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Il Piano di Azione Coesione

Nel corso del 2011 è stata avviata, di intesa con la Commissione Europea, un’azione per accelerare l’attuazione dei programmi cofinanziati dai fondi strutturali 2007-2013 sulla base di quanto stabilito dalla delibera CIPE n. 1 del 2011 e concordato nel Comitato nazionale del Quadro Strategico Nazionale (riunione del 30 marzo 2011) da tutte le Regioni, dalle Amministrazioni centrali interessate e dal partenariato economico e sociale.

Allo scopo di consolidare e completare questo percorso è stato predisposto il Piano di Azione Coesione inviato il 15 novembre 2011 dall’allora Ministro per i Rapporti con le Regioni e per la Coesione Territoriale Fitto al Commissario Europeo per la Politica Regionale.

Il Piano di Azione Coesione ha l’obiettivo di colmare i ritardi ancora rilevanti nell’attuazione e, al contempo, rafforzare l’efficacia degli interventi, in attuazione degli impegni assunti con la lettera del Presidente del Consiglio al Presidente della Commissione Europea e al Presidente del Consiglio Europeo del 26 ottobre 2011 e in conformità alle Conclusioni del Vertice dei Paesi Euro dello stesso 26 ottobre 2011. Il Piano impegna quindi le amministrazioni centrali e locali a rilanciare i programmi in grave ritardo, garantendo una forte concentrazione delle risorse su alcune priorità. L’intervento, definito tenendo conto degli esiti del confronto con il partenariato istituzionale ed economico-sociale, si attua sulla base di quattro principi:

  • concentrazione su tematiche di interesse strategico nazionale, declinate regione per regione secondo le esigenze dei diversi contesti, attraverso un confronto tecnico fra Governo e Regioni;
  • definizione di risultati obiettivo in termini di miglioramento della qualità di vita dei cittadini;
  • “cooperazione rafforzata” con la Commissione europea;
  • azione di supporto e affiancamento da parte di centri di competenza nazionale.

Per ogni priorità individuata dal Piano vengono definiti i risultati attesi (target) dalla realizzazione degli interventi pianificati.

Il Piano, frutto di una azione di cooperazione rafforzata tra le autorità europee, il Governo nazionale e le amministrazioni centrali e, soprattutto, regionali, fissa principi, regole e interventi per la revisione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali 2007-2013, al fine di accelerarne l’attuazione e migliorarne l’efficacia.

Esso è attuato attraverso la rimodulazione strategica delle risorse dei singoli programmi operativi, con la riprogrammazione di alcuni programmi regionali maggiormente in ritardo con spostamento di risorse dei fondi strutturali verso quelli maggiormente performanti, e la riduzione della quota di cofinanziamento nazionale, che viene trasferita al di fuori dei programmi operativi stessi, a favore degli interventi considerati prioritari dal Piano di azione coesione.

Come è noto, infatti, i regolamenti comunitari impongono, per poter usufruire dei fondi strutturali, che ciascuno Stato membro stanzi una quota nazionale di “cofinanziamento”, che testimonia l’impegno di quel Paese per il riequilibrio dei divari di sviluppo. I livelli di cofinanziamento sono differenziati in base al livello di prosperità dei vari Stati. Secondo il Regolamento Generale dei Fondi strutturali (Reg. CE n. 1083/2006), l’Italia deve garantire, nelle Regioni in ritardo (cioè nelle 4 regioni meridionali interessate dall’Obiettivo convergenza più la Basilicata in sostegno transitorio), un livello di cofinanziamento pari ad almeno il 25% del valore del programma (a fronte del 75% massimo di cofinanziamento comunitario). Nelle altre regioni, l’Italia deve invece garantire un cofinanziamento pari almeno al 50%. L’Italia ha scelto, per aumentare le risorse a disposizione per gli investimenti, di adottare un tasso di cofinanziamento più alto, pari nel Mezzogiorno, al 50% del valore del programma.

