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Le missioni KFOR, UNMIK e EULEX KOSOVO

Si rammenta che il generale Gay è stato comandante della Multinational Brigade West a Pec, Kosovo, tra 1999 e 2000, vice comandante della KFOR (Pristina 2003 – 2004), vicecomandante dell’Allied Rapid Reaction Corps (2004–2007) – durante tale incarico Gay è stato anche vice comandante di ISAF IX a Kabul (2006) -, comandante delle Land Forces Support HQ (2007) e della Nato Rapid Deployable Corps – ITA (2007-2008).

Diplomatico di carriera, l’ambasciatore Zannier ha maturato una lunga esperienza in materia di sicurezza internazionale e mantenimento della pace, attraverso incarichi a Roma, all'estero e presso organizzazioni internazionali. Recentemente ha ricoperto le funzioni di coordinatore per le questioni di politica estera, sicurezza comune e difesa dell’Unione Europea presso il Ministero degli Esteri. In precedenza Zannier è stato Direttore del Centro Prevenzione Conflitti dell’OSCE dal 2002 al 2006, in funzione vicaria del Segretario Generale, e Capo del Dipartimento per il disarmo e la cooperazione in materia di sicurezza al Segretariato NATO a Bruxelles dal 1991 al 1997.

Fonti: Ministero della difesa, Siti Internet: Eulex kosovo, Unione europea. 

Missione KFOR

KFOR (Kosovo Force) è una missione NATO per il rispetto degli accordi di cessate il fuoco tra Macedonia, Serbia e Albania.

L’operazione, nella fase iniziale, ha comportato un dispiegamento di circa 43.000 militari sia della NATO, che di Paesi non appartenenti all’Alleanza, compresa la Russia.

L'obiettivo della missione è stato inizialmente quello di attuare e, se necessario, far rispettare gli accordi del cessate il fuoco o dell’Interim Agreement, allo scopo di fornire assistenza umanitaria e supporto per il ristabilimento delle istituzioni civili, agevolando il processo di pace e stabilità.

Il compito attuale della missione, che è costituita da circa 15.700 militari, è quello di svolgere un’azione di presenza e deterrenza che mantenga un ambiente sicuro e che impedisca il ricorso alla violenza.

Nello specifico, i militari della KFOR effettuano il controllo dei confini tra il Kosovo e la Serbia; svolgono compiti di ordine pubblico e controllo del territorio; collaborano con l’UNMIK e realizzano attività di assistenza umanitaria.

Le attività di gestione dell'ordine pubblico sono affidate alla missione MSU (che ha supportato anche la missione SFOR in Bosmia), con sede a Pristina, posta alle dirette dipendenze del comandante di KFOR e composta prevalentemente dal personale dell'Arma dei Carabinieri.

Nell’ambito di KFOR si è inoltre svolta la missione NATO COMMZ W (Communication Zone West), che ha avuto inizio il 1° settembre 1999, con il compito di assicurare le vie di comunicazione per i rifornimenti logistici a KFOR e mantenere i necessari contatti con le organizzazioni internazionali presenti. Nell’ambito della riconfigurazione della presenza NATO nei Balcani, dal giugno 2002, la missione è stata rilevata dalla missione NHQ Tirana, con il compito di contribuire al coordinamento tra le Autorità albanesi, la NATO e le Organizzazioni della Comunità Internazionale.

Nell’ambito del processo di ricostituzione delle forze a guida NATO nei Balcani, il 12 novembre 2002, sono state accorpate le brigate multinazionali Nord e Ovest ed è stata costituita la Multinational Brigade South-West (MNB-SW) alla cui guida si sono alternate l’Italia e la Germania.

Alla fine del 2004, in occasione del passaggio di responsabilità delle operazioni militari NATO in Bosnia all’Unione europea, le autorità NATO hanno deciso di raggruppare tutte le operazioni condotte nei Balcani in un unico contesto operativo, dando origine all’operazione Joint Enterpriseche comprende le attività di KFOR, MSU, l’interazione NATO-UE, e gli Headquarters della NATO presso Skopje, Tirana e Sarajevo.

L’Italia ha retto il Comando di KFOR dal 1° settembre 2005 al 1° settembre 2006.

Nel maggio 2006, al fine di accrescere la flessibilità di impiego e la capacità di risposta a fronte di crisi improvvise, è stata decisa una ulteriore trasformazione della struttura di KFOR, completata nell’estate 2007, che, senza prevedere riduzioni numeriche dei contingenti, ha visto il passaggio dalla precedente articolazione su quattro Brigate multinazionali aventi ognuna la propria area di competenza, a cinque Task Forces, dotate di particolare flessibilità operativa, più una Forza di Reazione Rapida (Quick Reaction Force).

