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Temi dell'attività Parlamentare

Il Fondo Monetario Internazionale

Creazione e sviluppi

Istituito nel 1945 a seguito degli accordi raggiunti nella Conferenza di Bretton Woods del 1944, alla quale presero parte le potenze alleate nella Seconda Guerra mondiale, il Fondo monetario internazionale (FMI) nasceva per scongiurare il ripetersi di gravi crisi economiche, come la Grande depressione degli anni Trenta.

L’architettura istituzionale dell’ordine economico concepito a Bretton Woods si fondava su: il FMI, la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (conosciuta come Banca mondiale) ed un’Organizzazione internazionale per gli scambi commerciali. Quest’ultima fu realizzata solo nel 1995, con l’istituzione della World Trade Organisation - WTO).

L’obiettivo statutario del FMI è la promozione della stabilizzazione delle relazioni monetarie e finanziarie internazionali. L’esigenza della cooperazione in tale settore deriva dalla constatazione che le economie sono interdipendenti e che la stabilità monetaria e finanziaria ha ripercussioni positive sulla crescita economica mondiale.

Il FMI ha inizialmente operato in un sistema di tassi di cambio fissi ma aggiustabili, imperniato sulla convertibilità del dollaro in oro, concedendo assistenza finanziaria a carattere temporaneo agli Stati membri per compensare gli squilibri delle bilance dei pagamenti. In realtà, in un primo momento, il ricorso alle risorse del Fondo fu limitato.

Negli anni Settanta, con l’abbandono del sistema dei cambi fissi, il FMI ha esteso la propria azione agli squilibri macroeconomici, mentre ha gradualmente assunto maggiore importanza la funzione di sorveglianza sulle politiche economiche dei Paesi membri. Nel frattempo, l’attività del FMI si è indirizzata in maniera crescente verso i Paesi in via di sviluppo (PVS) ed il credito a medio termine.

Con l’esplosione della crisi debitoria nei primi anni Ottanta, il FMI diventa di fatto il gestore delle crisi finanziarie a livello globale. Le crisi finanziarie degli anni Novanta (Messico, 1994-95; Asia orientale, 1997; Russia, 1998; Brasile, 1998-99; Argentina, 2001) e la transizione dei Paesi dell’Europa orientale verso l’economia di mercato hanno costituito una fase di difficile gestione del sistema finanziario internazionale e le raccomandazioni del FMI improntate su manovre fiscali restrittive e sulla prevalenza delle considerazioni di natura macro-economica sono spesso incorse in critiche.

In anni recenti, il FMI ha dato maggiore enfasi al rafforzamento del quadro istituzionale dell’economia di mercato, specie in tema di vigilanza bancaria, al potenziamento degli standard nel settore sociale e finanziario, all’ordinata successione temporale nel processo di liberalizzazione economica e finanziaria, alla trasparenza dell’azione delle autorità monetarie e fiscali.

Assetto organizzativo

Il FMI, che ha sede a Washington, è un’organizzazione a carattere universale composta da 184 Stati membri. Il Consiglio dei Governatori (Board of Governors) è il principale organo decisionale. E’ composto da un Governatore per ognuno dei 184 Paesi membri (per l’Italia il Ministro dell’economia e delle finanze, che ha per supplente il Governatore della Banca d’Italia) e si riunisce una volta l’anno, in occasione degli “Annual Meetings”, l’ultimo dei quali – il ventiquattresimo – si è svolto a Washington dal 23 al 25 settembre 2011. A tale organo competono, in via esclusiva, le decisioni in tema di aumento delle quote e di ammissione di nuovi membri.

Il Comitato monetario e finanziario internazionale (International Monetary and Finance Committee – IMFC; ex Comitato interinale) è organo consultivo cui partecipano i Governatori dei 24 Paesi maggiori contribuenti e definisce gli indirizzi strategici del FMI.

Il Consiglio esecutivo (Executive Board) esercita l’amministrazione dell’ente ed è composto da 24 Direttori Esecutivi. I Paesi con un maggior numero di quote del FMI hanno de iure un Direttore Esecutivo (Stati Uniti, Giappone, Germania, Francia, Stati Uniti). Gli altri Paesi sono raggruppati in constituencies che eleggono un proprio delegato. La Cina (la cui quota è stata incrementata, assieme a quella di Corea, Messico e Turchia, nel corso degli Annual Meetings del settembre 2006) ed Arabia Saudita costituiscono una costituency a sé ed hanno quindi, di fatto, un proprio rappresentate in Consiglio.

L’Italia, al pari altri paesi, è rappresentata stabilmente da un proprio Direttore esecutivo (attualmente il dott. Arrigo Sadun, già direttore generale del Dipartimento del Tesoro), a capo costituency formata oltre che dal nostro Paese da Albania, Grecia, Malta, Portogallo, Repubblica di San Marino e Timor-leste.

Il Consiglio esecutivo funziona in “sessione continua”, gestisce l’amministrazione corrente e decide sull’erogazione dei fondi. E’ coadiuvato dallo staff professionale del FMI, è controllato dall’IMFC ed è presieduto dal Direttore generale del FMI (Managing Director), carica attualmente ricoperta dall’ex ministro francese dell’economia, Christine Lagarde.