A tal fine, è stato disposto, in accordo con la Commissione (ai sensi dell’articolo 33 del regolamento CE n. 1083/2006), una riprogrammazione delle risorse dei fondi strutturali, con una diversa percentuale della quota di cofinanziamento comunitario che è stato elevato dall’originario 50 al 75 per cento (limite massimo di partecipazione), con corrispondente riduzione della quota di cofinanziamento nazionale, le cui risorse vengono destinate agli obiettivi del Piano di Azione Coesione.

In sostanza, in accordo con le Istituzioni europee, la quota di finanziamento comunitario dei programmi operativi in ritardo di attuazione, che rischiano il disimpegno automatico delle risorse, resta invariata, in valori assoluti, pur assumendo un peso percentuale maggiore (da 50 al 75 per cento), mentre si riduce la quota di risorse di cofinanziamento nazionale (dal 50 al 25 per cento). Le risorse nazionali, che fuoriescono dai programmi attuativi dei fondi strutturali, vengono utilizzate per gli obiettivi prioritari del Piano di Azione Coesione.

Contestualmente, il 3 novembre 2011, è stato siglato l’ accordo tra il Governo italiano e le Regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia sulla rimodulazione dei programmi cofinanziati dai Fondi strutturali, con il quale il riutilizzo delle risultanti risorse nazionali viene vincolato al principio di territorialità.

Tale principio viene inoltre inserito nella legge di stabilità 2012 (articolo 23, comma 4), prevedendo che il Fondo di rotazione per l’attuazione delle politiche comunitarie previsto dall’articolo 5 della legge n. 183 del 1987 possa destinare le risorse finanziarie derivanti da un’eventuale riduzione del tasso di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali 2007/2013 alla realizzazione di interventi di sviluppo socio-economico concordati tra lo Stato italiano e la Commissione europea nell’ambito della revisione dei programmi stessi.

Il disegno programmatico del “Piano d’azione coesione” e la sua attuazione anticipano per molti aspetti la riforma della politica di coesione in via di approvazione da parte della Commissione europea, nella direzione di:

  • orientare ogni azione agli obiettivi di miglioramento della qualità della vita dei cittadini,
  • concentrare gli investimenti su priorità di intervento di interesse nazionale declinate, Regione per Regione, secondo le esigenze dei diversi contesti,
  • rafforzare il presidio degli interventi da parte dei centri di competenza nazionale,
  • affidare il governo dell’intervento del Piano d’Azione Coesione a un Gruppo di Azione a direzione nazionale, nel quadro di una rafforzata cooperazione con la Commissione Europea.

Il Piano, per la parte relativa alle regioni, è stato oggetto di tre aggiornamenti a febbraio 2012, a maggio 2012 e a dicembre 2012.

L’intervento si rende necessario al fine di utilizzare interamente i fondi strutturali, concentrando gli investimenti in tre settori ad alto impatto socioeconomico (scuola, ferrovie e agenda digitale), e di sostenere l’occupazione dei lavoratori svantaggiati, maggiormente colpiti dalle difficoltà nella recente fase congiunturale negativa.

Il Piano di Azione Coesione (PAC) ha determinato a tutt’oggi, nel suo complesso, una rimodulazione delle risorse comunitarie e una riduzione delle risorse di cofinanziamento nazionale, per complessivi 12,1 miliardi, di cui 9,9 miliardi dalla riduzione della quota di cofinanziamento nazionale.

La prima fase, varata il 15 dicembre 2011 e aggiornata a febbraio 2012, a seguito di un Accordo condiviso tra Governo e le Regioni Basilicata, Calabria, Campania, Puglia, Sardegna e Sicilia per accelerare e riqualificare l’utilizzo dei Fondi strutturali comunitari, al quale hanno aderito anche Abruzzo e Molise (regioni dell’Obiettivo Competitività), ha riguardato i programmi operativi regionali per complessivi 3,5 miliardi di riprogrammazione, che sono stati destinati a favore di istruzione, ferrovie, formazione riformata, agenda digitale e credito di imposta per lavoratori svantaggiati. E’ stata inoltre prevista la costituzione di un Fondo da 1,5 miliardi di euro a favore di investimenti su reti e nodi ferroviari.

