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La missione UNIFIL in Libano

Dopo la crisi dell'agosto 2006 al confine tra Libano e Israele, è stata potenziata la missione UNIFIL dell'ONU, nell'ambito della quale l'Italia ha assunto un rilevante impegno, esercitando, dal febbraio 2007 al gennaio 2010, il comando della missione, con un dispiegamento che ha superato le 2.000 unità. Il D.L. n. 227/2012, convertito con modificazioni dalla legge 1 febbraio 2013, n. 12, che proroga sino al 30 settembre 2013 la partecipazione italiana alle missioni internazionali, ha autorizzato l'impiego di un contingente medio di 1.100 unità nell'ambito della missione UNIFIL. Compito principale della missione è quello di monitorare la cessazione delle ostilità e di assistere l'esercito libanese ad esercitare la sovranità nel Paese e a imporre il disarmo dei gruppi armati in Libano.

 

Il contesto geopolitico

Le vicende libanesi recenti, dopo la conclusione delle operazioni militari israeliane contro Hezbollah dell’estate 2006, agevolata proprio dalla decisione del rafforzamento della Forza ONU UNIFIL, sono state caratterizzate dal riemergere del particolarismo organizzato e armato di Hezbollah, che riusciva nel maggio 2008 in poche ore ad impadronirsi della parte più importante della capitale, in reazione a tentativi di controllo del Governo sulla sua rete di telecomunicazioni. L’intervento mediatore della Lega araba ha evitato un’ulteriore escalation, e dopo la conclusione degli accordi di Doha (nello stesso maggio 2008) si è giunti, dopo mesi di stallo istituzionale, all’elezione del nuovo Capo dello Stato, nella persona del generale Michel Suleiman. In luglio, poi, si è dato vita ad un nuovo esecutivo di unità nazionale, con i ministri della minoranza filosiriana in numero tale da poter bloccare qualunque iniziativa legislativa non desiderata. Nonostante sfavorevoli pronostici, la maggioranza antisiriana guidata da Saad Hariri ha ottenuto una nuova affermazione nelle elezioni del giugno 2009, senza peraltro intaccare il primato di Hezbollah e Amal tra gli sciiti libanesi, né quello del loro alleato Aoun nella comunità cristiana. In questo contesto Saad Hariri, nominato primo ministro, ha confermato la formula del governo di unità nazionale impegnandosi in un tentativo di riconciliazione nazionale anche con Hezbollah. Il Libano resta comunque condizionato dalle forti dinamiche politiche regionali della Siria da un lato, e di Israele dall’altro – non dimenticando il ruolo meno diretto ma fondamentale di Teheran nel sostegno agli sciiti e soprattutto a Hezbollah. Tali spinte si rifrangono poi nella complessa architettura istituzionale ed etnica del Paese, minacciandone sempre i precari equilibri. Ne sono esempio, le tensioni registratesi nella primavera e nell'estate del 2010. In particolare, Israele ha denunciato nel mese di marzo l'afflusso di missili “Scud” da parte della Siria a Hezbollah. Inoltre il 3 agosto 2010 si sono verificati scontri di frontiera tra l'esercito israeliano e l'esercito libanese che hanno provocato quattro morti. (Al riguardo si è svolta nella seduta del 4 agosto 2010 un'informativa del Ministro degli esteri Frattini alla Camera).

 

La prima fase della missione militare UNIFIL

La missione UNIFIL (United Nations Interim Force In Lebanon) è stata costituita con risoluzioni 425 e 426 del Consiglio di sicurezza dell’ONU approvate il 19 marzo 1978, dopo che, a seguito di un attacco palestinese a Israele, le forze armate israeliane avevano invaso il Libano, occupandone la parte meridionale dove si trovavano le postazioni da cui partivano gli attacchi. Le risoluzioni ONU costituivano una forza di interposizione nel Libano meridionale, al confine con Israele, con il compito di verificare il ritiro delle truppe israeliane e assistere il Governo del Libano a ripristinare la sua effettiva autorità nella zona. La partecipazione italiana alla missione è iniziata nel luglio 1979, con uno squadrone di elicotteri dell’Esercito, dislocato presso Naquora.

