L’F-35 Lightning II è un velivolo multiruolo di quinta generazione, che unisce le prestazioni di un velivolo da caccia a spiccate caratteristiche stealth (bassa osservabilità da parte dei sistemi radar) e net-centriche. Le principali missioni assegnate al JSF sono quelle di interdizione di profondità; di distruzione delle forze aeree avversarie; di attacco strategico; di difesa aerea; di appoggio tattico; di controaviazione offensiva.
Il caccia è un tipo di velivolo originariamente progettato per la per la distruzione in volo di aerei nemici, con particolare riferimento ai bombardieri, progettati per attaccare obiettivi terrestri, sia civili che militari. La classificazione dei caccia attraverso il riferimento ad una determinata “generazione” consente di individuare le diverse tipologie di caccia sviluppatesi dalla fine del secondo conflitto mondiale ad oggi. Ad esempio, appartengono alla prima generazione (1945 – 1955) i caccia subsonici ad ala dritta con prese d’aria a geometria fissa ( ad es., Lockheed P-80 Shooting Star americano e il Gloster Meteor britannico). La seconda generazione (1955-1960) è caratterizzata dalla collocazione dei motori del velivolo nella fusoliera, anziché nelle semi ali e dall’ala a freccia (ad es., North American F-100 Super Sabre). La terza generazione (1960-1970), comprende i caccia con ala a forte freccia o delta capaci di raggiungere velocità transoniche o di poco supersoniche. Alla quarta generazione(1970-1995) appartengono, poi, i caccia con ala a forte freccia o a delta e prese d'aria a geometria variabile, capaci di raggiungere la velocità Mach 2[16]. A questa categoria di caccia appartiene il velivolo Eurofighter. La quinta generazione corrisponde a quei caccia sviluppati a partire dal 1995 e dotati di tecnologie molto avanzate in ambito stealth.
Si prevede lo sviluppo di tre varianti del velivolo:
Caratteristiche tecniche: apertura alare: 10,67 m, altezza: 4,38 m, lunghezza: 15,67 m, superficie alare: 42,7 m2, peso a vuoto: 13.290 kg, peso massimo al decollo: 31.750 kg, velocità max: 1,6 mach, capacità di carburante di 8.278 kg; impianto propulsivo: Pratt&Whitney F135-PW-100 o General Electric/Rolls Royce F136
Armamento: interno: 2 missili aria-aria e 2 missili aria-superficie, cannone 25 mm; esterno: combinazioni diverse di missili e bombe fino a 8.164 kg;
Equipaggio: 1 pilota
Differisce dalla versione base per:
Differisce dalla versione base per:
L’Italia è interessata ad una combinazione di vettori CTOL e STOVL. I velivoli a decollo verticale STOVL sono gli unici aerei che possono essere impegnati dalla Marina sulle navi italiane, in sostituzione degli attuali AV8B.
Il programma Joint Strike Fighter venne avviato negli USA, nella prima metà degli anni Novanta, nell’ambito del progetto JAST (Joint Advanced Strike Technology), che prevedeva lo sviluppo di un velivolo da combattimento di nuova generazione in grado di combinare soluzioni tecnologiche capace di garantire un lungo periodo di impiego con la possibilità di sostituire, con un unico aereo in più versioni, un’ampia gamma di velivoli della flotta militare statunitense (compresi quelli a decollo verticale).
Il programma si articola in cinque fasi:
Il programma si svolge nell’ambito di una cooperazione internazionale tra Stati Uniti, Regno Unito, Italia, Paesi Bassi, Canada, Turchia, Australia, Norvegia e Danimarca.Il coinvolgimento dei diversi Paesi è stato calibrato in base alla partecipazione finanziaria ed alla capacità di acquisto dei velivoli secondo il seguenti livelli:
Sono state inoltre previste forme di collaborazione da parte di Israele e Singapore, attraverso la sottoscrizione di un accordo bilaterale di Security Cooperation Participation (SCP) con gli USA.
Le fasi CDP, SDD, PSFD del Programma sono state regolate da appositi Memorandum of Understanding sottoscritti dagli Stati che partecipano al programma. Il Memorandum relativo alla fase PSFD contiene anche una stima dei velivoli da mettere in produzione, che è riportata nella tabella sottostante. Si segnala tuttavia che i quantitativi effettivi di velivoli da consegnare ai diversi Stati membri del progetto verranno definiti nelle ultime due fasi (LRIP, FRIP).