La seconda fase, varata il 15 maggio 2012 (circa 2,9 miliardi) ha riguardato i fondi gestiti da Amministrazioni centrali (Programmi operativi nazionali o interregionali), riprogrammati a favore della cura per l’infanzia e per gli anziani non autosufficienti, dei giovani, della competitività e innovazione delle imprese e delle aree di attrazione culturale. Per 1,9 miliardi si tratta di fondi assegnati al Piano di Azione Coesione; per il resto di riprogrammazioni all’interno dei programmi.

La terza ed ultima fase di riprogrammazione, varata nel dicembre 2012 d’intesa con le Regioni (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia, Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle D’Aosta) e con i ministeri interessati, ha riguardato un importo di 5,7 miliardi, di cui 4,9 miliardi quale riduzione del cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali e 0,8 miliardi di rimodulazione all’interno dei programmi operativi, ed è stata riprogrammata a favore di misure anticicliche (2,5 miliardi), la salvaguardia di progetti validi già avviati (1,9 miliardi) e nuove azioni regionali (1,3 miliardi).

Con la delibera n. 96 del 3 agosto 2012 il CIPE ha preso atto dell’aggiornamento del Piano di Azione Coesione, mentre con la delibera n. 113 del 26 ottobre 2012 sono state individuate le amministrazioni responsabili della gestione e dell’attuazione dei programmi e degli interventi finanziati nell’ambito del Piano e definite le relative modalità di attuazione.

I settori di intervento del Piano di Azione Coesione

La prima fase (dicembre 2011) determina la riprogrammazione all’interno dei Programmi regionali per oltre 1,5 miliardi, così divisi: istruzione: circa 1 miliardo; agenda digitale: 410 milioni; credito per l’occupazione: 142 milioni. Si prevede altresì la costituzione di un Fondo da 1,6 miliardi di euro a favore di investimenti su reti e nodi ferroviari.

Istruzione:

La strategia intende rafforzare nelle regioni dell’obiettivo Convergenza (Calabria, Campania, Puglia, Sicilia), le azioni finalizzate al miglioramento delle competenze dei giovani e al contrasto alla dispersione scolastica già in corso di realizzazione con i PON “Competenze per lo sviluppo” (FSE) e “Ambienti per l’apprendimento” (FESR).

 

Per tutti questi interventi il Piano d’Azione programma complessivamente 974 milioni, che si aggiungono alla dotazione finanziaria dei due Programmi Nazionali FESR e FSE, del valore complessivo di poco inferiore ai 2 miliardi, entrambi in avanzato stato di attuazione. Si tratta di risorse a gestione MIUR da utilizzare in area Convergenza e provenienti dai POR FESR ed FSE delle rispettive Regioni, come riportato nella tabella seguente:

Regione

FESR 

FSE 

Totale 

Calabria

59,9

42,9

102,8

Campania

250,0

100,0

350,0

Puglia

90,0

72,4

162,4

Sicilia

263,1

96,0

359,1

Totale

663,0

311,3

974,3

Con il primo aggiornamento del PAC (febbraio 2012) è stato definito il Piano d’azione Istruzione.

 Agenda digitale:

Sono stati definiti tre progetti infrastrutturali per l’attuazione dell’Agenda digitale da realizzare nelle Regioni del Mezzogiorno nell’ambito del Piano di Azione per il raggiungimento degli obiettivi della Strategia EU2020:

  • Piano Nazionale Banda Larga (internet ad almeno 2 mpbs per tutti entro il 2013).
  • Progetto Strategico Banda Ultralarga (internet oltre i 100 mbps per il 50 per centro degli italiani).
  • Progetto Data Center (realizzazione di data center per accelerare il processo di completa dematerializzazione della PA e la conseguente digitalizzazione dei processi).

