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dal 29/04/2008 - al 14/03/2013

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Temi dell'attività Parlamentare

Pakistan - Scheda paese

Il quadro istituzionale

La Repubblica Islamica del Pakistan è una repubblica parlamentare, di tipo federale, basata sulla costituzione del 1973. Dal 2008 è tornata sotto la direzione di un governo civile, dopo i dieci anni di Presidenza del generale Pervez Musharraf.

Il Parlamento (Majlis-E-Shoora) è bicamerale, ed è formato dall’Assemblea Nazionale e dal Senato.

L’Assemble Nazionale è composta da 342 membri eletti direttamente dal popolo e che durano in carica cinque anni. Di questi, 272 sono eletti in collegi uninominali, 60 seggi sono invece riservati alle donne e 10 alle minoranze non musulmane.

Il Senato è composto da 104 membri che durano in carica sei anni, ma ogni 3 anni si vota per rinnovare metà della rappresentanza. Ognuna delle quattro assemblee provinciali elegge 23 rappresentanti; altri 8 sono scelti dai membri dell’Assemblea Nazionale che rappresentano le aree tribali amministrate a livello federale (FATA – Federally Administered Tribal Areas); gli ultimi 4 sono invece scelti da tutti i componenti dell’Assemblea Nazionale per rappresentare la Capitale federale, Islamabad. Dei 104 seggi totali, assegnati secondo i criteri sopra elencati, 17 devono essere riservati alle donne, 17 ai tecnocrati e agli ulema, e 4 alle minoranze non musulmane.

Il Primo Ministro è eletto dall’Assemblea Nazionale e dura in carica cinque anni. Se l’Assemblea Nazionale si scioglie anche il mandato del Primo Ministro decade. Il suo compito è quello di scegliere gli altri Ministri e di guidare il Governo. E’ il detentore del potere esecutivo.

Il Presidente della Repubblica è eletto indirettamente attraverso il Collegio Elettorale, un organo composto dal Senato, dall’Assemblea Nazionale e dai membri delle Assemblee provinciali. Il mandato del Presidente della Repubblica dura cinque anni e può essere rinnovato una sola volta. Il Parlamento può chiedere le sue dimissioni anticipate con una maggioranza dei due terzi dei voti. Il Presidente della Repubblica svolge la funzione di Capo dello Stato.

In origine l’articolo 58 della Costituzione concedeva al Presidente della Repubblica il potere di sciogliere l’Assemblea Nazionale. Il tredicesimo emendamento, votato nel 1997, aveva abrogato questo articolo. Il diciassettesimo emendamento, approvato nel 2003, aveva reintrodotto per il Presidente il potere di sciogliere, previo parere conforme della Corte Suprema, l’Assemblea Nazionale. Il diciottesimo emendamento, votato nel 2010, ha però definitivamente rimosso questo potere. 

Secondo Freedom House (2013) il Pakistan è uno Stato “parzialmente libero”, mentre il Democracy Index 2011 dell’Economist Intelligence Unit lo classifica come “regime ibrido”.

Nonostante il Pakistan sia tornato sotto la guida di un governo civile nel 2008, si registra ancora un sostanziale duopolio nella gestione del potere politico. Le principali istituzione elettive detengono formalmente la piena sovranità legislativa ed esecutiva, ma de facto scontano il forte condizionamento esercitato dai vertici militari su tutti i settori rilevanti della politica nazionale.

Un altro elemento di instabilità è dato dal ruolo dei servizi segreti (Isi – Inter-Service Intelligence), storicamente ambiguo sia nei confronti dell’esecutivo che del resto dell’apparato militare. Nonostante dipendano formalmente dal Primo Ministro, mantengono un buon margine d’azione indipendente e ciò li espone al rischio di radicalizzazione di alcuni dei suoi comparti.

Infine, l’istituzionalizzazione di prassi politiche democratiche è messa a repentaglio da profondi conflitti etnico-religiosi. La grande maggioranza della popolazione, circa il 95 per cento, è di religione musulmana, le minoranze sono hindu e cristiane. Dietro l’apparente omogeneità della maggioranza musulmana si nasconde una forte divisione tra la componente sunnita (il 75 per cento dei musulmani) e quella sciita.

Il gruppo etnico più numeroso è quello Pangiabi (45 per cento), cui seguono i Pashtun (15 per cento), i Sindhi (14 per cento), e i meno numerosi Sariaki e Beluci. L’urdu, la lingua ufficiale del Paese insieme all’inglese, è parlata solo dall’8 per cento della popolazione, mentre il pangiabi, lingua riconosciuta ma non ufficiale, è parlata da quasi la metà della popolazione.

Il sistema politico è ancora percepito come fortemente corrotto, e anche la libertà di stampa risulta limitata. Secondo Reporters sans Frontières il Pakistan, nel 2010, è stato il Paese con più giornalisti uccisi, ben 11.  

 

La situazione politica interna

Presidente della Repubblica dal settembre 2008 è Asif Ali Zardari (n.1955), membro del Partito Popolare Pakistano (PPP), una formazione socialdemocratica di centro sinistra. L’ascesa politica di Zardari è strettamente collegata all’assassinio, il 27 dicembre 2007, della moglie, Benazir Bhutto (n.1953), leader del PPP, fondato dal suo stesso padre.

