Secondo quanto riportato nel Piano nazionale sulla biodiversità di interesse agricolo, approvato dalla Conferenza Stato Regioni il 14 febbraio 2008, "la riduzione della varietà delle forme viventi e degli ambienti e la semplificazione dei paesaggi, ossia la perdita di biodiversità, dovuta all’attività umana, sia in termini di sovrasfruttamento delle risorse naturali, sia di alterazioni dell’ambiente, è oggi uno dei problemi di maggiore importanza su scala mondiale e coinvolge sia il campo strettamente scientifico che l’iniziativa privata e gli organi di governo. Gli agricoltori delle diverse zone hanno operato una continua selezione sulle specie di interesse agricolo, che ha portato alla costituzione di numerosissime varietà idonee a valorizzare le risorse naturali delle più svariate aree e successivamente all’affermazione delle sementi selezionate che hanno sostituito gli ecotipi locali. Al di là degli innegabili benefici conseguenti all'adozione di questi nuovi fattori produttivi, si è registrato un impoverimento della base genetica, evidenziatosi specialmente con il manifestarsi di diffusi attacchi di agenti fitopatogeni e con la mancanza di resistenza delle nuove sementi, selezionate o ibride, ai vari stress ambientali. Ulteriore effetto dell’alterazione dell’equilibrio ecologico è una rapida riduzione delle razze/cultivar allevate per ogni singola specie, con un forte calo della variabilità genetica entro le popolazioni allevate".
In materia sono stati approvati numerosi strumenti: dalla Convenzione sulla biodiversità, firmata a Rio de Janeiro il 5 giugno 1992 e resa esecutiva in Italia con legge 14 febbraio 1994, n. 124, al Trattato internazionale sulle risorse fitogenetiche per l'alimentazione e l'agricoltura, adottato a Roma il 3 novembre 2001 e reso esecutivo con legge 6 aprile 2004, n.101. In ambito europeo è stata adottata la direttiva 92/43/CE nonché la Strategia europea 2008-2014 per la conservazione delle piante.
In Italia risulta carente una legge organica che regoli il settore.
Proprio per supplire a tale carenza, la XIII Commissione Agricoltura ha dedicato nel corso della XVI Legislatura particolare attenzione al tema, esaminando in Comitato ristretto le proposte di legge presentate (C. 2744, C.4309 e C.3780) ed arrivando all'approvazione di tre testi unificati (elaborati in successione per superare problematiche di carattere finanziaio emerse in sede di esame da parte della V Commissione bilancio ed evidenziate nella relazione tecnica richiesta al Governo).
L'ultimo testo unificato, approvato dalla Commissione Agricoltura nella seduta del 16 maggio 2012, prevedeva, tra le novità più rilevanti:
In data 6 giugno 2012, su richiesta della Commissione bilancio, il Ministero delle politiche agricole e forestali ha trasmesso una nuova relazione tecnica, verificata negativamente dalla Ragioneria generale dello Stato. Con lettera idel 12 giugno 2012, il Presidente della V Commissione ha quindi rappresentato alla Commissione Agricoltura, a nome della stessa Commissione Bilancio, l'opportunità di una verifica del provvedimento, al fine di affrontare i nodi fondamentali, sotto il profilo economico-finanziario, irrisolti. Il provvedimento non ha alla fine completato l'iter previsto prima della fine della Legislatura.