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Temi dell'attività Parlamentare

I finanziamenti per la banda larga

La banda larga

Con “banda larga” si definiscono, nella teoria dei segnali, i metodi che consentono a due o più segnali di condividere la stessa linea di trasmissione. Tuttavia il termine è in realtà divenuto sinonimo di “alta velocità” di connessione. In Italia la Task Force sulla banda larga, commissione interministeriale di studio istituita nel 2001 dal Ministero delle comunicazioni e dal Ministero per l’innovazione e le tecnologie ha definito la banda larga come “l’ambiente tecnologico che consente l’utilizzo delle tecnologie digitali ai massimi livelli di interattività”. L’attuale sviluppo tecnologico indica generalmente come di “banda larga” le connessioni superiori a 2 Mbitps(megabyte per secondo); il Piano nazionale di banda larga predisposto dal Ministero dello sviluppo economico indica il livello minimo in 2 Mbitps . 

Infrastrutture di banda larga possono essere realizzate attraverso:

  • interventi sulla rete di dorsale (backhaul o middle mile) sostituendo l’attuale cavo in rame utilizzato per la telefonia fissa con un cavo in fibra ottica
  • interventi sulla rete di accesso, e in particolare sulle connessioni tra centrale e utenti (ultimo miglio).  

Nel contesto dell’ultimo miglio le architetture di accesso a banda larga possono basarsi su:

  • la preesistente rete di accesso telefonica in rame, in particolare il “doppino telefonico” attraverso le tecnologie DSL. Tra queste tecnologie rientra l’ADSL; si ricorda poi lo sviluppo, da ultimo, della tecnologia VDSL2 vectoring che aumenta considerevolmente la capacità dei tradizionali accessi, fino a 100 Mbitps, attraverso l’impiego di algoritmi e tecniche di eliminazione delle interferenze tra i doppini;
  • l’utilizzo di rilegamenti in fibra ottica fino alla sede del cliente o fino all’edificio o ancora fino agli “armadi” della rete di distribuzione con architetture Fiber to the Home (FTTH), Fiber to the Building (FTTB), Fiber to the Cabinet (FTTCab);
  • l’utilizzo di frequenze radio tra cui rientrano le reti WI-FI, WI-MAX, i collegamenti via satellite, la telefonia di terza generazione UMTS e la TV digitale terrestre e, da ultimo, il segnale Lte (Long Term Evolution, o 4G) per le reti wireless.
Le iniziative legislative

Nel corso della XVI legislatura l’attenzione si è focalizzata sulla necessità di concentrare le risorse finanziarie nella modernizzazione della rete e nello sviluppo della banda larga.

 Su questa tematica, Parlamento e Governo sono così intervenuti:

  • l’art. 2 del decreto-legge n.112/2008 ha introdotto norme per agevolare i lavori di infrastrutturazione nel settore delle comunicazioni elettroniche prevedendo che l’installazione di reti e impianti in fibra ottica siano realizzabili con la procedura della denuncia di inizio attività (DIA) e, in particolare, che i soggetti pubblici non possano opporsi alla installazione nelle loro proprietà di reti e impianti per la comunicazione elettronica in fibra ottica, a meno che si tratti di beni appartenenti al patrimonio indisponibile di Stato, province o comuni, ovvero che l’attività possa arrecare turbamento al pubblico servizio;
  • l’art. 1 della legge n. 69/2009 ha stanziato 800 milioni di euro del Fondo per le aree sottoutilizzate (FAS) da destinare alla realizzazione degli interventi necessari all'adeguamento delle reti di comunicazione elettronica nei territori interessati dagli interventi del FAS. Il CIPE, con la delibera n. 1/2011, ha tuttavia operato una riduzione di 400 milioni di euro di tali risorse;
  • l’art. 14, co. 1, del decreto-legge n. 179/2012 ha autorizzato la spesa di 150 milioni di euro per il 2013 per il completamento delPiano nazionale banda larga.
Il piano nazionale per la banda larga

