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Temi dell'attività Parlamentare

Governo della globalizzazione
Il Parlamento ha seguito con grande attenzione gli sviluppi della grave crisi economico-finanziaria nella quale purtroppo ancora si dibatte anche il nostro Paese: in tale ottica sono stati considerati anche i diversi aspetti della sempre crescente globalizzazione economica e mediatica, che rendono indispensabile perseguire livelli di 'governance' via via più raffinati, per il mantenimento della pace mondiale e per dare uno sbocco alle necessità di crescita che impetuosamente provengono da gran parte del Pianeta.
Gli interventi legislativi

Per quanto riguarda l’attività legislativa, va ricordato come i diversi livelli di governo della globalizzazione siano stati oggetto di numerosi interventi parlamentari a carattere normativo.

Per quanto concerne le prime fasi della crisi finanziaria internazionale, con l’art. 12 del decreto-legge 1° luglio 2009, n. 78 si sono dettate norme per il contrasto ai paradisi fiscali, considerati tra l’altro possibili rifugi della speculazione finanziaria. Con l’art. 25, comma 1 del medesimo decreto-legge si è provveduto invece a stanziare 284 milioni di euro per urgente necessità di corrispondere la quota italiana delle risorse della XV ricostituzione delle risorse dell’IDA (International Development Association), appartenente al gruppo della Banca Mondiale, del quale è in pratica lo sportello concessionale.

La legge 13 ottobre 2009, n. 144 ha disposto in ordine alla partecipazione italiana alle modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale adottate con le risoluzioni del Consiglio dei Governatori n. 63 - 2 del 28 aprile e n. 63 - 3 del 5 maggio 2008, nonche' all’aumento della quota di partecipazione dell'Italia al FMI.

I problemi innescati nell’area dell’euro in particolare dalla crisi greca trovavano una risposta in Italia con il decreto-legge 10 maggio 2010, n. 67, emanato con riferimento al programma triennale di sostegno finanziario mediante prestiti bilaterali alla Grecia, definito ai sensi della dichiarazione dei Capi di Stato e di Governo degli Stati membri dell'Unione europea facenti parte dell'area euro assunta a Bruxelles il 25 marzo 2010 e delle conseguenti decisioni dell'Eurogruppo adottate l'11 aprile e il 2 maggio 2010.

La legge di stabilità 2011 (legge 13 dicembre 2010, n. 220), all’art. 1, comma 40 prevede il rifinanziamento per il 2011 del Fondo per le esigenze indifferibili ed urgenti, nell’ambito del quale (elenco 1 allegato) rientrano anche i contributi a banche e fondi internazionali di sviluppo.

I commi da 13 a 16 dell'articolo 2 del decreto-legge 29 dicembre 2010, n. 225 recano disposizioni dirette ad autorizzare la Banca d'Italia a concedere prestiti al Fondo monetario internazionale (FMI) in relazione ad operazioni dirette a fronteggiare la crisi finanziaria internazionale, nonché per la concessione di prestiti a favore dei Paesi più poveri. Su tali prestiti viene accordata la garanzia dello Stato per il rimborso dei capitali e degli interessi, nonché per la copertura degli eventuali rischi di cambio. D’altra parte il comma 17 dell’art. 2 del medesimo decreto-legge consente di provvedere mediante anticipazioni di tesoreria agli eventuali pagamenti che si rendessero necessari al fine di fronteggiare l'operatività della garanzia prevista dall'articolo 17, comma 2, del decreto-legge n. 78 del 2010, ossia la garanzia offerta dallo Stato sulle passività emesse per il finanziamento di prestiti agli Stati dell’area euro dalla società appositamente costituita assieme agli altri Stati dell'area, la European Financial Stability Facility (EFSF). Il comma 17-bis, infine, proroga quanto previsto dall'articolo 3 della legge 18 maggio 1998, n. 160, al fine di consentire l'estensione della partecipazione italiana al capitale della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (BERS), e precisamente nella misura di 76.695 azioni di capitale a chiamata, pari al controvalore in euro di 766.950.000. L'estensione consegue agli impegni internazionali assunti in diverse occasioni per far fronte alla crisi finanziaria globale, con particolare riferimento ai Vertici G20 di Londra e Pittsburgh (2009), e di Toronto (2010), nonché alla risoluzione del Consiglio dei governatori della BERS del 14 maggio 2010. La norma precisa che, riguardando l'estensione della partecipazione azioni di capitale a chiamata, non è previsto alcun esborso immediato a carico della finanza pubblica.

Il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, all’art. 21, comma 6 ha previsto, al fine di adempiere agli impegni dello Stato italiano derivanti dalla partecipazione a banche e fondi internazionali, la spesa di 200 milioni di euro per l'anno 2011.

Le legge 31 ottobre 2011, n. 190 ha autorizzato alla ratifica di ulteriori modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale e del quattordicesimo aumento generale delle quote derivanti dalla risoluzione del Consiglio dei Governatori del Fondo n. 66-2 del 15 dicembre 2010.

Con l’art. 7, commi 2 e 3 del decreto-legge 6 dicembre 2011, n. 201 sono state dettate norme per il rifinanziamento della partecipazione italiana – in funzione anche di stabilizzazione del sistema finanziario internazionale – a banche e fondi di sviluppo; inoltre (art. 7, comma 1) il Presidente della Repubblica è stato autorizzato ad accettare gli emendamenti all'Accordo istitutivo della Banca Europea per la Ricostruzione e lo Sviluppo (BERS), adottati dal Consiglio dei Governatori della Banca medesima con le risoluzioni n. 137 e n. 138 del 30 settembre 2011.

Si ricorda anche l’art. 25 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 216, dedicato alla proroga della partecipazione italiana, tramite un accordo di prestito bilaterale al Fondo Monetario Internazionale, per finanziarne ulteriori programmi volti a contrastare la crisi finanziaria in atto.

L’intervento s’inserisce nel quadro della strategia complessiva volta a rafforzare il governo economico dell’Unione europea, dando attuazione agli impegni assunti in occasione del Vertice dei Capi di Stato e di Governo dell’area euro del 9 dicembre 2011 e della riunione dei Ministri delle finanze dell’Unione europea del 19 dicembre. In particolare, l’accordo politico raggiunto in sede europea si sostanzia nella concessione da parte dei paesi dell’area euro di risorse addizionali al FMI per un ammontare di 150 miliardi di euro nella forma di prestiti bilaterali. In questo contesto, il contributo italiano è pari al 15,66 per cento del totale europeo e ammonta a 23,48 miliardi di euro.

La legge 6 luglio 2012, n. 117 ha disposto la partecipazione italiana al sesto aumento di capitale della Banca di sviluppo del Consiglio d’Europa.

La partecipazione all'aumento di capitale viene attuata:

a) mediante sottoscrizione, senza obbligo di versamento immediato, di nuovi titoli di partecipazione dell'ammontare di euro 325.114.000;

b) con l'attribuzione supplementare di titoli di partecipazione dell'ammontare di euro 40.964.000, pari alla quota italiana di riserve da incorporare nel capitale.

Per quanto ancora concerne la governance finanziaria, rispettivamente, dell’area euro e dell’Unione europea nel suo insieme, vanno senn’altro ricordate nell’ordine la legge 23 luglio 2012, n. 116 – per la ratifica del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità – e la legge 23 luglio 2012, n. 114, per la ratifica del cosiddetto “Fiscal Compact”.

I commi da 3 a 6 dell'articolo 24 del decreto-legge 18 ottobre 2012, n. 179 autorizzano la partecipazione italiana all’aumento di capitale della Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS/IBRD), che appartiene al gruppo della Banca Mondiale.

Più in dettaglio, il comma 3 autorizza la partecipazione italiana all’aumento generale e all’aumento selettivo di capitale della BIRS, mentre i commi 4 e 5 autorizzano la sottoscrizione, rispettivamente, dell’aumento generale di capitale e dell’aumento selettivo di capitale. La sottoscrizione dell’aumento generale di capitale autorizzata è pari a 13.362 azioni per complessivi 1.611.924.870 dollari statunitensi, di cui 96.715.492,2 da versare. La sottoscrizione dell’aumento selettivo di capitale autorizzata è pari a 5.215 azioni per complessivi 629.111.525 dollari statunitensi, di cui 37.746.691,5 da versare.

