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Temi dell'attività Parlamentare

Controllo e monitoraggio dei prezzi

Negli ultimi anni l’andamento dei prezzi al consumo dei prodotti agroalimentari ha suscitato notevoli preoccupazioni, per la concomitanza di fattori negativi di ordine interno ed internazionale.
Sul piano internazionale, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari è connesso alla forte crescita della domanda proveniente dai paesi emergenti ed alla tendenziale riduzione dei raccolti, dipendente sia da negativi andamenti climatici, sia dalla maggiore utilizzazione di aree agricole per produzioni bio-energetiche.
Sul piano interno incidono negativamente sia la struttura estremamente allungata della catena di trasmissione dal produttore al consumatore finale, sia la crescente pressione dei prezzi dell’energia, anche per quanto riguarda il costo dei trasporti.

Il problema della formazione dei prezzi lungo le filiere agroalimentari, e della necessità di rendere pubblici eventuali fenomeni speculativi in modo da consentire al consumatore di orientarsi verso acquisti che premino comportamenti virtuosi, è stato quindi ben presente all’attenzione del legislatore.

Andamento dei prezzi e trasparenza

Già nella XIV legislatura, con l’articolo 2 del D.L. n. 182/2005  è stato attribuito alla Guardia di finanza e all’Agenzia delle entrate il compito di realizzare, sulla base delle direttive impartite dal Ministro dell’economia, un più stretto controllo dei prezzi lungo le filiere produttive agroalimentari nelle quali gli stessi abbiano manifestato un andamento anomalo.
La norma prevede la messa in atto di controlli mirati, per rilevare i prezzi di cessione dei prodotti lungo la filiera agroalimentare, ovvero nei passaggi tra le varie fasi di trattamento dei prodotti agroalimentari, dalla raccolta alla vendita al consumatore finale. I controlli vanno peraltro limitati alle filiere agroalimentari nelle quali si siano verificate, o siano in corso, anomalie nell’andamento dei prezzi.
Per lo svolgimento dei controlli la Guardia di finanza e l’Agenzia delle entrate si possono avvalere anche dei dati e degli elementi  in possesso degli Osservatori dei prezzi istituiti presso il Ministero delle politiche agricole e il Ministero delle attività produttive.

Il primo è l’Osservatorio prezzi ortofrutticoli istituito presso l’ISMEA, istituito per garantire la trasparenza del mercato, evidenziare eventuali comportamenti anomali nella filiera e assicurare al consumatore una corretta informazione e conoscenza circa livelli e dinamiche dei prezzi e provenienza dei prodotti.
Esso è strutturato in modo da:

  •  garantire la trasparenza del mercato,
  •  evidenziare eventuali comportamenti anomali nella filiera,
  •  assicurare al consumatore una corretta informazione e conoscenza circa livelli e dinamiche dei prezzi.

I prodotti ortofrutticoli oggetto di monitoraggio sono 29, di cui 14 appartenenti al segmento degli Ortaggi freschi, e 15 rientranti nel comparto della Frutta fresca. La scelta dei prodotti oggetto di monitoraggio è effettuata sulla base della rilevanza che gli stessi hanno sul piano produttivo e in termini di incidenza sulla spesa delle famiglie italiane, in modo tale da essere rappresentativi della tendenza dei mercati.
Per ciascuno dei prodotti, le rilevazioni riguardano le diverse fasi di scambio:
    all’origine, l’Osservatorio si avvale della Rete di rilevazione ISMEA;
    all’ingrosso, i dati mensili provengono direttamente dall'Osservatorio prezzi all'ingrosso realizzato da Ismea con il supporto tecnico di Fedagromercati;
    al dettaglio, i dati si fondano sull'indagine condotta da ISMEA sugli acquisti domestici delle famiglie italiane.
Va aggiunto che ISMEA è impegnato nella promozione di un Network europeo per il monitoraggio dei mercati agricoli a livello continentale, attraverso la standardizzazione dei metodi di raccolta ed elaborazione dei dati.

L’Osservatorio dei prezzi istituito presso il Ministero delle attività produttive (con D.M. del 16/9/92) tra l’altro, "verifica la coerenza del processo di formazione dei prezzi nelle varie fasi, all’uopo avvalendosi di specifici ispettori dei costi" e, in presenza di fattori distorsivi, può promuovere l’intervento del CIPE. Nel sito infine, è resa nota l'attività del Garante per la sorveglianza dei prezzi, e sono "tempestivamente" pubblicati ed aggiornati quadri di confronto dei prezzi dei principali beni di consumo e durevoli, con particolare riguardo ai prodotti alimentari ed energetici (così l'art. 5, del D.L. n. 112/08). 