La MNB-SW è stata riarticolata in due distinte Multinational Task Force: una sotto Comando italiano (MNTF-W) che comprende contingenti di Spagna, Ungheria, Slovenia e Romania e una a guida tedesca (MNTF-S).

Le 5 Task Force sono basate a Mitrovica (Nord), Pristina (Centro), Gnjlane (Est), Prizren (Sud) e Belo Polje - PEC (Ovest).

Dei circa 15.700 militari che appartengono ai contingenti di KFOR, i maggiori contributi sono offerti dalla Germania (2.508 unità), dall’Italia (2.044), dalla Francia (1.953) e dagli USA (1.454).

In particolare, il contingente italiano è rappresentato da 39 Carabinieri, 150 militari dell’Aeronautica e 1.855 militari dell’esercito.

Sono cinque i militari che hanno perso la vita nel corso della missione KFOR: il caporal maggiore Pasquale Dragano, appartenente al Corpo dei Bersaglieri, morto il 24 giugno 1999 a Djakovica; il caporalmaggiore Samuele Utzeri, che ha perso la vita il 2 aprile 2000 a Pec e, il 2 agosto 2000, il caporal maggiore Luigi Nardone. Il 9 agosto 2001 il Caporal Maggiore Scelto Giuseppe Fioretti ed il Caporal Maggiore Dino Paolo Nigro, del 3° Reggimento Alpini hanno perso la vita cadendo da un elicottero in fase di atterraggio.

La missione KFOR continua a svolgere i propri compiti nell’area kosovara anche dopo la proclamazione dell’indipendenza del Kosovo avvenuta il 17 febbraio 2008 (vedi Note di politica internazionale n. 9, a cura del Dipartimento esteri).

Il 29 agosto 2008 il generale di corpo d’armata Giuseppe Emilio Gay ha assunto il comando di KFOR, subentrando al francese Xavier de Marnhac, che lo deteneva dal 31 agosto 2007.

Si rammenta che il generale Gay è stato comandante della Multinational Brigade West a Pec, Kosovo, tra 1999 e 2000, vice comandante della KFOR (Pristina 2003 – 2004), vicecomandante dell’Allied Rapid Reaction Corps (2004–2007) – durante tale incarico Gay è stato anche vice comandante di ISAF IX a Kabul (2006) -, comandante delle Land Forces Support HQ (2007) e della Nato Rapid Deployable Corps – ITA (2007-2008).

Missione UNMIK

La missione UNMIK (United Nations interim administration mission in Kosovo) è stata costituita con la risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999 che ha autorizzato la costituzione di una amministrazione civile provvisoria guidata dalle Nazioni unite per favorire un progressivo recupero di autonomia nella provincia del Kosovo, devastata dalla guerra.

La missione, che lavora a stretto contatto con i leader politici locali e con la popolazione, svolge un ruolo molto ampio, coprendo settori che vanno dalla sanità all’istruzione, dalle banche e finanza alle poste e telecomunicazioni (vedi Note di politica internazionale n. 9a cura del Dipartimento esteri).

In seno alla missione è costituita un'unità di intelligence contro la criminalità (Criminal Intelligence Unit-C.I.U.), a guida inglese, di supporto alla Amministrazione Provvisoria, anche per quanto riguarda i conflitti interetnici. La CIU ha, tra l'altro, il compito di mantenere un collegamento diretto con l’Ufficio italiano Interpol, in modo da snellire le procedure di trasmissione delle informazioni relative ai traffici criminali tra l’Italia e il Kosovo.

L’Italia partecipa alla missione UNMIK dal 30 giugno 1999.

Alla missione, che conta 2.036 appartenenti, partecipano 3 carabinieri, 20 unità della Guardia di finanza e 21 della Polizia di Stato.

Dal 20 giugno 2008 il diplomatico italiano Lamberto Zannier è subentrato al tedesco Joachim Ruecker nell’incarico di Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite, Ban Ki Moon, per il Kosovo e responsabile della missione UNMIK.

Diplomatico di carriera, l’ambasciatore Zannier ha maturato una lunga esperienza in materia di sicurezza internazionale e mantenimento della pace, attraverso incarichi a Roma, all'estero e presso organizzazioni internazionali. Recentemente ha ricoperto le funzioni di coordinatore per le questioni di politica estera, sicurezza comune e difesa dell’Unione Europea presso il Ministero degli Esteri. In precedenza Zannier è stato Direttore del Centro Prevenzione Conflitti dell’OSCE dal 2002 al 2006, in funzione vicaria del Segretario Generale, e Capo del Dipartimento per il disarmo e la cooperazione in materia di sicurezza al Segretariato NATO a Bruxelles dal 1991 al 1997.