La legge di stabilità 2013 (legge 24 dicembre 2012, n. 228) ha previsto, all’art. 1 commi 170 e 171, il rifinanziamento di Fondi multilaterali di sviluppo. In particolare, la norma specifica che beneficiano del rifinanziamento anzitutto i seguenti destinatari:

a) International Development Association (IDA) – Banca mondiale per euro 1.084.314.640, relativi alla quattordicesima (IDA XIV), quindicesima (IDA XV) e sedicesima (IDA XVI) ricostituzione del Fondo;

b) Fondo globale per l'ambiente (GEF) per euro 155.990.000, relativi alla quarta (GEF IV) e quinta (GEF V) ricostituzione del Fondo;

c) Fondo africano di sviluppo (AfDF) per euro 319.794.689, relativi alla undicesima (AfDF XI) e dodicesima (AfDF XII) ricostituzione del Fondo;

d) Fondo asiatico di sviluppo (ADF) per euro 127.571.798, relativi alla nona (ADF X) e alla decima (ADF XI) ricostituzione del Fondo;

e) Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo (IFAD) per euro 58.000.000, relativi alla nona ricostituzione del Fondo (IFAD IX);

f) Fondo speciale per lo sviluppo della Banca per lo sviluppo dei Caraibi per complessivi euro 4.753.000, relativi alla settima ricostituzione del Fondo.

L'attività conoscitiva

In questo ambito si ricorda anzitutto l’indagine conoscitiva sui problemi e le prospettive del commercio internazionale verso la riforma dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. L'indagine ha preso le mosse dai risultati della Conferenza parlamentare sull'OMC, svoltasi l'11 e 12 settembre 2008 a Ginevra per iniziativa congiunta del Parlamento Europeo e dell'Unione Interparlamentare. La Conferenza parlamentare sull'OMC si era conclusa con l'approvazione di un documento favorevole al rafforzamento della dimensione parlamentare in seno all'OMC, nonché al potenziamento dell'azione di indirizzo e controllo dei Parlamenti nazionali verso i rispettivi Governi nel campo delle politiche commerciali. Deliberata dalla Commissione Affari esteri della Camera dei deputati il 30 settembre 2008, l’indagine è iniziata il 26 novembre con l'audizione del Direttore generale per la cooperazione economica e finanziaria multilaterale del Ministero degli affari esteri, Ministro Giandomenico Magliano, per proseguire il 9 dicembre con l'audizione del presidente dell'Istituto nazionale per il Commercio Estero (ICE), Amb. Umberto Vattani. Nel 2009 la Commissione ha poi ascoltato l'Ambasciatore Giovanni Caracciolo di Vietri, Rappresentante permanente d'Italia presso le Organizzazioni internazionali a Ginevra (seduta del 21 gennaio) e il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Adolfo Urso (19 febbraio). Nel 2010, dopo due deliberazioni di proroga del termine (sedute del 3 febbraio e dell'8 aprile), il 7 luglio si è svolta l'audizione del Vice Direttore Generale per il Commercio della Commissione europea, Péter Balás. Nella seduta del 27 ottobre la Commissione Affari esteri ha iniziato l'esame del documento conclusivo dell'indagine conoscitiva, terminandolo il 22 dicembre 2010. L'indagine conoscitiva ha inteso esplorare le questioni della definizione una nuovagovernance su varie filiere, tra loro interrelate, nel campo economico; della ricerca di meccanismi aggiornati di vigilanza sui mercati finanziari per garantirne la stabilità ed una efficienza duratura; della tutela della proprietà intellettuale e della lotta alla contraffazione; dell'esigenza di conseguire nuove regole commerciali nei vari settori primario, secondario e terziario, a beneficio dei Paesi avanzati, dei Paesi emergenti e dei Paesi che sono ancora oggi fuori dai circuiti economici internazionali. A consuntivo della disamina in oggetto il documento conclusivo pone l'accento sulle principali questioni aperte legate alla liberalizzazione degli scambi commerciali, quali le ragioni del fallimento della tornata negoziale del cosiddetto Doha Round, inaugurata nel 2001 nella capitale del Qatar; i nuovi profili che l'approccio bilaterale e quello multilaterale al commercio mondiale assumono nel corso della recessione economica globale; le ipotesi di riforma dell'OMC a partire dall'attuale struttura dell'Organizzazione Mondiale del Commercio; la posizione e le prospettive dell'Unione europea quale attore del commercio mondiale in un'epoca di profondi cambiamenti nella distribuzione della produzione e della ricchezza a livello globale.

