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La disciplina europea in materia di qualifiche professionali

Nell'ambito delle iniziative volte a completare e rafforzare il mercato interno, prospettate dall'Atto per il mercato unico, la Commissione europea ha presentato, il 19 dicembre 2011, una proposta di modifica della direttiva 2005/36/CE relativa al riconoscimento delle qualifiche professionali in tutta l'UE.

La revisione del quadro normativo europeo

La predisposizione della proposta discende dalla necessità, emersa da valutazioni sullo stato di attuazione della direttiva 2005/36/CE  effettuate dalla Commissione europea, di rimuovere gli ostacoli ancora esistenti in materia di riconoscimento delle qualifiche professionali quali la complessità delle prassi e le irregolarità amministrative, i ritardi nelle procedure di riconoscimento e le resistenze corporative a livello nazionale.

In particolare, la proposta mira, a fronte della crescente richiesta di personale altamente qualificato nell’UE, a migliorare la mobilità geografica dei lavoratori nel mercato unico e l'efficienza dei mercati occupazionali mediante:

  • l’introduzione di una tessera professionale europea per facilitare il riconoscimento delle qualifiche professionali conseguite nell’UE;
  • un migliore accesso alle informazioni relative al riconoscimento delle qualifiche professionali mediante il ricorso agli sportelli unici istituiti nel quadro della direttiva 2006/123/CE sui servizi nel mercato interno;
  • un aggiornamento dei requisiti minimi di formazione (che risalgono a 20-30 anni fa) per medici, dentisti, farmacisti, infermieri, ostetriche, veterinari ed architetti;
  • l’introduzione di un sistema di allerta in base al quale le autorità competenti dei singoli Stati membri saranno tenute a segnalare alle proprie omologhe degli altri Stati membri i nominativi dei professionisti che lavorano in ambito sanitario cui è stato proibito di esercitare la professione da un’autorità pubblica o un tribunale;
  • la creazione di un quadro di formazione comune e di verifiche professionali comuni allo scopo di estendere il riconoscimento automatico a nuove professioni.
La direttiva sul riconoscimento delle qualifiche professionali
La direttiva 2005/36/CE , recepita nel nostro ordinamento con il decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206, si applica ai cittadini UE che intendono esercitare una professione regolamentata – vale a dire una professione il cui accesso ed esercizio sono subordinati al possesso di specifiche qualifiche professionali previste dal diritto nazionale - in uno Stato membro diverso da quello in cui è stata conseguita la qualifica. Allo stato attuale a livello UE sono regolamentate più di 800 professioni, mentre le professioni regolamentate a livello nazionale sono più di 4 mila.

Ai fini dell’esercizio di una professione la direttiva prevede:

  • un regime di riconoscimento automatico dei titoli di formazione solo per 7 professioni (medico, infermiere, dentista, veterinario, ostetrica, farmacista e architetto), sulla base dell’armonizzazione dei requisiti minimi di formazione;
  • un regime di riconoscimento automatico delle qualifiche comprovate dall'esperienza professionale già acquisita nello Stato di origine per alcune attività industriali, commerciali e artigianali. Ai fini del riconoscimento si prendono in considerazione elementi quali la durata, il tipo di esperienza professionale (come lavoratore autonomo o dipendente) o la formazione pregressa;
  • un regime generale di riconoscimento delle qualifiche applicabile alle professioni che non sono oggetto di norme di riconoscimento specifiche, basato sul principio del riconoscimento reciproco e su una valutazione caso per caso da parte degli Stati membri. E’ prevista la possibilità di applicare misure di compensazione (tirocinio di adattamento o prova attitudinale a scelta del richiedente) in caso di differenze sostanziali tra la formazione acquisita dal lavoratore e quella richiesta nello Stato membro ospitante. Tali misure possono essere sostituite da piattaforme comuni (vale a dire l'insieme dei criteri delle qualifiche professionali in grado di colmare le differenze sostanziali individuate tra i requisiti in materia di formazione esistenti nei vari Stati membri per una determinata professione) proposte da associazioni professionali rappresentative a livello nazionale ed europeo.

Al fine di favorire l'applicazione della direttiva, si prevede una stretta collaborazionetra le autorità competenti dello Stato membro ospitante e di quello d'origine, anche attraverso:

  • la designazione in ogni Stato membro di un coordinatore che dovrà promuovere l’applicazione uniforme della direttiva da parte delle autorità competenti, e la creazione di punti di contatto incaricati di fornire ai cittadini qualsiasi informazione utile al riconoscimento delle qualifiche. L’articolo 6, comma 1, del citato decreto legislativo n. 206/2007 attribuisce al Dipartimento Politiche dell’Unione europea, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, i compiti di Coordinatore nazionale e di Punto nazionale di contatto per le informazioni e l'assistenza in materia di riconoscimento;
  • la partecipazione dei rappresentanti degli Stati membri nel comitato per il riconoscimento delle qualifiche professionali;
  • la consultazione da parte della Commissione di esperti dei vari gruppi professionali.
Le iniziative dell'UE in materia di qualifiche professionali

Per agevolare il riconoscimento delle qualifiche professionali nell’UE la Commissione europea ha proceduto alla creazione di:

  • una banca dati delle professioni regolamentate coperte dalla direttiva 2005/36/CE;
  • uno strumento elettronico multilingueIMI (Internal Market Information) utilizzato per lo scambio di informazioni tra i 27 Stati membri dell’UE;
  • un gruppo dei coordinatori nazionali, al quale partecipa anche un rappresentante della Commissione europea, al fine di favorire la cooperazione fra quest’ultima e le autorità nazionali sulle questioni relative al riconoscimento delle qualifiche professionali, facilitare l’attuazione della direttiva 2005/36/CE anche tramite l’elaborazione di orientamenti interpretativi, realizzare scambi di esperienze e buone pratiche.