Il documento è riportato nel dossier del Servizio studi n. 321 "Il programma Joint Strike Fighter".
| Velivoli previsti |
USA | 2.443 |
Regno Unito | 138 |
Italia | 131 |
Paesi Bassi | 85 |
Australia | 100 |
Canada | 80 |
Turchia | 100 |
Norvegia | 48 |
Danimarca | 48 |
Totale | 3.173 |
Per quanto riguarda l'Italia, si segnala che, rispetto alla stima contrenuta nel richiamato Memorandum of Understanding, il Ministro della difesa, il 15 febbraio 2012, ha annunciato che vi sarà un ridimensionamento del programma: “l'esame fatto a livello tecnico e operativo porta a ritenere come perseguibile, da un punto di vista operativo e di sostenibilità, un obiettivo programmatico dell'ordine di 90 velivoli (con una riduzione di circa 40 velivoli, pari a un terzo del programma), una riduzione importante che, tuttavia, salvaguarda anche la realtà industriale e che, quindi, rappresenta una riduzione significativa coerente con l'esigenza di oculata revisione della spesa”.
Sia gli USA , sia i partner che partecipano al programma, si trovano davanti alla sfida rappresentata dal quasi raddoppio dei prezzi unitari medi da inizio programma e dell’aumento del costo del ciclo di vita dei velivoli.
Il Government Accountability Office (GAO) statunitense, agenzia indipendente che supporta il congresso USA nel monitoraggio dell'azione del Governo federale e delle sue spese, in un rapporto del 19 marzo 2010 sulla crescita dei costi e sui ritardi del programma JSF e in un successivo documento del 15 marzo 2011 sui primi risultati della ristrutturazione del programma, ha rilevato che i costi per l’Amministrazione USA sono cresciuti dai 231 miliardi di dollari del 2001 (34,4 per la fase di sviluppo e 196,6 per la fase di acquisizione) fino ai 276,5 del 2007, raggiungendo nel budget 2011 un costo complessivo di 322,6 miliardi di dollari. Questo ha fatto prefigurare la necessità, alla luce del Nunn-McCurdy Amendment, di effettuare un’apposita comunicazione in merito al Congresso. Il GAO ha evidenziato le difficoltà nel completamento delle diverse fasi del programma ed ha accertato che ai significativi aumenti di costi si sono accompagnati progressivi ritardi nelle scadenze delle diverse fasi.
Nel 2011, dopo una prima certificazione ai sensi della legge Nunn-McCurdy, il GAO ha segnalato l'ulteriore incremento del costo complessivo del programma, che è giunto a 382,5 miliardi di dollari (51,8 per lo sviluppo, 325,1 per la produzione e 5,6 per spese di costruzione militare). Il GAO rileva la possibilità di un ulteriore ritardo (al 2018) del completamento della fase di sviluppo e ribadisce che il programma ha parzialmente conseguito alcuni dei risultati preventivati, ma continua, a fronte di una crescita dei costi di progettazione (e, in prospettiva, dei costi unitari di produzione) a rivelare consistenti deficit qualitativi, soprattutto nel software, e a non rispondere ai livelli di funzionalità previsti, soprattutto nella variante STOVL, mentre sono ancora in corso elaborazioni e modifiche del progetto. Il costo medio del velivolo (compresi i costi di sviluppo e appalto) sono passati dagli 81 milioni di dollari iniziali (2001) ai 156 milioni preventivati nel giugno 2010, dopo una prima ristrutturazione del programma.
In un rapporto del 19 maggio 2011 il Government Accountability Office stima in circa 385 miliardi dollari il costo totale dell’investimento per 2.457 aeromobili entro il 2035. Il report sottolinea che la ristrutturazione globale del programma da parte del Dipartimento della difesa, tuttora in corso, comporta maggiori costi iniziali di sviluppo, un numero inferiore di aerei nel breve termine, ritardi nelle attività di training e dilatazione dei tempi di collaudo e rilascio (cfr. :testimonianza davanti al Committee on Armed Service del Senato USA di Michael Sullivan, Director Acquisition and Sourcing Management del GAO. Il documento è rinvenibile all’indirizzo web).