Missione EULEX KOSOVO

Il 16 febbraio 2008 il Consiglio dell’Unione europea ha deciso il lancio di EULEX KOSOVO (European Union Rule of Law Mission in Kosovo)la missione dell’Unione europea sullo Stato di diritto in Kosovo, istituita con l’Azione comune 2008/124/PESC del Consiglio del 4 febbraio 2008.

EULEX opera nella cornice della risoluzione del Consiglio di sicurezza dell'ONU 1244 del 10 giugno 1999 (la stessa cha ha istituito la missione UNMIK), con la quale si è decisa la presenza in Kosovo di una amministrazione civile internazionale incaricata, in una fase finale, di supervisionare il trasferimento dell’autorità dalle istituzioni kosovare provvisorie a istituzioni create in base a un accordo politico, nonché il mantenimento dell’ordine pubblico con l’istituzione di forze di polizia locali ottenuto dispiegando, nel frattempo, personale internazionale di polizia.

La missione, pertanto, sostiene le istituzioni, le autorità giudiziarie e i servizi di contrasto kosovari nell’evoluzione verso la sostenibilità e la responsabilizzazione del Paese, supportando, in particolare, lo sviluppo e il rafforzamento dei sistemi giudiziario, di polizia e doganale e favorendo, altresì, l’adesione di tali sistemi alle norme riconosciute a livello internazionale.

EULEX è una missione tecnica concepita come uno sforzo congiunto con le autorità kosovare, in linea con il principio della titolarità locale. In particolare, EULEX Police Component, che sarà composta da circa 1.400 agenti, assisterà la polizia kosovara nella costruzione di una polizia multietnica. EULEX Police Component è guidata da Rainer Kuehn.

EULEX Justice Component impegnerà, invece, in regime di piena operatività, circa il 300 persone, il 10% del totale dello staff della missione; di queste, una settantina saranno impegnate nel sistema carcerario ed opereranno in stretta collaborazione con gli omologhi locali. A capo della componente giudiziaria di EULEX è stato posto il magistrato italiano dott. Alberto Perduca.

Infine EULEX Customs Component, che coopera con i programmi doganali dell’Ue, effettua le attività di monitoraggio, tutoraggio e consulenza nel proprio settore di competenza avvalendosi di 27 operatori internazionali e di 19 nazionali che supporteranno il custom service kosovaro in un’azione volta ad agevolare il commercio legittimo e a contrastare quello illegale. E’ guidato da Paul Acda.

La missione EULEX è la più vasta missione civile approntata nell’ambito della politica europea di sicurezza comune (European Security and Defence Policy- ESDP).

Il contingente della missione in regime di piena operatività sarà composto da circa 3.000 persone, di cui 1.900 unità di staff internazionale tra magistrati, funzionari di dogana e poliziotti (di cui circa 200 italiani) e 1.100 unità di staff locale.

La struttura di EULEX è articolata in un quartier generale con sede a Pristina e uffici regionali e locali in tutto il Kosovo.

La provvista finanziaria consiste di 205 milioni di euro per i primi sedici mesi; al budget contribuisce la maggior parte dei paesi dell’Unione europea cui si affiancano Norvegia, Svizzera, Turchia e Stati Uniti.

Il 7 febbraio 2008 l’ex generale francese Yves de Kermabon è stato nominato capo della missione EULEX; il 17 giugno il capo missione si è stabilito a Pristina.

In base alle originarie previsioni, era previsto che EULEX divenisse pienamente operativa dopo un periodo di transizione, indicato in 120 giorni dal via libera da parte del Consiglio dell’Unione europea (16 febbraio 2008), durante il quale la missione Onu UNMIK avrebbe continuato a esercitare la propria autorità esecutiva.

Il dispiegamento della missione ha subìto, tuttavia, un rallentamento legato al complicarsi ulteriore del quadro politico dopo la dichiarazione di indipendenza del Kosovo dalla Serbia (17 febbraio 2008). Ciononostante, come si legge sul sito internet della missione (www.eulex-kosovo.eu), dalla seconda metà di settembre il ritmo di dispiegamento del personale dello staff ha avuto un’accelerazione che dovrebbe portare a un centinaio a settimana il numero degli arrivi di operatori.

Fonti: Ministero della difesa, Siti Internet: Eulex kosovo, Unione europea.