permetta di registrare le esposizioni a sostanze cancerogene, tossiche ecc.di un dipendente, in determinati settori e aree geografiche (art. 39). Con riferimento al settore rifiuti, è stabilitain primo luogo la “politica di riduzione dei rifiuti”. È inoltre introdotta una gerarchia nel trattamento dei rifiuti, nel rispetto della Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008, che prevede le seguenti fasi: prevenzione, preparazione in vista del reimpiego, riciclo, valorizzazione della materia, valorizzazione energetica, eliminazione. In secondo luogo, sono fissati gli “obiettivi nazionali” in materia di rifiuti: riduzione del 7% dei rifiuti prodotti per abitante nei prossimi cinque anni; aumento del riciclo della materia e dell’organico dei rifiuti domestici, con il fine di raggiungere un tasso di riciclaggio del 35 % del totaledi tali rifiutientro il 2012 e del 45 % entro il 2015 (nel 2004 il riciclo era del 24 %); raggiungimento del tasso di riciclaggio del 75 % dei rifiuti costituiti da imballaggi, rifiuti prodotti da attività agricole, ecc.; miglioramento del trattamento di rifiuti organici, favorendone la gestione domestica; riduzione del 15 % entro il 2012 della quantità di rifiuti destinati a discariche o inceneritori (art. 46).

Il Titolo IV è dedicato allo “Stato esemplare”. In tale ambito sono fissati una serie di obiettivi che si pone lo Stato per la tutela ambientale. Innanzitutto è stabilito che esso prenderà le misure necessarie affinché i progetti di legge siano presentati con “uno studio d’impattoambientale. Inoltre lo Stato si impegna ad acquistare, a partire dal 2009, solo veicoli dotati di “bonus ecologico” e, a partire dal 2010, solo legname certificato o proveniente da foreste gestite in modo sostenibile. Entro il 2012 si pone intoltre l’obiettivo di ridurre il consumo di carta delle proprie amministrazioni e favorirne il riciclo. Per i servizi di ristorazione delle amministrazioni statali, si impone di ricorrere a prodotti biologici per un 15% degli ordini nel 2010, e per un 20 % nel 2012. È inoltre favorito nelle amministrazioni e nei servizi dello Stato il ricorso al “car pool”. Le amministrazioni realizzeranno un “piano per la propria efficacia energetica”(art. 48).

Il Titolo V riguarda laGouvernance, l’informazione e la formazione. In tale settore, in particolare, lo Stato si impegna a coinvolgere le collettività territoriali nell’elaborazione e realizzazione della strategia nazionale di sviluppo sostenibile, a rafforzare la disposizione del Codice degli appalti pubblici che prevede la presa in considerazione dell’impatto ambientale dei prodotti o dei servizi legati al loro trasporto (art. 51).

È prevista inoltre la realizzazione di un portale internet dedicato all’ambiente, al fine di permettere ad ognuno di accedere alle informazioni ambientali gestite dalle autorità pubbliche. È poi stabilito che le pratiche di perizia pubblica in materia di ambiente e sviluppo sostenibile siano riorganizzate (art. 52). È inoltre specificato che la buona gouvernance di un’impresa dovrà riguardare anche la migliore accessibilità delle informazioni relative alle conseguenze sociali e ambientali delle sue attività (art. 53) e che i consumatori dovranno poter disporre di informazioni complete sulle caratteristiche della “coppia prodotto/imballaggio”. È anche stabilito che saranno promosse campagne pubbliche di informazione sul consumo energetico sostenibile e che lo Stato renderà più vantaggioso il prezzo di alcuni prodotti più rispettosi dell’ambiente, attraverso una tassazione di prodotti viceversa più dannosi (art. 54). Sono promossi nuovi programmi per introdurre l’educazione allo sviluppo sostenibile nelle scuole (art. 55).

Il Titolo VI contiene alcune disposizioni relative ai Territori d’Oltremare (artt. 56 e 57).