All’inizio della XV legislatura, il D.L. n. 223/2006 con l’articolo 9 comma 1 ha disposto ulteriori misure per il sistema informativo sui prezzi dei prodotti agro-alimentari, prevedendo che entrambi i Ministeri dell’agricoltura e dello sviluppo consentano alle regioni ed agli enti locali di collegarsi con i sistemi informativi ad essi afferenti. Poiché lo scopo è sempre quello di promuovere una più diffusa informazione del consumatore sui prezzi all’ingrosso e al dettaglio dei prodotti agro-alimentari, le disposizioni richiedono anche che i dati aggregati siano resi pubblici anche mediante la pubblicazione su internet, su testate giornalistiche (con stipula di convenzioni gratuite), con emittenti radio-televisive e con gestori del servizio di telefonia.
Con decreto interministeriale in data 22 dicembre 2006 i Ministri dello sviluppo economico e delle politiche agricole hanno approvato le direttive per l’attuazione sperimentale delle disposizioni di cui sopra.

Un ulteriore pacchetto di interventi per promuovere la trasparenza dei prezzi dei prodotti alimentari è stato poi adottato con l'art. 2, commi da 127 a 132, della legge n. 244/07, finanziaria 2008.
Tale intervento si colloca peraltro in un più vasto ambito di attenzione al controllo dei prezzi: l’art. 2, commi 196-203, della medesima legge finanziaria ha istituito infatti l”Autorità garante per la sorveglianza dei prezzi”, che deve sovrintende alla tenuta e all’elaborazione delle informazioni che provengono dagli “uffici prezzi” delle camere di commercio, dall'ISTAT, dalla Presidenza del Consiglio, nonché dai competenti uffici del MIPAAF. Il supporto operativo è assicurato dalla Guardia di finanza. In un progetto di semplificazione e snellimento procedurale, le funzioni del Garante sono state ridefinite con l’art. 5 del D.L. n. 112/08, che gli ha attribuito specifici poteri conoscitivi ed ha previsto un maggiore coinvolgimento delle associazioni di categoria e delle amministrazioni pubbliche. Infine - art. 23, della legge n. 99/09 - è stato consentito alla CGF l’esercizio dei poteri di indagine ad essa attribuiti in sede di accertamento dell’IVA e delle imposte dirette anche in seno alle indagini conoscitive avviate dal Garante per la sorveglianza dei prezzi.

Le facoltà e i poteri attribuiti ai fini dell’accertamento dell’IVA e delle imposte sui redditi, sono regolati dagli articoli 51 e 52 del DPR 633/72, nonché 32 e 33 del DPR n. 600/73. I citati articoli contengono un ampio ventaglio di poteri, tra i principali: il potere di procedere all'esecuzione di accessi, ispezioni e verifiche; il potere di invitare i soggetti che esercitano imprese, arti o professioni a comparire di persona o a mezzo di rappresentanti per esibire documenti e scritture o per fornire dati, notizie e chiarimenti rilevanti ai fini degli accertamenti nei loro confronti; il potere di inviare questionari ai soggetti che esercitano imprese, arti e professioni, con invito a restituirli compilati e firmati, relativi a dati e notizie di carattere specifico rilevanti ai fini dell'accertamento, anche nei confronti di loro clienti e fornitori; il potere di invitare qualsiasi soggetto ad esibire o trasmettere, anche in copia fotostatica, documenti e fatture relativi a determinate cessioni di beni o prestazioni di servizi ricevute ed a fornire ogni informazione relativa alle operazioni stesse; il potere di chiedere ad una vasta pletora di soggetti pubblici e privati la trasmissione di informazioni, dati e notizie.

Per quanto riguarda specificamente i prodotti alimentari, la legge n. 244/07 prevede (comma 127 citato) che l'Osservatorio del dicastero agricolo, ovvero l'ISMEA, verifichi la trasparenza dei prezzi dei prodotti alimentari, con particolare riferimento a quelli al dettaglio, integrando le rilevazioni che debbono essere effettuate ai sensi dell'articolo 127, comma 3 della legge 23 dicembre 2000, n. 388. Oltre ad assicurare la trasparenza del mercato, le verifiche debbono perseguire il fine di contrastare l'andamento anomalo dei prezzi delle filiere agroalimentari, allo scopo di assicurare una tutela del consumatore, la leale concorrenza tra gli operatori e la difesa del made in Italy. I dati aggregati rilevati dall’Osservatorio del MIPAAF dovranno essere resi pubblici, almeno con cadenza settimanale, mediante la pubblicazione sul sito internet del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e con la stipula di convenzioni gratuite con testate giornalistiche ed emittenti radio televisive e gestori del servizio di telefonia (comma 128). All'Ispettorato centrale contollo frodi, ora ICQRF - Dipartimento del MIPAAF, è attribuito (comma 129) il compito di svolgere i controlli nelle filiere agroalimentari in cui l’ISMEA abbia rilevato ai sensi del comma 1 un andamento anomalo dei prezzi. L’operato dell’ICQ si inserisce nell’ambito dei programmi di controllo ad esso affidati dall’articolo 2, comma 1, lettera b), del decreto-legge 9 settembre 2005, n. 182, e si affianca così all’attività di controllo svolta dalla Guardia di finanza e dell’Agenzia per le entrate ai sensi della lettera a) della norma citata del D.L. n. 182/2005. Il Ministro delle politiche agricole riferisce al Presidente del Consiglio dei ministri sugli esiti delle attività di controllo svolte dall’ICQ, formulando le proposte per l’adozione da parte del Governo di adeguate misure correttive dei fenomeni di andamento anomalo nelle filiere agroalimentari (comma 130), ed è altresì incaricato (comma 131) di promuovere, d’intesa con gli enti locali, l’organizzazione di panieri di prodotti alimentari di generale e largo consumo; il ministero deve anche promuovere l’attivazione di forme di comunicazione al pubblico, anche attraverso strumenti telematici, degli elenchi degli esercizi commerciali presso i quali gli individuati panieri sono disponibili, nonché degli esercizi meritevoli in ragione dei prezzi praticati.