Riguardo alle criticità connesse alla variante STOVL del JSF, il periodo di due anni di osservazione stabilito dall’allora Segretario di Stato alla Difesa USA Gates nel gennaio 2011, a fronte delle difficoltà di realizzazione è terminato in anticipo di un anno. Come è noto la variante STOVL rappresenta l’unico aereo da combattimento a decollo corto e atterraggio verticale in sviluppo nel mondo, in grado quindi di sostituire gli AV-8B Harrier attualmente in servizio ed essere impiegato su portaerei configurate per questo tipo di velivolo.
Al riguardo, nel corso dell’audizione del Segretario generale della Difesa e Direttore nazionale degli armamenti, sull'attuazione del programma d'armamento Joint Strike Fighter, il Generale di squadra aerea Claudio Debertolis, ha fatto presente che “in effetti, sono gli unici aerei che possono essere impiegati dalla nostra Marina, sulle nostre navi, in sostituzione degli attuali AV8. Per un certo periodo abbiamo temuto che la parte del programma inerente il decollo verticale fosse in pericolo, poiché ci sono stati problemi tecnici che peraltro hanno rallentato il programma di due anni. Ricordo che, oltre alla nostra Marina, soltanto i Marines statunitensi avranno questo versione dei velivoli. Insomma, si temeva una cancellazione di questa parte del programma, assegnando anche ai Marines dei velivoli convenzionali. In realtà, questa versione è stata considerata importantissima e i problemi sono stati superati. Qualche settimana fa il commitment statunitense del programma è stato confermato, dunque a questo punto i velivoli ci saranno e verranno impiegati dalla nostra Marina. L’Aeronautica ne avrà un certo numero, per poter affrontare talune situazioni tattiche che potrebbero presentarsi” (Crf.: audizione del Segretario Generale e Direttore Generale degli armamenti Generale Claudio Debertolis presso la Commissione difesa della Camera del 1° febbraio 2012 );
In data 23 febbraio 2013 il Pentagono ha sospeso tutti i voli di collaudo del caccia multiruolo F-35 dopo aver rilevato un guasto al motore nel corso di un'ispezione di routine, svolta' nella base militare di Edwards in California. Secondo quanto riferito la Difesa Usa che ha parlato di una sospensione cautelare, "si tratta di una frattura in una delle pale della turbina del reattore".
Il 1°marzo 2013, il Pentagono ha rimosso la sospensione temporanea imposta ai 51 caccia. La decisione di autorizzare gli aerei al volo, si legge sul sito
della Bbc, "è stata assunta dopo che gli accertamenti compiuti hanno confermato che si è trattato di un problema circoscritto e non di un difetto comune a tutti i velivoli".
L’Italia ha aderito al programma fin dalla fase CDP, a livello di partner informato, con un contributo di 10 milioni di dollari, a partire dal 1999, dopo che le Commissioni difesa della Camera e del Senato avevano espresso parere favorevole, rispettivamente nelle sedute del 9 e del 15 dicembre 1998.
Il nostro Paese ha confermato la partecipazione alla fase SDD, dopo i pareri favorevoli con osservazioni espressi dalle Commissioni difesa del Senato e della Camera, rispettivamente nelle sedute del 14 maggio e del 4 giugno 2002. L’Italia è impegnata in questa fase con 1.028 milioni di dollari (corrispondenti allora a 1.190 milioni di euro) in undici anni. Il costo complessivo della fase SDD è quantificato in 33,1 miliardi di dollari.
Il 7 febbraio 2007 l’Italia ha sottoscritto il MoU (Memorandum of Understanding) relativo alla fase PSFD. In termini finanziari l’impegno italiano prevede un onere di 904 milioni di dollari, a partire dal 2007 fino a termine fase (pari al 4,1% dei 21,88 miliardi di dollari di costo complessivo della fase PSFD del programma). Il MoU contiene un quadro indicativo degli acquisti, che reca, per l’Italia, una previsione di 131 velivoli (69 nella versione CTOL e 62 nella versione STOVL).
Anche l’adesione alla fase PSFD è stata approvata dalle Commissioni difesa della Camera e del Senato, che l’8 aprile 2009 hanno espresso rispettivamente parere favorevole con condizioni e parere favorevole con osservazioni sullo schema di programma trasmesso dal Governo, che comprendeva anche la realizzazione, presso l’aeroporto militare di Cameri (Novara), di una linea di assemblaggio finale e di verifica (FACO) per i velivoli destinati ai Paesi europei. Alle Commissioni è stato, in questa occasione, sottoposto l’intero programma JSF (compresa la realizzazione del centro FACO); la durata prevista sia del programma JSF, a partire dal 2009, che della costruzione e del funzionamento del centro FACO/MRO&U è di diciotto anni (2009-2026).
