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Temi dell'attività Parlamentare

Bosnia-Erzegovina: scheda politico-parlamentare

n. 5710 luglio 2012

                                Bosnia-Erzegovina                

 

 

Il quadro istituzionale

La Bosnia-Erzegovina è una repubblica presidenziale a struttura federale nata dagli accordi di Dayton del 21 novembre 1995, che posero fine alla guerra civile jugoslava del 1992-1995.

La popolazione della Bosnia-Erzegovina si ripartisce in tre distinti gruppi etnico-religiosi: i musulmano-bosniaci, pari a quasi la metà della popolazione, i serbo-bosniaci ed i croato-bosniaci rispettivamente pari a un terzo e a un sesto della popolazione.

Il paese è caratterizzato da una forma istituzionale che può definirsi confederale, basata, sulla base delle divisioni etniche e territoriali prodotte dalla guerra civile, sulla della Federazione croato-musulmana (FBiH)[1](entità che rappresenta circa il 51% del territorio e il 67% della popolazione), la cui capitale è Sarajevo e sulla Repubblica serba di Bosnia(Republika Srpska-RS)[2], il cui capoluogo è Banja Luka (circa il 49% del territorio, 33% della popolazione).

Il carattere confederale dell'assetto del paese è connesso alla notevole debolezza delle istituzioni centrali della Bosnia-Erzegovina, cui ha sino ad ora supplito la figura del Rappresentante speciale dell’Unione Europea - attualmente il diplomatico danese Peter Sorensen - dotato di prerogative molto ampie (i cosiddetti “Bonn Powers”).

L'Alto Rappresentante è la più alta autorità civile del Paese, cui spettano compiti di controllo, di monitoraggio e supervisione relativi agli aspetti civili contenuti nell'Accordo di Dayton, nonché potere di imposizione di provvedimenti legislativi e di rimozione di pubblici funzionari che ostacolino l'attuazione della pace.

La nomina dell'Alto Rappresentante è effettuata dallo Steering Board del Peace Implementation Council (PIC), che è un organo di 55 Stati ed organizzazioni internazionali (di cui l'Italia è membro permanente) ed è approvata ufficialmente dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

Bosnia-Erzegovina è formato:

Ø      dalla Camera dei popoli, composta da 15 delegati: 10 dei quali (5 bosniaci e 5 croati) eletti con mandato quadriennale dalla Camera dei Rappresentanti della Federazione e 5 serbi scelti dall’Assemblea Nazionale della Repubblica serba

Ø      dalla Camera dei rappresentanti, 42 seggi dei quali 28 per la Federazione croato-musulmana e 14 per la Repubblica serba di Bosnia, eletti con voto popolare per quattro anni.

La composizione della Camera dei rappresentati, dopo l’ultima tornata elettorale del 3 ottobre 2010, è la seguente:

Partito socialdemocratico di Bosnia: 8 seggi;

Alleanza dei Social Democratici Indipendenti: 8 seggi;

Partito d'Azione Democratica: 7 seggi;

Alleanza per un Futuro migliore della Bosnia ed Erzegovina: 4 seggi;

Partito Democratico Serbo: 4 seggi;

Unione Democratica Croata di Bosnia ed Erzegovina: 3 seggi;

Partito per la Bosnia ed Erzegovina: 2 seggi;

Unione Democratica Croata 1990: 2 seggi

Altri: 4 seggi.

La Bosnia-Erzegovina ha una Presidenza collegiale composta da tre membri che vengono eletti da ciascuna comunità (serba, croata e bosniaca-musulmana) con mandato quadriennale, a suffragio universale (il requisito per l’esercizio dell’elettorato attivo nel paese è il compimento del diciottesimo anno di età, ridotto a sedici nel caso in cui l’elettore sia un lavoratore). La guida della Presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina viene assunta a rotazione, per una durata di otto mesi, da uno dei tre componenti la “triade” presidenziale.