Il Direttore generale rappresenta l’istituzione, è eletto per un mandato di 5 anni (rinnovabile) e per prassi è un europeo (mentre il Presidente della Banca mondiale è statunitense). Nel 2001, è stato istituito l’Ufficio di Valutazione Indipendente (Independent Evaluation Office) quale struttura permanente all’interno del FMI ma indipendente dal management e dallo staff, con funzioni di vigilanza e controllo.

Benché siano previste diverse maggioranze a seconda delle tematiche trattate, nel Consiglio Esecutivo non si ricorre quasi mai al voto ma si decide per consenso. I diritti di voto in seno al Consiglio sono proporzionali al numero delle quote sottoscritte da ciascun paese, che sono a loro volta calcolate sulla base di particolari indici paese determinati in ragione di alcuni fattori economici, fra cui PIL, transazioni di conto corrente e riserve ufficiali.

 Le quote di partecipazione al FMI (soggette a revisione ogni cinque anni) sono espresse in diritti speciali di prelievo (Special Drawing Rights, SDR), ovvero nell’unità di conto del FMI. La circostanza che le risorse principali del FMI consistano nelle quote partecipative dei Paesi membri, differenzia il sistema di finanziamento del FMI da quello della Banca Mondiale che, pur disponendo anch’essa di un capitale sociale, si rifornisce principalmente attraverso l’emissione di obbligazioni sui mercati internazionali.

La funzione di sorveglianza e l'assistenza finanziaria

La funzione di sorveglianza è la principale funzione del FMI e si svolge sia a livello bilaterale che multilaterale. La sorveglianza bilaterale si riferisce alla valutazione della situazione economica di ogni singolo Paese membro e si sostanzia nell’obbligo di garantire la convertibilità delle proprie partite correnti (ad eccezione dei Paesi che si avvalgono di un regime transitorio) e l’adeguatezza delle politiche economiche in relazione alla situazione della propria bilancia dei pagamenti e del cambio.

La sorveglianza multilaterale si attua attraverso l’elaborazione di analisi su aspetti specifici dell’economia mondiale, che vengono pubblicate nel World Economic Outlook (rapporto semestrale sui possibili scenari di breve-medio termine dell’economia mondiale) e nel Global Financial Stability Report (rapporto semestrale fornisce valutazioni dei mercati finanziari internazionali, con una particolare attenzione alla situazione dei mercati emergenti).

La funzione finanziaria mira ad attenuare gli squilibri nelle posizioni esterne dei Paesi membri. I prestiti del FMI non sono intesi a soddisfare pienamente i fabbisogni finanziari dei Paesi membri ma a catalizzare altre fonti di finanziamento pubbliche e private. L’erogazione di un prestito è subordinata agli “arrangements” approvati dal Consiglio esecutivo, che contengono un programma economico formulato dal paese destinatario, con la consulenza del FMI.

L’impegno, esplicitato in una “lettera di intenti”, eventualmente corredata da un “Memorandum di politiche economiche e finanziarie”, è parte integrante del prestito.

La condizionalità dei programmi di prestito del FMI si motiva con la volontà che il Paese rimedi in maniera duratura ai problemi strutturali che sottostanno allo squilibrio. I contenuti della condizionalità si concretizzano in obiettivi ben precisi (performance criteria) ed il loro raggiungimento è agevolato dal fatto che i prestiti del Fondo non sono erogati in una soluzione unica, ma in tranches di norma trimestrali.

 

 

Sviluppi recenti

Il 28 giugno il Consiglio esecutivo del FMI ha scelto Christine Lagarde quale nuovo direttore generale dell’organizzazione finanziaria internazionale, colmando la vacanza creatasi a seguito alle dimissioni del suo connazionale Dominique Strauss-Kahn. Christine Lagarde è ora chiamata a gestire anche la crisi finanziaria dei paesi dell’Eurozona a cominciare dal caso italiano.

In questo contesto si situano le notizie circa lo svolgimento delle ispezioni del FMI concordate nel summit G20 del 3-4 novembre a Cannes: secondo notizie di stampa una delegazione del FMI avrebbe incontrato, ai primi di dicembre, le autorità politico-economiche italiane per ricevere aggiornamenti sui recenti sviluppi di bilancio e discutere le modalità di future missioni. La missione, guidata dal vicedirettore del Dipartimento per l'Europa Aasim Husain e dal consigliere Antonio Spilambergo, avrebbe svolto anche un monitoraggio dell'azione di risanamento dei conti pubblici italiani.

Il 27 novembre scorso il quotidiano torinese La Stampa ha altresì diffuso la notizia di un programma di aiuti finanziari, fino a 600 miliardi di euro, che il FMI potrebbe destinare all’Italia: l’entità della cifra del cd. “programma Italia” sarebbe tale tuttavia da rendere difficile un intervento del FMI basato soltanto sulle risorse attualmente disponibili.