A seguito delle iniziative legislative sopra richiamate, il Ministero dello sviluppo economico ha predisposto, nell'ottobre 2011, il piano nazionale per la banda larga Piano nazionale banda larga.
Rispetto alle aree individuate nel piano come in digital divide (cfr. il relativo approfondimento), prefigura tre tipologie di intervento:

  • tipologia A; realizzazione di infrastrutture che restano nella titolarità pubblica essendo accertata l’assenza di infrastrutture abilitanti di base: si tratta in particolare della realizzazione delle infrastrutture in fibra ottica di backhaul propedeutiche per la realizzazione di una rete di nuova generazione (ma nel piano si fa anche riferimento a tecnologie wireless), finanziabili al 100% a valere sulle risorse del Piano;
  • tipologia B: individuazione e finanziamento di progetti di investimenti, presentato da operatori del settore, rivolto alla diffusione dei servizi a banda larga nei territori in digital divide, con particolare riferimento alla rete di “ultimo miglio”, finanziabili fino ad un massimo del 70% a valere sulle risorse del Piano;
  • tipologia C: sostegno agli utenti (pubbliche amministrazioni, imprese e popolazioni rurali), per l’acquisto di particolari terminali di utente, in quelle aree rurali, molto marginali, dove condizioni geomorfologiche particolarmente difficili e/o la bassissima densità di popolazione rendono gli investimenti infrastrutturali scarsamente sostenibili economicamente o non realizzabili entro il 31 dicembre 2015, interventi finanziabili al 100% a valere sulle risorse del Piano. La tipologia C degli interventi dovrà essere attivata però solo successivamente alla realizzazione degli interventi di tipologia A e B. 

E’ prevista per la realizzazione del Piano un fabbisogno economico complessivo di 1,471 miliardi di euro così ripartito:

  • tipologia A: 700 milioni di euro
  • tipologia B: 771 milioni di euro. 

Come si evince dalla tabella, ripresa dal Piano non tutte le risorse necessarie risultavano, al momento della presentazione del piano, disponibili e assegnate (cfr. le colonne “FEASR non ancora assegnate” e “Legge 69/2009 (800 m) + Quota project financing: risorse non ancora ripartite tra le regioni”). Nella tabella è riportato il fabbisogno confrontato con le diverse tipologie di risorse:

Il contributo delle risorse dell'Unione europea

Come già si è ricordato, i fondi disponibili per la realizzazione del piano nazionale per la banda larga fanno anche leva sull’utilizzo dei fondi comunitari, in particolare sullo sblocco del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC) che costituisce la quota di cofinanziamento nazionale ai Fondi comunitari necessaria per attivare i fondi europei. Vi è poi una quota assegnata alle Regioni e sono altresì utilizzabili i Fondi strutturali ricerca ed innovazione in campo ICT per le Regioni Convergenza.

Risultano programmate per il periodo 2009-2013 le seguenti risorse:

- completamento Banda Larga nel Sud: 209,8 mln € cui vanno aggiunti altri 24 mln sulla base di convenzioni MISE-Regioni (FAS regionali e D.M. Distretti);

Nell’aggiornamento del 3/02/2012 del Piano Azione Coesione presentato dal Ministro per la coesione territoriale risultano in dettaglio programmati 41,6 mln a carico del Piano Azione Coesione, 84,651 mln a carico del FEASR e 85,536 mln a carico del FESR Grandi Progetti.

- Progetto Agenda Digitale Rete Banda Ultra Larga: 443,051 mln;

Nell’aggiornamento del 3/02/2012 del Piano Azione Coesione risultano in dettaglio programmati 158,675 mln a carico del Piano Azione Coesione e 284,375 mln a carico del FESR Grandi Progetti.

- Progetto Agenda Digitale realizzazione Data Center: 121 mln.