Le condizioni poste alla prosecuzione del programma da parte della Commissione difesa della Camera riguardavano:
La Commissione ha inoltre richiesto che il Governo renda comunicazioni sugli sviluppi del programma alla Commissione Difesa, con cadenza annuale, e in ogni caso in cui si manifestino scostamenti significativi rispetto alle previsioni effettuate.
Le osservazioni della Commissione difesa del Senato si riferivano invece:
La partecipazione industriale italiana al programma è prevista in 11 miliardi di dollari nelle sole fasi di sviluppo e produzione. La partecipazione dell’industria nazionale alle fasi di supporto logistico e di sviluppo successivo non sono ancora definite, mentre le attività svolte nel centro FACO/MRO&U potranno offrire opportunità aggiuntive alla partecipazione dell’industria nazionale al programma pari a circa 1,5 miliardi di dollari.
Tra le aziende italiane coinvolte si ricordano: Alenia Aeronautica, (che realizzerà il cassone alare del 100% dei velivoli destinati alle forze armate italiane e del 50% di quelli destinati a USA e Regno Unito). Avio (che avrà la responsabilità completa per lo sviluppo e la produzione del sistema di trasmissione e di parte della turbina del motore F136). Galileo Avionica (che ha ottenuto l’appalto per lo sviluppo e la realizzazione della cella “sotto vuoto” del sistema di controllo del tiro); Elsag (che è coinvolta nel settore dei sistemi informativi a supporto dello sviluppo prodotto e per la logistica). Marconi Selenia Communications (alla quale è affidata la costruzione dei sistemi radio di riserva).Le altre ditte italiane che hanno acquisito contratti ed impegni per il futuro sono Aerea (piloni di lancio dei missili), Datamat, Gemelli, Logic, Selex communication, Marconi, Sirio Panel (schermi e luci dell’abitacolo), Mecaer, Moog, Oma, OtoMelara, Secondo Mona, Sicamb (seggiolino eiettabile), Consorzio S3Log, Elettronica, Aermacchi e Vitrociset.
Nel corso della già rammentata seduta del 1° febbraio 2012 presso la Commissione difesa è stato fornito il prospetto del coinvolgimento delle aziende nazionali nel programma JSF.
Mercoledì 28 marzo 2012, l’Aula della Camera ha approvato le mozioni Gidoni ed altri n. 1-00861, Porfidia ed altri 1-00862, Moffa ed altri n. 1-00907 e Rugghia ed altri n. 1-00909, nei rispettivi testi modificati, nonché le mozioni Misiti ed altri n. 1-00908, Cicu ed altri n. 1-00920, Paglia, Bosi, Vernetti ed altri n. 1-00963 e la risoluzione Pezzotta ed altri n. 6-00105 sulla riduzione e razionalizzazione delle spese militari, con particolare riferimento al blocco del programma per la produzione e l'acquisto dei cacciabombardieri Joint Strike Fighter (JSF) F-35; è stata inoltre respinta la mozione Di Stanislao ed altri n. 1-00781 nel testo modificato, mentre la mozione Pezzotta, Sarubbi ed altri n. 1-00943 è stata ritirata dai presentatori.
Nel merito delle soprarichiamate mozioni, si segnala che, mentre la mozione n. 1-00781 (nuova formulazione), respinta dalla Camera,era finalizzata ad impegnare il Governo a rivedere drasticamente la partecipazione dell’Italia al programma per la produzione e l'acquisto dei 131 cacciabombardieri Joint Strike Fighter e a valutare la possibilità di uscire definitivamente dal programma e di utilizzare tali risorse per il rilancio dell'economia e il sostegno all'occupazione giovanile, le mozioni 1-00908, 1-00909, 1-00920 e 1-00943, approvate dalla Camera impegnano, rispettivamente, il Governo a:
Le mozioni 1-00861, 1-00862, 1-00907 e 1-00963, approvate dalla Camera sono , invece, dirette a:
Per quanto riguarda, da ultimo, la risoluzione n. 6-00105, approvata anch’essa dalla Camera nel corso della seduta del 28 marzo, essa mira, tra l’altro, ad impegnare il Governo a subordinare qualunque decisione relativa all'assunzione di impegni per nuove acquisizioni nel settore dei sistemi d'arma, al processo di ridefinizione degli assetti organici, operativi e organizzativi dello strumento militare italiano;