- L'evoluzione del quadro macroeconomico e dei conti pubblici nella prima parte della legislatura
- Il secondo decreto anti-crisi (D.L. 5/2009)
- Il terzo decreto anti-crisi (D.L. 78/2009)
Dopo la presentazione alle Camere del disegno di legge finanziaria per il 2009, in presenza dell’aggravarsi dei segnali di crisi economica che si manifestavano nel corso degli ultimi mesi del 2008, e che avevano dato luogo ad una revisione peggiorativa delle previsioni per il 2009 da parte di alcune istituzioni economiche internazionali (a novembre il PIL italiano 2009 veniva stimato con segno negativo da parte del Fondo Monetario Internazionale (FMI), con un -0,6%), viene effettuato un primo intervento d’urgenza con il decreto-legge 185/2008 che, oltre a misure di consolidamento del sistema finanziario, reca una serie di interventi di sostegno dell’economia.
Come riferisce la relazione illustrativa al provvedimento, le misure introdotte dal decreto-legge sono volte a:
Il provvedimento mantiene comunque l’obiettivo del rispetto dei vincoli finanziari, comportando effetti sostanzialmente neutrali sui saldi di finanza pubblica.
L’effetto anticongiunturale derivante dal decreto risulta pertanto affidato agli interventi di riallocazione e rimodulazione delle risorse, volti a conseguire effetti di sostegno ed impulso all’economia attraverso l’individuazione di specifiche misure e dei corrispondenti mezzi di copertura.
In relazione alla composizione ed all’ammontare della manovra, l’intervento di sostegno ammonta complessivamente, sia per nuove spese che per riduzioni di entrate, a circa 6,4 miliardi di euro per il 2009, 4,0 miliardi per 2010 e 4,9 miliardi per il 2011, utilizzati principalmente mediante le seguenti disposizioni:
Nell’intervento di sostegno rientrano altresì riduzioni fiscali connesse:
Ulteriori interventi di natura finanziaria sono effettuati mediante una riallocazione di risorse già previste a legislazione vigente: è questo il caso delle disposizioni che prevedono la riprogrammazione delle risorse nazionali finalizzate allo sviluppo delle aree sottoutilizzate del Paese, che mira a concentrare le risorse che risultino disponibili nel Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) su obiettivi che vengono considerati prioritari per il rilancio dell’economia italiana, quali le opere pubbliche e l’emergenza occupazionale.
Per quanto concerne, infine, il reperimento dei mezzi finanziari necessari alla copertura delle misure sopraindicate, esso è affidato, oltre che ad alcune riduzioni di spesa, a nuove entrate pari complessivamente a circa 5,1miliardi euro per il 2009, 2,5 miliardi per il 2010 e 2,5 miliardi per il 2011. Le nuove entrate sono in particolare riferibili a disposizioni in materia di: