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dal 29/04/2008 - al 14/03/2013

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Temi dell'attività Parlamentare

Somalia - Attività parlamentare

Processo di ricostruzione e riconciliazione nazionale

Il 4 febbraio 2009 sottosegretario agli esteri, Scotti, ha risposto all'interrogazione Maran ed altri n. 5-00936 sulla situazione in Somalia, gravata da una crisi sul piano politico-istituzionale, della sicurezza e umanitaria. Il sottosegretario ha rassicurato circa l’impegno del governo italiano a sostegno del Governo Federale Transitorio e degli sforzi di pace dell'Unione Africana.

Il 13 luglio e il 14 luglio 2009 si è svolta la discussione e la votazione di mozioni recanti Iniziative volte a sostenere il processo di riconciliazione nazionale in Somalia. Al termine del dibattito sono state approvate le mozioni Maran ed altri n. 1-00140, Pianetta, Dozzo, Lombardo ed altri n. 1-00209, Vietti ed altri n. 1-00210 ed Evangelisti ed altri n. 1-00215. Le mozioni erano volte ad impegnare il governo, tra l’altro, a continuare a farsi promotore di nuove iniziative politico-diplomatiche nell'ambito degli organismi internazionali, allo scopo di sostenere il processo di una riconciliazione nazionale inclusiva di tutte le forze presenti nel Paese e a garantire la continuità degli aiuti umanitari nell'area.

Il 29 giugno 2011 il sottosegretario Mantica ha risposto in Commisisone esteri alla Camera all’interrogazione Tempestini n. 5-04973 che poneva il problema della proroga delle istituzioni del governo federale transitorio in scadenza. L’Italia, che aveva ripetutamente sostenuto la proroga del mandato delle istituzioni provvisorie come ha riferito il sottosegretario, aveva reso nota la sua posizione con due position papers del 31 gennaio e del 21 aprile 2011, fatti circolare fra i partners internazionali.

Le Commissioni esteri riunite della Camera e del Senato hanno sentito, il22 febbraio 2012, il Ministro degli affari esteri Terzi di Sant'Agata, sugli sviluppi della situazione in Somalia e nel Corno d'Africa, durante la quale il ministro ha evidenziato il forte ruolo, non solo diplomatico, che l’Italia ricopre in quei paesi, anche su sollecitazione della comunità internazionale.

Sulla situazione di tutto il continente africano, il ministro degli esteri è poi stato sentito nuovamente dalle Commissioni esteri riunite della Camera e del Senato il 20 giugno 2012.

Il sottosegretario agli esteri, De Mistura, ha risposto il 12 dicembre 2012 presso la Commissione esteri della Camera all’interrogazione Pianetta n. 5-08492 sulla situazione in Somalia sottolineando l'importanza del processo di institution building in corso in Somalia, cui l'Italia sta assicurando un contributo determinante in ragione della sua tradizionale vicinanza a quel Paese.

Da ultimo, la Commissioni riunite esteri e difesa di Camera e Senato hanno ascoltato, il 16 gennaio 2013 comunicazioni del governo sullo stato delle missioni in corso e degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione. In particolare, il Ministro Terzi ha precisato che era da qualche meste stato attivato un tavolo interministeriale per fornire un concreto aiuto alle autorità somale, specialmente nel settore del rafforzamento della sicurezza e della giustizia. L’assistenza italiana è anche volta, come ha affermato il ministro,a mettere il nuovo governo somalo in condizione di gestire un bilancio e creare una amministrazione finanziaria, un aspetto fino ad oggi completamente assente.

Diritti umani

Il 21 maggio 2008 il sottosegretario agli affari esteri Mantica ha fornito un’informativa urgente del Governo presso l’Assemblea della Camera dei deputati sul rapimento in Somalia di due cooperanti italiani (Jolanda Occhipinti e Giuliano Paganini) e di un cittadino somalo che operavano per conto della CINS (Cooperazione italiana nord sud) su un progetto agricolo gestito dalla FAO. Il sottosegretario ha rassicurato circa la tempestiva attivazione dell’unità di crisi e l’impegno della Farnesina per ottenere il rilascio dei rapiti, nonostante la situazione fosse complicata dal fatto che né l’Italia, né altri paesi dell’Unione europea avessero sedi consolari in Somalia. I due italiani sono stati poi rilasciati nel successivo mese di agosto.

Il 17 dicembre 2008 il sottosegretario Mantica ha risposto in Commissione esteri della Camera all’interrogazione n. 5-00776 presentata dall’onorevole Evangelisti sull'esecuzione di una giovane donna somala nello stadio di Chisimaio. Con l’occasione il sottosegretario ha illustrato l’impegno che l’Italia profonde a favore della promozione dei diritti umani nelle sedi internazionali, aggiungendo però che il contesto di crisi della Somalia non lasciva spazio, in alcune aree, alla implementazione della difesa di tali diritti e neppure del rispetto delle più elementari forme di convivenza civile.

Il 6 luglio 2010 presso la Commissione straordinaria sui diritti umani del Senato, nell’ambito dell’Indagine conoscitiva sui livelli e i meccanismi di tutela dei diritti umani, vigenti in Italia e nella realtà internazionale, si è svolta l’audizione dell'esperto indipendente ONU per i diritti umani in Somalia, Shamsul Bari, accompagnato dal desk officer Somalia dell'OHCHR, Idrissa Kane, e dall'ambasciatore somalo presso le Nazioni Unite a Ginevra, Yusuf Mohamed Ismail Bari Bari, e dal capo della rappresentanza permanente d'Italia presso le Organizzazioni internazionali, ambasciatore Laura Mirachian. Gli auditi hanno sottolineato le difficoltà ad intervenire sul piano umanitario e di avere dunque contatti diretti sul campo, a causa della grave situazione della sicurezza interna nel territorio somalo.

Il 28 giugno 2011, il Comitato permanente sui diritti umani della Commissione esteri della Camera ha sentito Shukri Said, attivista per i diritti umani in Somalia, nell’ambito dell’Indagine conoscitiva su diritti umani e democrazia.

Il 22 dicembre 2011 il sottosegretario agli esteri, De Mistura, ha dato risposta all’interpellanza urgente presentata dall’on. Pezzotta n. 2-01294 per conoscere le iniziative volte a contrastare il traffico di esseri umani, con particolare riferimento ai profughi fuggiti dal Corno d'Africa e dall'Africa sub-sahariana. Anche i profughi somali, in fuga dalla terribile situazione di conflitto e carestia, erano fra coloro che, nell’impossibilità di raggiungere luoghi sicuri, cadevano preda di trafficanti di essere umani presenti soprattutto nel Sinai. Il sottosegretario De Mistura ha fornito una dettagliata risposta, articolata in quindici punti, nella quale dà conto delle azioni intraprese dall’Italia, anche tramite la cooperazione, per alleviare la condizione dei profughi ed intervenire nelle situazioni di maggiore criticità.

Situazione umanitaria e carestia

Il 27 luglio 2011, la Commissione esteri della Camera ha approvato la risoluzione n. 8-00140 degli onorevoli Renato Farina ed altri, che impegna il governo a mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali aiuti per fronteggiare la carestia; a contribuire alla sensibilizzazione dell'opinione pubblica italiana su quella tragedia ; e a incrementare lo sforzo diplomatico per dare alle popolazioni del Corno d'Africa sistemi statuali e Governi stabili e democratici.

Il 6 settembre 2011 la Camera ha discusso mozioni riguardanti le iniziative in relazione alla grave carestia nel Corno d’Africa. Il 7 settembre 2011 è stata approvata la mozione unitaria Renato Farina, Evangelisti, Binetti, Di Biagio, Mosella, Tempestini, Dozzo, Razzi e Commercio n. 1-00710 che, tra l’altro, impegna il governo a mettere a disposizione delle organizzazioni internazionali aiuti utili a fronteggiare l’emergenza-carestia; a incrementare gli interventi di cooperazione allo sviluppo soprattutto nei settori agricolo e sanitario; e ad adottare iniziative normative atte a semplificare il sistema di adozioni internazionali a favore dei bambini del Corno d'Africa.

Il 20 dicembre 2011 il sottosegretario agli esteri, De Mistura, ha risposto all’interrogazione n. 5-05490 dell’on. Renato Farina sugli aiuti umanitari per la carestia in Corno d'Africa, ribadendo la centralità di quella regione nella politica estera italiana e ricordando la molteplicità degli interventi della cooperazione italiana.

Pirateria - Indagine conoscitiva del Senato

Al fine di approvare una specifica risoluzione e di esprimere indirizzi, la Commissione difesa del Senato ha dato avvio, il  4 maggio 2011, all’esame di un Affare assegnato riguardante il possibile impiego di personale militare a bordo del naviglio mercantile e da diporto, che transita in acque internazionali colpite dal fenomeno della pirateria. L’esame, proseguito nelle sedute del 21 giugno 2011, del 22 giugno 2011, del 25 gennaio 2012 e del 1° marzo 2012, quando è stato proposto lo svolgimento di una parallela indagine conoscitiva.

 

L'8 marzo 2012 la Commissione difesa del Senato ha deliberato lo svolgimento di una Indagine conoscitiva sullo stato di attuazione della normativa sul contrasto della pirateria, con particolare riguardo alle acque del Corno d'Africa e dell'Oceano Indiano. L’Indagine aveva il fine di acquisire in tempi rapidi elementi conoscitivi sullo stato di attuazione, ed eventuali criticità, delle disposizioni di cui all'art. 5 del decreto-legge n. 107 del 2011, con particolare riferimento all'impiego di nuclei di protezione a bordo del naviglio civile che transita in acque colpite dal fenomeno della pirateria.

 

Il 21 marzo 2012 si è svolta l’audizione del prefetto Gianfranco Tomao,  responsabile del Tavolo tecnico interministeriale di attuazione della normativa relativa all'impiego dei servizi di vigilanza privata sul naviglio battente bandiera italiana, vertente appunto sulle modalità attuative dell'impiego di guardie giurate a bordo del naviglio italiano contenute nel D.L. 107 del 2011.

 

L’audizione del prefetto Tomao è continuata il 28 marzo 2012, quando sono stati auditi anche esponenti apicali di Assosecurnav, un'associazione sorta con finalità di security consulting in relazione alla possibilità di imbarcare operatori di sicurezza privata a bordo delle navi battenti bandiera italiana.

 

Il 18 aprile 2012 è stato sentito il Comandante in capo della Squadra navale della Marina militare. L’ammiraglio De Giorgi ha posto l’accento sulle gravi ripercussioni economiche che il fenomeno della pirateria determinerebbe, se non debellato, sui porti mediterranei, che si vedrebbero svuotati del traffico di merci a favore dei porti atlantici. 

 

L’indagine conoscitiva è poi proseguita il 31 luglio 2012 con l’audizione del ministro dell’interno Cancellieri.

 

L’esame dell’affare assegnato sullo Stato di attuazione delle disposizioni di cui all'articolo 5 del decreto-legge n. 107 del 2011, con particolare riferimento all'impiego di nuclei di protezione a bordo del naviglio civile che transita in acque colpite dal fenomeno della pirateria è proseguito nelle sedute del 13 giugno 2012, del 17 luglio 2012 e del 27 settembre 2012. 

A conclusione dell’affare assegnato, nella seduta del 2 ottobre 2012, è stata approvata la risoluzione (Doc. XXIV, n. 46) che vincola il governo a numerosi e dettagliati impegni, fra i quali quello di estendere la platea delle imbarcazioni possibili destinatarie dei servizi di protezione armata anche al naviglio da pesca e a quello da trasporto passeggeri.

Pirateria - altre sedute

Il Senato ha svolto il 18 dicembre 2008 una seduta su mozioni (1-00067, 1-00076 e 1-00080) relative al problema della pirateria al largo delle coste somale. Nel corso della discussione è stato deciso il ritiro delle mozioni in favore dell’approvazione di un ordine del giorno unitario (ordine del giorno G1 -testo 2) che, tra l’altro, impegna il Governo ad assumere ogni possibile iniziativa in seno alle Nazioni Unite affinché la Comunità internazionale adotti urgentemente gli atti necessari a porre fine a crimini di pirateria marittima e ad adottare provvedimenti per consentire all'Italia di prendere parte alla missione "Atalanta".

In occasione del sequestro del rimorchiatore d'altura italiano Buccaneer, avvenuto l'11 aprile 2009 nel Golfo di Aden da parte di pirati somali, il governo ha dato risposta alla Camera all’interrogazione n. 3-00487, Vietti ed altri (seduta del 22 aprile 2009) e all’interpellanza n. 2-00400, Ginoble ed altri (25 giugno 2009).  Oltre a dare conto dei passi intrapresi dal Ministero degli esteri, pur con il riserbo dovuto alla delicatezza del caso, i rappresentanti del governo intervenuti – il Ministro Frattini e il sottosegretario Cosentino – hanno posto l’accento sulla necessità di continuare a contribuire alla pacificazione della Somalia come unica strada per porre definitivo rimedio alla insicurezza dell’area.

Il caso Buccaneer è stato nuovamente affrontato il 29 luglio 2009 nella risposta all’interrogazione Tullo n. 5-01377 sul fenomeno della pirateria internazionale. Il sottosegretario Scotti, intervenuto presso la Commissione esteri della Camera, ha ricordato che era stato istituito il Gruppo di Contatto sulla pirateria al largo delle coste somale, cui l’Italia aveva aderito, con il compito di facilitare il coordinamento della lotta alla pirateria in tutti i suoi aspetti, inclusi l'assistenza alla Somalia, la repressione giudiziaria, i rapporti con le società di trasporto e gli armatori.