Per questi interventi il Piano d’Azione programma complessivamente 409,9 Milioni di euro di risorse FESR sui Programmi operativi regionali, di cui 269,8 in area Convergenza che saranno utilizzate nell’ambito dei progetti strategici nazionali in sinergia con le operazioni già in atto nelle diverse Regioni.

Regione

Piano naz. Banda larga

Banda ultralarga

Data center

Totale

Calabria

5,0

86,9

40,0

131,9

Campania *

0

0

0

0

Puglia

18,2

0

0

18,2

Sicilia

7,0

53,0

0

60,0

Basilicata

4,9

14,8

40,0

59,7

Sardegna

6,5

88,6

40,0

135,1

Molise

0

4,0

1,0

5,0

Totale 

41,6

247,3

121,0

409,9

* Risorse da determinare successivamente.

Occupazione:

Promuovere nuova occupazione attraverso il finanziamento, a valere sui POR regionali, del credito di imposta occupazione di cui all’articolo 2 del D.L. n. 70 del 2011, così come concordato in via definitiva su proposta del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali con la Commissione europea (DG EMPL).

Le risorse destinate ammontano a 142 milioni (ulteriori 175 milioni saranno aggiunti nelle successive fasi di riprogrammazione del PAC), cosi ripartite: Calabria: 20 milioni; Campania: 20 milioni; Puglia: 10 milioni; Sicilia: 65 milioni; Sardegna: 20 milioni; Molise: 1 milione; Abruzzo: 4 milioni.

Reti Ferroviarie

L’obiettivo è di migliorare la mobilità a lunga, media e breve percorrenza sulla rete ferroviaria del Sud, oggi caratterizzata da tempi elevati e da condizioni di disagio nel servizio di trasporto. Il Piano di Azione Coesione si prefigge di avviare o completare alcune scelte strategiche per la modernizzazione della rete ferroviaria anche tenendo conto degli obiettivi fissati. Con gli interventi tecnologici a più rapida realizzazione (36/48 mesi), si conseguiranno i primi benefici di miglioramento nei tempi di percorrenza. Gli interventi infrastrutturali con tempi lunghi (fino a 10 anni) consentiranno di costruire un quadro di certezze per il futuro, rilevante per le realizzazioni di importanti relazioni ferroviarie con ricadute positive per cittadini e imprese.

Al tal fine, sono stati individuati d’intesa fra Governo e Regioni alcuni assi prioritari d’intervento: asse Catania–Palermo, asse Napoli–Bari, nodo di Bari e tratte adriatiche, asse Taranto-Sibari-Gioia Tauro, asse jonico e rete ferroviaria sarda. In base ad una recuperata logica di programmazione unitaria, per ognuno di questi assi i nuovi interventi da finanziare sono stati identificati in modo da completare (in tutto o in parte) i finanziamenti già disponibili dal Fondo sviluppo e coesione (delibera CIPE 62/2011), dal Programma Operativo Nazionale o da fonti di finanziamento ordinario.

Il finanziamento degli interventi identificati viene realizzato attraverso la riduzione del tasso di co-finanziamento dei fondi comunitari per un importo complessivo pari a 1.620 milioni. In particolare vengono destinati nuovi finanziamenti a:

  • Campania – variante Cancello-Napoli, tratta Cancello-Frasso Telesino, Traccia-Napoli e acquisto di materiale rotabile
  • Puglia – nodo di Bari e raddoppio Lesina-Ripalta
  • Sicilia – linea Catania-Palermo
  • Sardegna – ammodernamento e velocizzazione rete sarda (oltre a collegamenti stradali necessari a superare le condizioni di particolare isolamento della Regione)
  • Calabria – elettrificazione dorsale jonica

Questi interventi si aggiungono a precedenti finanziamenti del Fondo sviluppo e coesione per 830 milioni e ad altri finanziamenti nazionali per 4.221 milioni. Complessivamente vengono mobilitate risorse per circa 6,5 miliardi.

Con il primo aggiornamento del PAC (febbraio 2012) sono stati ulteriormente dettagliati gli interventi ferroviari.

La seconda fase di riprogrammazione del PAC (maggio 2012) ha interessato invece i programmi gestiti dalle Amministrazioni centrali (PON e POIN) destinati a favore della cura per l’infanzia e per gli anziani non autosufficienti (730 milioni), dei giovani, della competitività e innovazione delle imprese e delle aree di attrazione culturale, per 2,3 miliardi, di cui 1,9 miliardi assegnati al PAC e per il resto dalla riprogrammazione all’interno dei programmi, così ripartiti

 

(milioni di euro):

Cura dell’infanzia

400,0

Cura degli anziani non autosufficienti

330,0

Interventi per la legalità in aree a elevata dispersione scolastica

77,0

Progetti promossi da giovani del privato sociale

37,6

Autoimpiego e autoimprenditorialità

50,0

Apprendistato e uscita da “né allo studio né al lavoro”

50,0

Promozione metodi applicati di studio/ricerca nelle Università attraverso ricercatori italiani all’estero (c.d. Messaggeri della conoscenza)

5,3

Promozione sviluppo imprese, e ricerca

740,7

Promozione innovazione via domanda pubblica

150,0

Valorizzazione aree di attrazione culturale

330,0

Riduzione tempi giustizia civile

4,4

Interventi efficienza energetica aree urbane e naturali

124,0

Totale

2.299,0

La terza fase di riprogrammazione del PAC (dicembre 2012), il cui valore complessivo ammonta a 5,7 miliardi, è stata diretta a:

  • accelerare l’attuazione della programmazione 2007-2013 per colmare i gravi ritardi maturati;
  • rafforzare l’efficacia degli interventi orientandoli a risultati misurabili e concentrando le risorse;
  • avviare nuove azioni, alcune delle quali di natura prototipale che, in base agli esiti, potranno essere riprese nella programmazione 2014-2020;
  • anticipare i nuovi metodi di “programmazione rivolta ai risultati” che saranno adottati nel bilancio europeo e nella programmazione della politica di coesione 2014-2020, a cominciare da una forte enfasi sui risultati attesi e a una maggiore trasparenza e apertura del processo decisionale e dei dati.

La terza fase riguarda, per l’area “Convergenza”, i Programmi regionali di Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e i Programmi nazionali “Reti e Mobilità” e “Sicurezza per lo sviluppo” (per circa il 98%). Riguarda inoltre i Programmi delle Regioni Friuli Venezia Giulia, Sardegna e Valle d’Aosta.

La riprogrammazione avviene attraverso riduzione della quota di cofinanziamento nazionale (4,9 mld) e riallocazioni di risorse all’interno dei programmi operativi (0,8 mld).

Mentre nella prima e seconda riprogrammazione si sono privilegiati obiettivi di riequilibrio strutturale (scuola, reti ferroviarie e digitali, servizi di cura, etc.), nella terza si è posta l’attenzione, su sollecitazione delle parti economiche e sociali, a misure anticicliche e misure rivolte alla salvaguardia di singoli progetti in ritardo, ma meritevoli di finanziamento. Pertanto la terza fase è articolata in tre obiettivi:

  • misure anticicliche che consentano a lavoratori, imprese e persone di superare la prolungata crisi recessiva senza compromettere le opportunità e la vita nella fase di ripresa (2,5 miliardi),
  • salvaguardia di progetti validi in ritardo (1,9 miliardi),
  • nuove azioni selezionate dalle Regioni (1,3 miliardi).

     

Le misure anticicliche sono state così identificate e finanziate:

 

Riduzione cofinanz.

Riprogr. P.O.