In relazione alle tematiche dell’OMC si segnalano le comunicazioni del Presidente della Commissione Esteri (18 dicembre 2008) sulla missione svolta in settembre a Ginevra in occasione della Conferenza parlamentare sull’OMC. Non meno rilevante è stata il 22 aprile 2009 l’audizione dell’allora Commissario europeo per il commercio Catherine Ashton sui recenti sviluppi della politica commerciale della UE, svolta innanzi alle Commissioni congiunte Esteri e Politiche dell’Unione europea dei due rami del Parlamento.

Successivamente all’indagine conoscitiva sull’OMC, il 12 novembre 2008 la Commissione Esteri della Camera deliberava di condurre un’indagine conoscitiva sulla Presidenza italiana del G8 e le prospettive della governance mondiale: l’indagine conoscitiva veniva poi condotta congiuntamente all’omologa Commissione del Senato, con l’audizione dei Ministri degli Esteri Frattini e dell’Economia e finanze Tremonti, del diplomatico italiano (Ambasciatore Giampiero Massolo) incaricato delle attività collaterali e preparatorie della Presidenza italiana del G8 nel 2009 – che culminerà con il Vertice de L’Aquila dei Capi di Stato e di Governo -, e infine dei rappresentanti di alcuni enti di ricerca nel settore internazionalistico. Contemporaneamente, l’Assemblea della Camera – sedute del 24 e 27 novembre 2008 – discuteva e votava mozioni sul contributo della Presidenza italiana alla definizione dell’agenda del G8 dell’anno successivo. Nell’approssimarsi del Vertice G8 due problematiche occupavano in modo particolare l’Assemblea della Camera, che discuteva e approvava mozioni, rispettivamente su iniziative per il disarmo e la non proliferazione nucleare (15 e 23 giugno 2009) e per i diritti delle donne (23 giugno e 1° luglio 2009). Dopo lo svolgimento del Vertice l’Assemblea di Palazzo Madama discuteva e approvava alcune mozioni sul G8 (sedute pomeridiane del 21 e 28 luglio 2009).

Di grande rilevanza per la governance mondiale è stato anche il tema della sicurezza alimentare globale, approfondito nel corso dell’indagine conoscitiva condotta da luglio a novembre 2008 dalle Commissioni congiunte Esteri e Agricoltura dei due rami del Parlamento. Sempre in relazione al medesimo tema si ricorda che l’Assemblea del Senato, nella seduta antimeridiana del 22 giugno 2011, ha discusso e approvato mozioni su una strategia mondiale per il settore alimentare.

L'attività d'indirizzo

 

I due rami del Parlamento si dimostravano consapevoli della grave crisi economico-finanziaria in atto già nell’ottobre del 2008, quando il Governo svolgeva due informative parallele alla Camera e al Senato sugli sviluppi della crisi finanziaria.

Le iniziative per fronteggiare la crisi economica e finanziaria sono tornate già alla fine del 2008 al centro dell’attività parlamentare: si segnalano al proposito le due sedute dell’Assemblea di Montecitorio del 5 dicembre 2008 e del 28 gennaio 2009, nelle quali si sono discusse e votate mozioni sull’argomento. Le Medesime questioni erano oggetto della seduta del 24 febbraio 2009, quando l’Assemblea del Senato discuteva e approvava alcune mozioni sulla crisi dei mercati finanziari.

Si ricorda altresì che il tema della tassazione delle transazioni finanziarie internazionali è emerso nella seduta del 16 giugno 2010 della Commissione Esteri della Camera, con la discussione di tre risoluzioni presentate dagli Onn.li Zacchera, Barbi ed Evangelisti, conclusa con l’approvazione di tre risoluzioni conclusive (8-00075, 8-00076 e 8-00077). Lo stesso argomento è stato oggetto della discussione e votazione di mozioni alla Camera, nella seduta del 7 febbraio 2012.

La Commissione Esteri della Camera discute inoltre con regolarità annuale le relazioni al Parlamento del Ministro dell’economia e delle finanze sull’attività di banche e fondi di sviluppo internazionali e sulla partecipazione italiana alle ridorse di tali organismi. In rapporto a questo argomento si ricorda la risoluzione 7-00607 dell’On. Tempestini, incentrata appunto sulla partecipazione italiana a banche e fondi multilaterali di sviluppo: nella seduta del 29 giugno 2011 la Commissione Esteri ha discusso la risoluzione, approvando poi la risoluzione conclusiva 8-00129.

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