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Temi dell'attività Parlamentare

La stabilizzazione finanziaria di inizio legislatura
Le linee essenziali della decisione di bilancio sono state contestualmente definite nel DPEF 2009-2013, presentato nel giugno 2008 ed attuate con il decreto-legge 25 giugno 2008, n. 112 (convertito dalla legge 6 agosto 2008, n.133), attraverso l'adozione di un piano triennale 2009-2011 di stabilizzazione della finanza pubblica, volto ad attuare una politica di contenimento del deficit funzionale all'obiettivo, allora assunto in sede comunitaria, del raggiungimento del sostanziale pareggio di bilancio nel 2011.
I provvedimenti della manovra

Le linee portanti della manovra di finanza pubblica 2009-2011 sono state attuate con il decreto-legge 25 giugno 2008, n.112 (legge n.133/2008); assieme agli interventi contenuti in tale decreto-legge hanno concorso alla composizione della manovra la legge finanziaria per il 2009 (legge n. 203/2008), la legge recante il bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2009 e il bilancio pluriennale per il triennio 2009-2011 (legge n. 204/2008), nonché una serie di provvedimenti collegati, elencati nella Nota di aggiornamento al DPEF, in materia di processo civile, energia, lavoro e produttività del lavoro pubblico, nonché in materia di federalismo fiscale.

Stante l’anticipazione della manovra di finanza pubblica ad opera del decreto-legge 112/2008, la legge finanziaria per il 2009 non ha recato effetti in termini di variazione dell’indebitamento netto della P.A., né in termini di fabbisogno, limitandosi ad incidere marginalmente sul saldo netto da finanziare.

Il decreto-legge, anticipando gli effetti tipici della legge finanziaria, ha reperito un ammontare di risorse pari a 17,1 miliardi nel 2009, 22,9 miliardi nel 2010 e a 36,7 miliardi nel 2011.

Del complesso di tali risorse la quota prevalente (circa l’84 per cento dell’ammontare complessivo) è stata destinata ad una correzione progressivamente crescente nel triennio 2009-2011 dei conti pubblici, per circa 9,9 miliardi nel 2009, 17,1 miliardi nel 2010 e 30,9 miliardi nel 2011, pari rispettivamente ad una quota di Pil dello 0,6%, 1,0% ed 1,8%.

Ambiti di intervento

Le maggiori entrate derivano principalmente dagli interventi relativi al settore bancario e assicurativo, tramite misure di rimodulazione della base imponibile degli istituti e delle società, e alle industrie operanti nel settore dell’energia. Ulteriori misure sono destinate a potenziare la lotta all’evasione e al sommerso, anche mediante la predisposizione di un piano straordinario di controlli. Altri interventi attengono all’armonizzazione del regime fiscale delle cooperative e all’eliminazione dei requisiti di favore fiscale per gli extra-compensi (stock-option).

Le minori entrate sono dovute principalmente ad una serie di proroghe di agevolazioni fiscali, per le quali è stata prevista la costituzione di un apposito fondo.

Dal lato della spesa, l’azione correttiva deriva in larga parte dall’applicazione di un taglio lineare riferito al triennio 2009-2011, delle dotazioni finanziarie, a legislazione vigente, delle missioni di spesa dei Ministeri, ivi comprese le dotazioni relative a spese predeterminate per legge, disposto ai sensi del citato articolo 60, comma 1, del D.L. 112/2008.

Ulteriori interventi sono volti al contenimento della spesa nei settori del pubblico impiego, della finanza decentrata, della sanità e della previdenza.

In particolare, nel settore del pubblico impiego le minori spese, con un impatto finanziario crescente nel triennio, attengono al riordino del sistema di reclutamento, ad una rimodulazione delle spese per studi e consulenze esterne, nonché all’attuazione di un processo di razionalizzazione del personale della scuola pubblica.

Gli interventi sulla finanza decentrata prevedono risparmi correlati alla rinegoziazione del Patto di stabilita' interno per il triennio 2009-2011 nel quadro di una riorganizzazione dei rapporti finanziari fra amministrazione centrale e periferica. Sono inoltre previste norme per il contenimento dell’uso degli strumenti finanziari derivati.

Nel settore della sanità si prevedono risparmi crescenti nel triennio le cui modalità di conseguimento, fermo restando il rispetto dei Piani di rientro dei disavanzi, sono demandate alle Regioni nell’ambito di una intesa con lo Stato. Ulteriori misure di razionalizzazione della spesa attengono alla remunerazione delle strutture accreditate, al potenziamento dell’attività di verifica delle esenzioni e di controllo dell’appropriatezza nell’erogazione dell’assistenza sanitaria.

Nel settore della previdenza gli interventi comportano una riduzione della spesa per l’invalidità civile attraverso l’attivazione di un piano straordinario di verifica del diritto al beneficio.

Le maggiori spese correnti sono invece principalmente attribuibili: ai rinnovi contrattuali nel pubblico impiego; all’abolizione per gli anni 2009-2011 del ticket per l’assistenza specialistica; all’abolizione del divieto di cumulo fra pensioni e redditi da lavoro sia autonomo che dipendente; alle modifiche al Fondo interventi strutturali di politica economica e alle misure in favore di enti o società di pubblica utilità.

Le maggiori spese in conto capitale si riferiscono all’incremento per il 2009 dell’autorizzazione di spesa relativa al Fondo per l’occupazione e all’istituzione del Fondo per la promozione e il sostegno del trasporto pubblico locale.

La manovra triennale ha previsto, infine, un intervento sui fondi destinati al riequilibrio territoriale, attraverso la concentrazione dei fondi pubblici per lo sviluppo su alcuni settori (infrastrutture, ricerca, energia).

Complessivamente il decreto-legge reperisce risorse pari a 17,1 miliardi nel 2009, 22,9 miliardi nel 2010 e 36,7 miliardi nel 2011, che in quota parte sono destinate alla copertura di minori entrate e nuove spese, per 7,2 miliardi nel 2009 e 5,8 miliardi per ciascuno dei due anni successivi. Come già ricordato sopra, la parte più consistente delle risorse reperite è stata finalizzata alla riduzione dell'indebitamento netto, per gli ammontari in precedenza indicati.

Dopo l’entrata in vigore del decreto-legge, il deteriorarsi della congiuntura economica internazionale, conseguente all’estendersi della crisi finanziaria all’economia reale, ha mutato il quadro macroeconomico di riferimento, inducendo il Governo a rivedere le previsioni e gli obiettivi di finanza pubblica e ad adottare conseguentemente una serie di ulteriori provvedimenti “anti-crisi” che, senza recare ulteriori interventi correttivi (in quanto le risorse da ciascuno di essi reperite sono interamente destinate al sostegno dell'economia) sono diretti a sostenere l’economia e l’occupazione: si tratta dei tre c.d. "decreti anticrisi" n. 185/2008, n. 5/2009 e n. 78/2009.