Totale

Agevolazione fiscale de minimis per micro e piccole aziende delle aree a disagio socioeconomico

366,0

11,0

377,0

Rifinanziamento credito d’imposta occupati svantaggiati

85,0

90,0

175,0

Misure innovative e sperimentali di tutela dell'occupazione e politiche attive del lavoro collegate ad ammortizzatori sociali in deroga

530,0

0

530,0

Promozione della nuova imprenditorialità

92,8

112,0

204,8

Potenziamento istruzione tecnica e professionale di qualità

81,0

25,0

106,0

Promozione sviluppo turistico e commerciale

134,0

224,9

358,9

Interventi di rilancio di aree colpite da crisi industriali

282,0

0

282,0

Strumenti di incentivazione per il rinnovamento di macchinari e attrezzature da parte delle imprese

57,0

270,0

327,0

Aiuto alle persone con elevato disagio sociale

85,0

58,7

143,7

Totale

1.712,8

791,6

2.504,4

Per quanto riguarda la salvaguardi di progetti avviati (1,9 miliardi) si tratta di interventi avviati nei programmi operativi e che hanno necessità di tempi più ampi per dispiegare i loro effetti (anche in considerazione del rischio di non ultimazione entro il 31 dicembre 2015) è stata impostata sulla base di una serrata concertazione tra le Amministrazioni centrali capofila dei Fondi strutturali, le Regioni e la Commissione europea. Le principali tipologie di intervento riguardano i “grandi progetti” (687,7 milioni) e altri interventi validi in relazione ai diversi contesti territoriali (1,243,6 milioni), quali misure per il risparmio energetico e produzione da fonti rinnovabili; per la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale; per la rigenerazione urbana; per il miglioramento delle strutture scolastiche attraverso un forte ricorso alle nuove tecnologie e alle

attrezzature didattiche innovative, per il miglioramento di specifiche infrastrutture in Calabria, Puglia, Sicilia, Sardegna, Friuli Venezia-Giulia , anche attraverso il contributo del PON Reti e Mobilità.

Le nuove azioni assorbono 1.250,5 milioni destinati a interventi nuovi ovvero non compresi negli originari programmi operativi cofinanziati la cui realizzazione, anche in coerenza con le mutate esigenze poste dalla crisi economica in atto, assicura il raccordo con la programmazione del prossimo ciclo 2014-2020.

Riassumendo, il Piano di Azione Coesione è stato attuato attraverso tre fasi successive di riprogrammazione dei Programmi cofinanziati dai fondi strutturali. Le prime due fasi (dicembre 2011 e poi maggio 2012) hanno riallocato un totale di risorse pari a 6,4 miliardi di euro, attraverso sia la riduzione del cofinanziamento nazionale, sia la revisione interna dei programmi. Tali fasi hanno riguardato in misura prevalente (4,9 miliardi) le regioni Calabria, Campania, Puglia e Sicilia e in misura più contenuta (0,5 miliardi) le altre regioni del Sud e alcune del Centro Nord. Sommando ad esse le risorse considerate nella terza fase (5,7 miliardi), la PAC complessivamente ha movimentato 12,1 miliardi, di cui circa 10 miliardi provenienti della riduzione del cofinanziamento nazionale dei fondi comunitari.

I programmi operativi ridotti

Con la delibera n. 113 del 26 ottobre 2012 il CIPE ha individuato le amministrazioni responsabili della gestione e dell’attuazione dei programmi finanziati nell’ambito del Piano di azione coesione (PAC), nonché le relative modalità di attuazione. La delibera considera risorse rivenienti dalla riduzione del cofinanziamento nazionale dei programmi operativi dei fondi comunitari per poco più di 5 miliardi, che vengono riassegnate sempre nell’ambito del Fondo di rotazione ex art. 5, legge n. 183/1987 in favore dei singoli programmi e interventi del PAC, con imputazione alle annualità 2012 e 2013 dei predetti programmi operativi.