I risultati delle ultime elezioni presidenziali del 3 ottobre 2010, hanno visto l’elezione di:

Ø      Bakir Izetbegovi? per la componente bosniaco-musulmana, candidato del Partito di azione democratica SDA e figlio del primo presidente bosniaco(1990-1996 e 1996-2000) Alija;

Ø      ?eljko Komši?, rappresentante croato, candidato del Partito socialdemocratico (SDP).

Ø      Nebojša Radmanovi?,rappresentante serbo, candidato dell'SNSD (Unione dei Socialdemocratici Indipendenti).

L’affluenza alle urne è risultata pari al 56,30%.

Nel febbraio scorso, dopo 15 mesi di stallo, i leader politici bosniaci hanno trovato un accordo per la formazione del governo. La composizione del nuovo esecutivo conferma però la divisione su base etnica delle istituzioni e del Paese .

Il nuovo esecutivo è guidato da Vjekoslav Bevanda, rappresentante croato, dell'Hdz BiH: il 10 febbraio la Camera dei deputati del Parlamento bicamerale della Bosnia con 26 voti a favore, uno astenuto e 7 contrari ha appoggiato il neo Consiglio dei ministri e subito dopo si è svolta la prima riunione del nuovo esecutivo.

La priorità del governo è il miglioramento della situazione economica e il superamento del blocco del cammino europeo della Bosnia. Il presidente del Partito socialdemocratico bosniaco, Zlatko Lagumd?ija è il nuovo ministro degli esteri, ed è l'unico dei leader dei sei maggiori partiti della coalizione governativa a far parte del Consiglio dei ministri. 

 

 


 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Indicatori internazionali sul paese[3]:

Libertà politiche e civili: Stato parzialmente libero (Freedom House);

Indice della libertà di stampa: 58 su 179

Libertà di Internet: nessun filtraggio alla rete

Libertà religiosa: assenza eventi significativi (ACS);

Corruzione percepita: 91 su 182

Libertà economica: Stato prevalentemente non libero (“mostly unfree”) (104 su 179)

PIL (outlook giugno 2012): +1,2%.

 

 


[1] La carica di Presidente dellaFederazione croato-musulmana è attualmente ricoperta da ?ivko Budimir (Partito Croato dei diritti), eletto nel 2011 in rappresentanza di una ampia coalizione denominata The Platform, dal Parlamento bicamerale della Federazione, composto dalla Camera dei popoli (60 membri, 30 Bosniaci e 30 Croati) nominati dalle 10 assemblee cantonali della Federazionee dalla Camera dei Rappresentanti (98 membri eletti con sistema proporzionale e con mandato quadriennale).

[2] Il Presidente della Repubblica serba di Bosnia è attualmente Milorad Dodik, eletto a suffragio universale. L’Assemblea nazionale, il Parlamento monocamerale della Repubblica serba di Bosnia è composto da 83 membri eletti con sistema proporzionale ogni quattro anni.

[3] Gli indicatori internazionali sul paese, ripresi da autorevoli centri di ricerca, descrivono in particolare: la condizione delle libertà politiche e civili secondo le classificazioni di Freedom House e dell’Economist Intelligence Unit; la posizione del paese secondo l’indice della corruzione percepita predisposto da Transparency International (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di minore corruzione percepita) e secondo l’indice della libertà di stampa predisposto da Reporters sans Frontières (la posizione più alta nell’indice rappresenta una situazione di maggiore libertà di stampa); la condizione della libertà religiosa secondo i due rapporti annuali di “Aiuto alla Chiesa che soffre” (indicato con ACS) e del Dipartimento di Stato USA (indicato con USA); la condizione della libertà economica come riportata dalla fondazione Heritage la condizione della libertà di Internet come riportata da OpenNet Initiative; il tasso di crescita del PIL come riportato dal Fondo monetario internazionale; la presenza di situazioni di conflitto armato secondo l’International Institute for Strategic Studies (IISS). Per ulteriori informazioni sulle fonti e i criteri adottati si rinvia alle note esplicative presenti nel dossier Analisi dei rischi globali. Indicatori internazionali e quadri previsionali (29 luglio 2011) e nella nota Le elezioni programmate nel periodo settembre-dicembre 2011 (9 settembre 2011).