Il sottosegretario Cossiga nel rispondere congiuntamente alle interrogazioni n. 3-02007 (Pinotti ed altri) e n. 3-02017 (Amato), vertenti sulle iniziative per contrastare il fenomeno della pirateria in acque internazionali (Senato - Commissione difesa, seduta del 6 aprile 2011) ha riferito come l’Italia nei due anni precedenti si fosse posta come parte attiva in seno alle Nazioni unite e alla comunità internazionale per partecipare allo studio sulle possibili soluzioni per perseguire i responsabili dei crimini di pirateria. Il sottosegretario ha ancora una volta sottolineato la difficoltà della lotta alla pirateria a causa di fattori quali l’estensione dell’area di operazioni, le imprevedibili modalità di attacco dei pirati e la mancanza di un contesto legale idoneo a garantire la repressione dei reati di pirateria.

Il 13 aprile 2011 presso la Camera dei deputati è stata data risposta all’interrogazione n. 3-01589 dell’on. Muro che chiedeva di conoscere le iniziative in merito al sequestro della petroliera italiana Savina Caylin avvenuto al largo della costa somala in data 8 febbraio 2011, con particolare riferimento alla situazione dei componenti dell'equipaggio e ai contatti con le rispettive famiglie.

Il ministro per i rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha informato dei passi intrapresi dal governo italiano per affrontare la situazione ed ha affermato che la petroliera era oggetto di attività di sorveglianza da parte di unità e sistemi nazionali e di forze alleate che operano nell'area.

 Il 29 giugno 2011 presso la Commissione esteri della Camera dei deputati, il sottosegretario agli esteri Mantica ha dato risposta all’interrogazione presentata dall’on. Di Pietro n. 5-04846 sul sequestro della petroliera italiana Savina Caylyn.

Il 12 luglio 2011 il governo ha invece dato risposta alla Commissione difesa della Camera all’interrogazione n. 5-05085 dell’on. Rugghia riguardante le iniziative per il contrasto degli atti di pirateria contro mercantili italiani. Nella sua risposta, il sottosegretario Cossiga ha tra l’altro ricordato che il decreto legge “Proroga missioni internazionali” in quel momento alla firma del Capo dello Stato, conteneva una norma che avrebbe consentito la possibilità di impiegare nuclei militari di protezione della Marina Militare o servizi di vigilanza privata a bordo delle navi commerciali battenti bandiera italiana (D.L. n. 107/2011).

Il sottosegretario alla difesa Cossiga ha altresì dato risposta , il 26 luglio 2011, all’interrogazione dell’on. Fiano n. 5-04210 sull'intervento della Fregata Zefiro in aiuto della petroliera Savina Caylyn sequestrata da pirati somali.

A distanza di sette mesi dal sequestro, il governo ha nuovamente risposto il 22 settembre 2011 alla Camera all’interpellanza urgente Franceschini ed altri n. 2-01204 sulla vicenda della petroliera Savina Caylyn. Il sottosegretario Mantica ha riferito che non si avevano notizie della nave dal punto di vista logistico e che pertanto non era possibile immaginare un intervento militare per la liberazione degli ostaggi.

Il 28 settembre 2011 il sottosegretario Elio Vito ha risposto alla Camera all’interrogazione n. 3-01895 dell’on. Muro concernente iniziative del Governo in ordine ai sequestri delle navi Savina Caylyn e Rosaria D'Amato entrambe nelle mani dei pirati somali (che verranno rilasciate nei mesi successivi) e alla liberazione degli ostaggi.

Il sottosegretario Milone ha risposto, il 28 marzo 2012, presso la Commissione difesa della Camera all’interrogazione n. 5-06448 Di Stanislao sull'attività dei militari italiani che operano per la protezione da atti di pirateria su navi mercantili italiane e all’interrogazione n. 5-06496 Gidoni sui limiti geografici d’impiego dei nuclei militari di protezione e sulle responsabilità connesse al loro operato.

Di pirateria somala, tra l’altro, ha parlato anche il ministro della difesa, Di Paola, nel corso delle Comunicazioni del Governo alle Commissioni Riunite esteri e difesa di Camera e Senato svolte l’ 11 ottobre 2012.

Infine, il 24 ottobre 2012, il sottosegretario per l’interno, De Stefano, ha risposto alla Camera all’interrogazione dell’on. Compagnon n. 3-01996 su Iniziative per la protezione delle navi italiane da atti di pirateria. Il sottosegretario ha rassicurato circa l’imminenza dell’emanazione del decreto del Ministero dell’Interno, la cui stesura ha presentato un notevole grado di complessità, che disciplina l'impiego di guardie giurate a protezione delle navi nei casi in cui non sia possibile assicurare l'invio dei nuclei militari di protezione.