Riduzioni del cofinanziamento nazionale

Programmi operativi regionali

FESR

FSE

Totale

Calabria

80,0

 

80,0

Campania

600,0

 

600,0

Puglia

100,0

 

100,0

Sicilia

500,0

452,0

952,0

Sardegna

340,3

 

340,3

TOTALE

1.620,3

452,0

2.072,3

Programmi operativi nazionali

 

 

 

Ricerca e competitività

1.781,0

 

1.781,0

Sicurezza per lo sviluppo

180,0

 

180,0

Governance e assistenza tecnica

50,0

 

50,0

Attrattori culturali, naturali e turismo

330,0

 

330,0

Energie rinnovabili e risparmio energetico

504,0

 

504,0

Governance e azioni di sistema

 

90,0

90,0

TOTALE

2.845,0

90,0

2.935,0

TOTALE GENERALE

4.465,3

542,0

5.007,3

 

Assegnazione delle risorse

Programmi/Interventi

Responsabile gestione

Responsabile attuazione

Importi

Ferrovie

Min. Infrastrutture

RFI

1.502,6

Servizi di cura all’infanzia

Min. Interno

Enti locali

400,0

Servizi di cura anziani non autosufficienti

Min. Interno

Enti locali

330,0

Interventi di legalità in aree a elevata dispersione scolastica

Min Interno

Enti locali

77,0

Giovani del non profit per lo sviluppo del Mezzogiorno

PCM

Dip. Gioventù

37,6

Autoimpiego e autoimprenditorialità

MISE

MISE

50,0

Apprendistato e uscita da “né allo studio né al lavoro”

Min. Lavoro

Min. Lavoro

50,0

Messaggeri della conoscenza nelle Università meridionali

MIUR

MIUR

5,3

Ricerca e innovazione

MIUR

MIUR

115,5

Promozione sviluppo e innovazione imprese

MISE

MISE

436,2

Promozione innovazione via domanda pubblica

MISE

 MISE

50,0

Promozione innovazione via domanda pubblica

MIUR

MIUR

100,0

Valutazione aree di attrazione culturale

MIBAC

MIBAC

130,0

Riduzione tempi giustizia civile

Min. Giustizia

Min. Giustizia

4,4

Interventi efficienza energetica aree urbane e naturali

MISE

MISE

124,0

Piano giovani Sicilia

Regione Siciliana

Regione Siciliana

452,0

TOTALE

 

 

3.864,6

Interventi già individuati nei PO la cui attuazione proseguirà fuori dal programma originario

 

 

 

Ricerca

MIUR

MIUR

546,0

Sicurezza

Min. Interno

Min. Interno

103,0

Imprese

MISE

MISE

178,0

Energia

MISE

MISE

198,0

Altri interventi P.A.C.

Regione Sardegna

Regione Sardegna

117,7

TOTALE

 

 

1.142,7

TOTALE P.A.C.

 

 

5.007,3

Le risorse trasferite al Piano di azione coesione dopo la terza riprogrammazione

Mentre la precedente tavola allegata alla delibera CIPE n. 113 del 2012 indicava riduzioni per 5 miliardi in quanto considerava gli effetti del PAC fino al secondo aggiornamento del maggio 2012, la tavola che segue ricomprebde anche gli effetti del terzo aggiornamento del PAC di dicembre 2012 e pertanto la riduzione del cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali (quota trasferita a PAC) viene indicata in 9,9 miliardi.

 

(milioni di euro)

 

Dotazione complessiva iniziale

Contributo
dopo PAC
3° aggiornamento

Quota trasferita a PAC

Programmi FSE 

 

 

 

Calabria

860,40

800,5

60,0

Campania

1.118,0

968,0

150,0

Sardegna

729,3

675,1

54,2

Sicilia

2.084,4

1.632,30

452

Valle d'Aosta

82,3

65,8

16,5

Governance

517,8

427,9

90,0

TOTALE FSE

5.392,2

4.569,6

822,7

Programmi FESR 

 

 

 

Calabria

2.998,2

2.544,7

453,5

Campania

6.864,8

4.576,8

2.288,0

Friuli-Venezia Giulia

303,0

258,8

44,2

Puglia

5.238,0

4.492,3

745,7

Sardegna

1.701,7

1.361,7

340

Sicilia

6.539,6

4.360,6

2.179,0

Totale regioni

23.645,3

17.594,9

6.050,4

Governance

276,2

226,2

50

Reti e mobilità

2.749,4

2.576,6

172,8

Ricerca e competitivià

6.205,4

4.425,4

1.780,0

Sicurezza

1.158,0

968,1

189,9

Attrattori culturali, naturali e turismo

1.015,6

685,7

329,9

Energia rinnovabile e risparmio energetico

1.607,8

1.103,8

504,0

Totale programmi nazionali e interr.