Si ricorda infine che il Senato, approvando il 7 ottobre 2008 la mozione 1.00025, Bricolo ed altri, ha istituito una Commissione straordinariaper la verifica dell'andamento generale dei prezzi al consumo e per il controllo della trasparenza dei mercati, costituita da 25 componenti in ragione della consistenza dei Gruppi parlamentari. La Commissione ha avuto compiti di studio, osservazione e iniziativa, per lo svolgimento dei quali le è stato consentito di prendere contatto con istituzioni di altri Paesi e con organismi internazionali; a tal fine la Commissione ha potuto effettuare missioni in Italia o all'estero. Per il raggiungimento di queste finalità essa può svolgere procedure informative ai sensi degli articoli 46, 47 e 48 del Regolamento; formulare proposte e relazioni all'Assemblea - tra cui una relazione annuale - ai sensi dell'articolo 50, comma 1, del Regolamento; votare risoluzioni alla conclusione dell'esame di affari ad essa assegnati, ai sensi dell'articolo 50, comma 2, del Regolamento; formulare pareri su disegni di legge e affari deferiti ad altre Commissioni, anche chiedendone la stampa in allegato al documento prodotto dalla Commissione competente, ai sensi dell'articolo 39, comma 4, del Regolamento. La Commissione ha durata triennale e può essere rinnovata
L'ultima seduta della Commissione, che ha acquisito una ricca documentazione posta in rete,  si è tenuta il 24 Ottobre 2012.

 

L'indagine conoscitiva dell'Autorità antitrust sulla distribuzione agroalimentare

L’Autorità Garante della concorrenza e del mercato ha concluso il 7 giugno 2007 unaindagine conoscitiva sulla distribuzione agroalimentareavviata il 1° giugno 2005. L'indagine ha avuto una particolare attenzione per il settore dei prodotti ortofrutticoli.

L’indagine, come si legge nella premessa del documento approvato dall’Autorità "ha preso spunto anche dalla diffusa percezione di un incremento dei prezzi dei prodotti ortofrutticoli avvenuto in concomitanza con il processo di conversione della lira nell’Euro", e si è prefissa pertanto di analizzare il funzionamento della filiera distributiva del comparto ortofrutticolo per verificare se le sue caratteristiche strutturali ed organizzative siano tali da ostacolare, tramite specifiche inefficienze e/o deficit concorrenziali, una corretta trasmissione dei prezzi lungo la catena distributiva, con conseguente creazione di effetti moltiplicativi sui prezzi degli ortaggi e della frutta.

Nelle osservazioni conclusive il documento auspica una ulteriore crescita del ruolo della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), che nel settore dell’ortofrutta ha ancora una quota di mercato (circa il 50%) largamente inferiore a quella media per gli altri settori, che è circa del 70%; tale crescita dovrebbe andare in sostituzione soprattutto dei tradizionali negozi di frutta e verdura, ed essere però realizzata in condizioni di reale tensione competitiva tra le diverse catene.

Una presenza più significativa della GDO promuoverebbe infatti un assetto più efficiente dell’intera filiera distributiva, ad esempio attraverso la concentrazione dei servizi logistici in capo a piattaforme realizzate presso i mercati all’ingrosso ovvero attraverso una spinta all’aggregazione dell’offerta.

Ciò in quanto, come sottolinea il documento, le modalità di approvvigionamento della GDO, "richiedono a tale tipologia distributiva di confrontarsi necessariamente con interlocutori grandi ed organizzati, non sempre presenti per tutti i prodotti del comparto, soprattutto con riferimento a quelli orticoli. In particolare, le necessità della GDO (in termini di completezza dell’assortimento, continuità e standardizzazione degli assortimenti, centralizzazione dei servizi logistici e di controllo), a fronte di un’offerta agricola caratterizzata da un’estrema frammentazione dei produttori, nonché da un’erraticità intrinseca nelle disponibilità, nei prezzi e negli standard qualitativi, fanno si che tale tipologia distributiva possa sfruttare appieno le proprie potenzialità competitive soltanto nella misura in cui riesce, per una percentuale consistente dei propri approvvigionamenti, ad accorciare la catena distributiva, rivolgendosi a produttori, o a organizzazioni di produttori, di dimensioni sufficienti a soddisfare almeno buona parte della domanda della catena e a stabilizzare conseguentemente il rapporto di fornitura e i prezzi".