 

La nuova UNIFIL

Al termine della crisi dell’estate 2006, il Consiglio di sicurezza dell’ONU ha approvato la risoluzione 1701 dell’11 agosto 2006, che invitava alla completa cessazione delle ostilità (sia degli attacchi di Hezbollah che delle operazioni militari di Israele) e rafforzava il contingente di UNIFIL (da 2.000 a 13.000 unità) affidandogli una azione "cuscinetto" nel Libano meridionale, da svolgere congiuntamente alla forze libanesi, per prevenire la ripresa delle ostilità. Tra i nuovi compiti di UNIFIL vi sono anche quelli di monitorare l’effettiva cessazione delle ostilità, di “mettere in atto i provvedimenti che impongono il disarmo dei gruppi armati in Libano”, nonché di prestare la propria assistenza per contribuire ad assicurare l’accesso umanitario alle popolazioni civili e il volontario e sicuro ritorno delle persone sfollate. UNIFIL è inoltre autorizzata a resistere a tentativi volti ad impedire ad essa con la forza l’esecuzione dei suoi compiti, e a proteggere il personale, i locali, le installazioni e il materiale delle Nazioni Unite, nonché gli operatori umanitari e i civili “esposti a una minaccia imminente di violenza fisica”. Da ultimo, il mandato dell’UNIFIL è stato prorogato al 31 agosto 2012 dalla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 2004 del 2011.
Dal 2 febbraio 2007 al 28 gennaio 2010, il comando della missione, che ha sede a Naqoura, è stato esercitato dal generale italiano Claudio Graziano, il quale ha poi passato le consegne al generale spagnolo Alberto Asarta Cuevas. Dal 28 gennaio 2012 il comando della missione è stato affidato al generale italiano Paolo Serra.
Il contingente UNIFIL è attualmente composto da 11.585 unità di personale militare[1] provenienti da 37 Paesi (dati UNIFIL – 3 novembre 2012). Nel corso di oltre 30 anni di attività sono rimasti uccisi 277 militari della missione, di cui 4 italiani deceduti nel 1997 a causa di un incidente elicotteristico. Il 27 maggio 2011, nei pressi della città di Sidone, a sud di Beirut, un ordigno ha investito un mezzo su cui viaggiavano dei militari italiani dell’Unifil. L’attentato ha provocato sei feriti. Sull'episodio il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, ha riferito all’Assemblea della Camera dei deputati il 31 maggio 2011 . I più recenti sviluppi della situazione relativa all'impiego di militari italiani in UNIFIL sono stati delineati dal Ministro La Russa nell’ambito delle Comunicazioni del Governo sugli sviluppi relativi alle missioni internazionali svolte presso le Commissioni Riunite Esteri e Difesa di Camera e Senato il 13 luglio 2011.
Per quanto riguarda le regole di ingaggio, il Ministro della difesa Ignazio La Russa, il giorno 11 giugno 2008, durante le comunicazioni sugli sviluppi relativi alle missioni internazionali presso le Commissioni riunite Esteri e Difesa della Camera dei deputati e del Senato, dopo aver ricordato che l'obiettivo della missione UNIFIL è ''quello di assistere il governo libanese ad esercitare la sua sovranità nel Paese e di sostenere le forze armate libanesi nel garantire la sicurezza in una specifica area'', – ha, altresì, dichiarato che al momento “non occorre modificare regole di ingaggio; in verità, non credo che occorra modificare alcunché, prima di tutto perché non tocca a noi fare modifiche, in secondo luogo perché nella zona del nostro contingente il pericolo è lo stesso dei mesi precedenti e infine perché a parlare troppo di modifica di regole d'ingaggio si crea una tensione che non è affatto utile”.


  • [1] In aggiunta al contingente militare partecipano altresì alla missione 353 unità di personale civile internazionale e 666 unità di personale civile locale (dati Unifil – 3 novembre 2012