13.012,4

9.985,8

3.026,6

TOTALE FESR

36.657,7

27.580,7

9.077,0

TOTALE COMPLESSIVO

42.049,9

32.150,3

9.899,7

Dei complessivi 12,1 miliardi di risorse considerate nel Piano di Azione Coesione, 9,9 miliardi sono determinati dalla riduzione della quota di cofinanziamento nazionale dei fondi strutturali.

Complessivamente, le regioni vedono ridotte le risorse del cofinanziamento nazionale per 6,8 miliardi. In particolare, Sicilia e Campania, i cui programmi operativi manifestano i maggiori ritardi attuativi, vedono ridotte le risorse dei loro POR, rispettivamente, di 2.631 e 2.438 milioni, destinate ad altri interventi del Piano di Azione Coesione sul medesimo territorio. Le altre regioni che hanno proceduto ad una rimodulazione delle risorse dei propri piani operativi sono la Puglia (746 milioni), la Calabria (513 milioni), la Sardegna (394 milioni), nonché il Friuli Venezia Giulia (44 milioni) e la Valle d’Aosta (16 milioni).

Per i programmi nazionali e interregionali la riduzione del cofinanziamento ammonta a 3,1 miliardi. La rimodulazione ha riguardato i programmi nazionali o interregionali Ricerca e competitività (1.780 milioni), Energia rinnovabile e risparmio energetico (504 milioni), Attrattori culturali, naturali e turismo (330 milioni), Sicurezza (190 milioni), Reti e mobilità (173 milioni) e Governance (50 milioni).

Si espone di seguito la medesima tavola articolata per regioni e programmi nazionali.

 

Dotazione complessiva iniziale

Contributo
dopo PAC
3° aggiornamento

Quota trasferita a PAC

CALABRIA

  3.858,6

  3.345,2

     513,5

di cui Calabria Fse

860,4

800,5

60,0

di cui Calabria Fesr

2.998,2

2.544,7

453,5

CAMPANIA

  7.982,8

  5.544,8

  2.438,0

di cui Campania Fse

1.118,0

968,0

150,0

di cui Campania Fesr

6.864,8

4.576,8

2.288,0

PUGLIA Fesr

5.238,0

4.492,3

745,7

SARDEGNA

  2.431,0

  2.036,8

     394,2

di cui Sardegna Fse

729,3

675,1

54,2

di cui Sardegna Fesr

1.701,7

1.361,7

340,0

SICILIA

  8.624,0

  5.992,9

  2.631,0

di cui Sicilia Fse

2.084,4

1.632,30

452,0

di cui Sicilia Fesr

6.539,6

4.360,6

2.179,0

VALLE D'AOSTA Fse

82,3

65,8

16,5

FRIULI-VENEZIA GIULIA Fesr

303,0

258,8

44,2

Programmi nazionali e interregionali

 

 

 

GOVERNANCE

     794,0

     654,1

     140,0

di cui Governance Fse

517,8

427,9

90,0

di cui Governance Fesr

276,2

226,2

50,0

RETI E MOBILITÀ Fesr

2.749,4

2.576,6

172,9

RICERCA E COMPETITIVIÀ Fesr

6.205,4

4.425,4

1.780,0

SICUREZZA Fesr

1.158,0

968,1

189,9

ATTRATTORI CULTURALI, NATU-RALI E TURISMO Fesr

1.015,6

685,7

329,9

ENERGIA RINNOVABILE E RISPARMIO ENERGETICO Fesr

1.607,8

1.103,8

504,0

TOTALE COMPLESSIVO

42.049,9

32.150,3

9.899,7