Bhutto era diventata leader del PPP nel 1982 e aveva ricoperto la carica di Primo Ministro per due mandati, dall’ottobre 1993 al novembre 1996, quando accuse di corruzione posero fine alla sua esperienza di governo. Dopo aver trascorso nove anni di esilio volontario a Dubai era tornata in Pakistan, nell’ottobre 2007, in seguito a un accordo raggiunto con Il Presidente Musharraf che le aveva concesso il ritiro di tutte le accuse di corruzione, per prendere parte alla campagna elettorale parlamentare. Bhutto fu assassinata poche settimane dopo il suo ritorno, il 27 dicembre 2007, a Rawalpindi, da un attentato suicida rivendicato, senza che ciò sia mai stato accertato, dal comandante di Al-Qaeda Mustafa Abu al-Yazid.

Il 12 agosto 2008 la nuova coalizione della nuova eletta Assemblea Nazionale annunciò la sua intenzione di presentare una mozione di impeachment contro il Presidente Musharraf con le accuse di corruzione, cattiva gestione economica e violazione della Costituzione. Il 18 agosto 2008 Musharraf rassegnò le dimissioni e il 6 settembre 2008 il Collegio Elettorale ha eletto Presidente della Repubblica il vedovo di Benazir Bhutto, Asif Ali Zardari, già membro del Governo negli esecutivi guidati dalla moglie e reduce dal carcere e dall’esilio in seguito ad accuse di corruzione.

Le ultime elezioni parlamentari si sono tenute il 17 febbraio 2008, due mesi dopo l’assassinio di Bhutto, in un clima reso molto teso dalla rielezione di Musharraf alla Presidenza, per un terzo mandato, nell’ottobre 2007, dal boicottaggio delle opposizioni, dall’allontanamento di un giudice della Corte Suprema e dalla proclamazione dello stato di emergenza. Il risultato finale ha sancito la vittoria del PPP di Zardari e dell’ormai defunta Bhutto, con 98 dei 272 seggi disponibili. Seconda classificata è risultata la Lega Pakistana Musulmana Nawaz (PML-N) con 71 seggi, seguita dalla Lega Pakistana Musulmana Qaid-i-Azam (PML-Q) con 41 seggi, e dal Movimento Muttahida Qaumi (MQM) con 19 seggi.

In seguito a questi risultati elettorali il PPP e il PML-N hanno deciso di dar vita a un “governo di consenso nazionale” guidato da YousafRaza Gilani (n.1952), membro del PPP, ed ex portavoce e collaboratore di Benazir Bhutto. Il Governo di Yousaf Raza Gilani è durato in carica fino al 2012. Nell’aprile 2012 la Corte Suprema ha infatti condannato il Primo Ministro per oltraggio alla Corte in seguito al suo rifiuto di chiedere alla Svizzera di riaprire un’indagine, degli anni ’90, per riciclaggio di denaro contro Il Presidente Zardari.

Nel giugno 2012 laCorte Suprema ha dichiarato Yousaf Raza Gilani “squalificato” per la carica di Primo Ministro, decretando di fatto la fine del suo mandato. In seguito a questa decisione della Corte Suprema, il Parlamento ha eletto Raja Pervez Ashraf(n.1950), un membro del PPP, come nuovo Primo Ministro.

Il 15 gennaio 2013 laCorte Suprema è intervenuta anche contro Ashraf, ordinando il suo arresto per accuse di corruzione risalenti al 2010, quando ricopriva la carica di Ministro dell’acqua e dell’energia.

La notizia dell’arresto, giunta in concomitanza con una protesta di massa organizzata nella Capitale dal clerico musulmano Muhammad Tahirul Qadri, ha sollevato il timore che l’esercito stesse lavorando con la magistratura per scalzare i leader politici.

Le prossime elezioni parlamentari avranno luogo nel maggio 2013. Il PPP continua a mantenere la maggioranza necessaria per eleggere un nuovo Premier che colmi il vuoto degli ultimi mesi di legislatura rimasti.

La campagna elettorale che apre la strada alla consultazione elettorale di maggio 2013 vede ancora in testa il partito di governo, il PPP. Secondo uno studio pubblicato a inizio febbraio dal Sustainable Development Policy Institue (SDPI), un noto think-tank di Islamabad, il PPP raccoglie il 29 per cento dei consensi, la PML-N il 24,7 per cento, la Pakistan Tehreek-e-Insaf (PTI) il 20,3 per cento.

I possibili scenari di governo sono cinque. 1)il PPP forma un’alleanza con la Awami National Party (ANP), il MQM e la PLM-Q. 2)il PPP forma un’alleanza con il ANP e la PLM-Q senza il MQM. 3) il PPP forma un’alleanza con il ANP, il MQM e la PLM-Q, mentre la PML-N e la PTI formano un’altra alleanza che otterrebbe il 45% circa dei voti. 4)il PPP e la PTI formano un’alleanza con il 49,3% dei voti. 5) il PPP resta con i suoi alleati ottenendo il 38,1 per cento dei voti, la PTI guida una seconda alleanza con il 23,9 per cento dei voti, la PML-N organizza una terza coalizione che otterrebbe il 25,9 per cento dei voti.