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Adesione della Croazia

La Croazia diventerà membro dell’UE il 1° luglio 2013, a condizione che il trattato di adesione – firmato il 9 dicembre 2011, in seguito al parere favorevole della Commissione, al parere conforme del Parlamento europeo e alla decisione del Consiglio relativa all’ammissione della Croazia – sia ratificato da tutti gli Stati membri. La ratifica del Trattato di adesione della Croazia è stata finora approvata, oltre che dall’Italia, con la legge n. 17 del 29 febbraio 2012, da Austria, Bulgaria, Estonia, Irlanda, Lettonia, Lituania, Malta, Repubblica di Cipro, Repubblica ceca, Romania, Slovacchia e Ungheria .

Dopo la firma del trattato di adesione, la Croazia è diventata “Stato aderente” e può beneficiare di una serie di diritti provvisori prima di diventare Stato membro dell’UE. Può esprimere osservazioni su progetti di proposte, comunicazioni, raccomandazioni o iniziative dell’UE e acquisisce lo status di “osservatore attivo” in seno agli organi e alle agenzie dell’Unione, con diritto di espressione ma non di voto. È al termine del processo di ratifica, con l’entrata in vigore del trattato di adesione alla data prevista, che lo Stato aderente diventa a tutti gli effetti Stato membro dell’UE.

Sull’adesione del paese all’Unione europea il 23 gennaio 2012 si è svolto in Croazia il referendum popolare: il 66,27% dei votanti si è espressa favorevolmente. Tale esito è stato salutato con soddisfazione in una dichiarazione congiunta dal Presidente della Commissione europea, José Manuel Barroso, e dal Presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy, che hanno sottolineato come l’adesione all’UE della Croazia rappresenti un segnale positivo per gli altri paesi della regione.

Nel lungo periodo, la prospettiva dei paesi dei Balcani occidentali è infatti quella della progressiva integrazione nell’Unione europea, sulla base delle previsioni del Trattato sull’Unione europea e dei criteri di Copenaghen. Tale approccio è stato ribadito in più occasioni dal Consiglio europeo, a partire da quello tenutosi a Feira il 19 e 20 giugno 2000 che ha definito i paesi della regione “candidati potenziali all’adesione all’Unione europea”.

La Croazia, che era stata dichiarata paese candidato dal Consiglio europeo del 17 e 18 giugno 2004, aveva avviato formalmente i negoziati per l’adesione il 3 ottobre 2005. I negoziati sono stati dichiarati conclusi il 30 giugno 2011 nel corso della tredicesima Conferenza di adesione UE-Croazia a livello ministeriale. Gli Stati membri hanno concordato che la Commissione continuerà a verificare il rispetto da parte della Croazia degli impegni assunti nel corso dei negoziati e la sua preparazione in vista dell’adesione.

Nella stessa occasione è stato approvato il quadro finanziario post-adesione: per la seconda metà del 2013 i fondi totali UE in favore della Croazia ammonteranno a 687,5 milioni di euro, di cui 449.4 dai fondi strutturali e dal fondo di coesione; inoltre la Croazia disporrà di 40 milioni di euro nell’ambito della cosiddetta Schengen facility, intesa a finanziare l’attuazione dell’acquis di Schengen; di 29 milioni di euro nell’ambito dello strumento di transizione, destinato al rafforzamento della capacità amministrativa e giudiziaria e di 75 milioni di euro dello strumento temporaneo per i flussi di tesoreria per aiutare la Croazia a migliorare i flussi di tesoreria del bilancio nazionale.

Come stabilito nella citata conferenza di adesione e conformemente all’articolo 36 dell’atto di adesione, la Commissione deve dunque sorvegliare attentamente tutti gli impegni assunti dalla Croazia nel corso dei negoziati di adesione, con particolare attenzione alla politica di concorrenza, al sistema giudiziario e ai diritti fondamentali, nonché a libertà, sicurezza e giustizia, e predisporre una relazione globale di controllo per il Consiglio e il Parlamento europeo. Le principali conclusioni di tale relazione sono contenute in una comunicazione (COM(2012)600) che la Commissione ha presentato il 10 ottobre 2012, nell’ambito dell’annuale pacchetto allargamento.

Secondo la Commissione, la Croazia continua a progredire nell’adozione e nell’attuazione della legislazione dell’Unione e l’allineamento con l’acquis è in dirittura d’arrivo. La Commissione ha tuttavia individuato alcuni ambiti che necessitano di ulteriori sforzi e un numero limitato di settori che richiedono un maggiore impegno. Si tratta in particolare: 1) dei preparativi per i futuri fondi strutturali dell’UE onde assicurarne la corretta gestione; 2) della ristrutturazione dell’industria cantieristica croata; 3) del rafforzamento dello Stato di diritto attraverso la costante attuazione degli impegni assunti dal paese per continuare a migliorare la pubblica amministrazione e il sistema giudiziario, 4) delle misure volte a prevenire e combattere efficacemente la corruzione, nonché 5) della gestione delle frontiere esterne. Fatta salva l’importanza di affrontare tutte le questioni sottolineate nella relazione globale di controllo, la Commissione ritiene che nei prossimi mesi la Croazia dovrebbe prestare particolare attenzione alle seguenti azioni specifiche in materia di politica di concorrenza, sistema giudiziario e diritti fondamentali, libertà, sicurezza e giustizia.

-    1. Firmare il contratto di privatizzazione del cantiere navale di Brodosplit e prendere le decisioni necessarie per trovare una soluzione valida per 3.Maj e Brodotrogir al fine di portare a termine la ristrutturazione dell’industria cantieristica croata.

-    2. Attuare le misure immediate e compiere progressi per quanto riguarda le misure a breve termine elaborate nel settembre 2012 per aumentare l’efficienza del sistema giudiziario e smaltire l’arretrato giudiziario.

-    3. Adottare la nuova normativa per garantire l’esecuzione delle sentenze e ridurre l’arretrato di casi riguardanti l’esecuzione delle sentenze.

-    4. Costituire la commissione competente in materia di conflitto di interessi affinché possa iniziare le sue regolari attività.

-    5. Adottare la nuova legge sull’accesso all’informazione al fine di rafforzare il quadro giuridico e amministrativo pertinente.

-    6. Completare l’adozione dei regolamenti necessari per garantire l’attuazione della legge sulla polizia.

-    7. Completare la costruzione di strutture ai valichi di frontiera lungo il corridoio di Neum.

-    8. Conseguire l’obiettivo stabilito per il 2012 in materia di assunzione di agenti di polizia di frontiera.

-    9. Mettere a punto e adottare la strategia sulla migrazione, definendo chiaramente le misure per l’integrazione delle categorie più vulnerabili di migranti.

-    10. Potenziare la capacità di traduzione e revisione dell’acquis affinché tale compito possa essere portato a termine in tempo per l’adesione.

La Croazia dovrà sforzarsi per concludere in tempo i preparativi e permettere alla Commissione di renderne conto nella comunicazione sulla relazione di monitoraggio finale sui preparativi del paese in vista dell’adesione, che verrà presentata nella primavera del 2013.